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TORINO - Il Torino che arranca, perde spesso, pareggia troppo e vince pochissimo, non ha riverberi negativi solo dal punto di vista dell’umore, pessimo tra i tifosi e al ribasso tra i giocatori, ma anche da quello strettamente economico. Perché le società di calcio, si sa, sono aziende particolari, dove la voce dei risultati ha effetti trasversali. E così un filotto di vittorie piuttosto che di successi diventa una sorta di amplificatore in grado di rendere tutto tremendamente più bello o più brutto. Facile immaginare, dunque, che effetti stia innescando la stagione al ribasso che sta proponendo la squadra di Ventura, ormai stabilmente nella parte destra della classifica ma con tendenza a scivolare sempre un po’ più in giù. Il ritmo è da media retrocessione ma per fortuna dei granata la partenza sprint è una sorta di tesoretto con interessi a medio termine, destinati di questo passo a tornare utili quando si dovrà tirare una riga per fare le somme e vedere quali saranno le tre squadre che avranno totalizzato meno punti di tutti, meritandosi così la retrocessione. La situazione al 90% non dovrebbe riguardare i granata, ora a +9 sulla terzultima, ma in ogni caso chiudere con questo trend il campionato comporterebbe un depauperamento del valore dei giocatori, e quindi del Torino, a sfondare il tetto di 30 milioni.