TORINO - «Per aprire un ciclo serve di più. Posso anche sbagliarmi, ma al momento la vedo così. A me i nerazzurri stanno simpatici, con l’Inter ho anche giocato, seppur solo per 6 mesi. Sono rimasto legato a Moratti, a Zanetti. Per cui mi viene facile augurare belle cose all’Inter. Però la vedo ancora lunga, se parliamo di ciclo».
> Con la Juventus che non schiaccia più i sassi, almeno per adesso, Thohir e Mancini stanno lavorando per riportare l’Inter ai vertici. Ma lei, Ferrante, non è ottimista come loro, a quanto pare.
«Insomma, io credo che non sia ancora nata la squadra capace di avviare un nuovo ciclo, dopo quello della Juve dei 4 scudetti consecutivi. Tra l’altro non darei i bianconeri per morti. D’accordo, hanno un grande ritardo, ma la classifica è ancora abbastanza corta, il campionato è più equilibrato del solito. E’ ancora presto per dire che la Juve è tagliata fuori di sicuro».
> Tornando all’Inter...
«Non mi convince il gioco. Non la vedo nemmeno favorita per lo scudetto, anche se poi magari lo vince».
> Vota per la Roma?
«Roma. O Napoli. Sono le squadre che hanno qualcosa in più, in termini di qualità della rosa e di gioco. La Roma possiede l’organico migliore. Il Napoli ha un allenatore fantastico: meravigliosamente... proibitivo, per una piazza così! Un tecnico non di nome, non famoso: ma il gioco che propone è straordinario. Ecco, il Napoli sì che può aprire un ciclo in stile Conte-Juve. Più dell’Inter, oggi come oggi».
> E dietro a Roma e Napoli?
«L’Inter, di sicuro. Anche la Fiorentina propone un bel gioco, ma non ha una rosa attrezzata per vincere lo scudetto. Come il Milan. E poi c’è la variabile Juve: potrebbe ancora assestare un colpo di coda, a gioco lungo».
> Il Toro. Il suo Toro.
«Il mio Toro può benissimo tornare in Europa League. Però deve mettere assieme un filotto di risultati. E ritrovare un po’ di fortuna. E l’entusiasmo delle prime settimane. Con la serenità mentale superi d’incanto anche difficoltà enormi. Se poi ti girano bene certi risultati... Ultimamente non è andata così. Anche se la penso esattamente come Ventura: se prendi per due volte di seguito un gol al 94’, e ci rimetti tre punti tra Genoa e Juve, non puoi aggrapparti solo al destino. Significa che devi crescere quanto ad attenzione, grinta. Bisogna stare sul pezzo di più e meglio, fino alla fine. Se compi questo salto di qualità mentale, allora poi sei tu che vinci allo scadere».