Pioli, l’inventa-Milan: la nuova strada è tracciata

Nelle situazioni critiche è sempre andato alla ricerca di alternative: difesa a 3 per una squadra più compatta
Pioli, l’inventa-Milan: la nuova strada è tracciata© Marco Canoniero

Nulla da consegnare all’archivio del calcio, tanto per distendere nuovamente il sorriso. È la sostanza dell’1-0 di venerdì colto dal Milan ai danni di un sostanzioso Torino. Una vittoria “sporca”, come aveva chiesto Stefano Pioli prima del match interno contro il Sassuolo. Richiesta improvvida, come sanzionato dal 5-2 emiliano sul campo. L’altra sera la risposta è stata invece positiva, con un Milan non bello ma efficace, bravo a sfruttare una delle opportunità create e altrettanto bravo a non incassare gol, come non capitava dall’8 novembre nello 0-0 di Cremona. Da allora nove partite con almeno una rete al passivo e, soprattutto, una serie di quattro incontri consecutivi (Inter in Supercoppa, poi Lazio, Sassuolo e di nuovo Inter in campionato) con altrettante sconfitte. Situazioni che Pioli ha affrontato seconda sua abitudine, ovvero cercando all’interno di Milanello le soluzioni più acconce per venirne fuori e basate su uomini a disposizione e sistema di gioco. Reinventando il Milan. Detto che i limiti della rosa (nel senso delle alternative) quest’anno sono emersi inesorabilmente a fronte dei passaggi a vuoti di alcuni titolari, il tecnico si è concentrato sul secondo aspetto, senza dimenticare quello psicologico.

Le soluzioni di Pioli

Così, alla ricerca di un modulo che proteggesse una squadra sfilacciata, lunga, timida nel pressing, è tornato proprio a Cremona, giorno della proposizione della prima difesa a tre e ultima tappa di un lungo cammino di soluzioni di gioco individuate nei momenti più complicati. Pioli l’alchimista comincia subito, appena preso il posto di Marco Giampaolo a inizio ottobre 2019: addio al 4-3-1-2 e passaggio al 4-3-3. Una soluzione adottata fino all’11 gennaio quando, dopo due pareggi a una sconfitta, sceglie il 4-4- 2 che porta al 2-0 di Cagliari con reti di Leao e Ibrahimovic. Un mese dopo, nel derby perso 4-2, è la prima volta del 4-2-3-1, sistema di gioco confermato alla ripresa a giugno del campionato, dopo la sosta obbligata dallo stop per la pandemia. È il modulo che esalta il Milan, trasformato rispetto alla squadra balbettante vista fino a pochi mesi prima. Quella insolita estate (con il clamoroso 4-2 alla Juventus del 20 luglio) è il trampolino di lancio alla scorsa stagione, quella del ritorno allo scudetto. Il 4-2-3-1 è esaltato a seconda degli interpreti: più tecnico con Brahim Diaz trequartista, più “fisico” con la presenza in quel ruolo di Krunic o, secondo necessità, di Kessie, avanzato dalla mediana dove agisce con Tonali (e sostituito da Bennacer).

Contro il Tottenham

Un sistema di gioco che però ha mostrato limiti inattesi in un 2023 faticosissimo per i rossoneri. Prestazioni e risultati hanno spinto Pioli a ripensare alla difesa a tre, quella vista per l’appunto a Cremona e poi provata nelle amichevoli dicembrine. La prima riproposizione - sul 2-0 a proprio favore il 4 gennaio a Salerno - aveva portato alla rete di Bonazzoli che aveva riaperto il match. Quindi, dopo le quattro succitate battute d’arresto, il 3-5-2 nel derby di campionato. Un cambio che non aveva evitato la sconfitta e che aveva fatto inarcare più di un sopracciglio, per l’atteggiamento da provinciale all’insegna del “primo, non prenderle”. La differenza, come si è visto nel 3-4-1-2 (o 3-4-2- 1 a seconda dei movimenti) contro il Torino, l’ha fatta un altro aspetto, sempre determinante nel calcio. E su cui Pioli è tornato a fine match: «In generale si parla di moduli, di difesa a tre o a quattro. Il punto è ritrovare brillantezza, fiducia, solidità. Ribadisco che non si è mai trattato di un calo fisico, piuttosto di compattezza: quello che conta è l’aspetto mentale, sempre dominante». Perché tu puoi essere inventore o alchimista finché vuoi, ma devi saper entrare nella testa dei tuoi uomini, soprattutto quando la situazione è confusa. Ed è su questo che Pioli lavorerà in vista dell’ottavo di Champions di martedì con il Tottenham, quello che può dare il senso a una stagione finora sotto le righe.

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