Cairo se lo tiene stretto
Un allenatore così te lo tieni ben stretto, se puoi. Cairo dixit, giorni fa: «Mi piace da morire. Juric ha un bel caratterino, però è bravo bravo: mi ricorda tantissimo quel tremendismo granata che incarnava Giagnoni. Se fossimo nel 2017, quando eravamo reduci da 5 stagioni belle, in estate avrei fatto di più per lui»: e per Cairo è una gran ammissione, come se Fonzie avesse chiesto scusa nei telefilm di 40 anni fa. «Devo dire che Juric è stato bravo a rilanciare molti giocatori. E a valorizzare i tanti giovani che Vagnati è stato abile a scovare andando in giro per il mondo». Bravo anche Davide, insomma. Nelle speranze programmatiche di Cairo, d’altra parte, Juric sta a Ventura come Vagnati sta a Petrachi. Grandi matrimoni: 5 anni Gian Piero, 10 Gianluca. E mai come adesso Cairo e Vagnati appaiono determinati a comprendere Ivan, a cercare di assecondarlo, motivarlo ulteriormente. Cairo come Ranieri (il cantante, non il tecnico): “Rose rosse per te ho comprato stasera”. Quantomeno in prestito con diritto. Organizzazione del lavoro sempre più nelle mani di Juric, in testa ora questo ritiro in Spagna richiesto e scelto da Ivan in totale libertà, come già quello austriaco in estate. Migliorie nelle strutture sportive: lavori al Fila sia nel ventre dello stadio (sale mensa, relax, mediche e per la fisioterapia) sia per nuove “vele anti-spie” telecomandate. Altri investimenti anche per rafforzare lo staff tecnico (vedi l’ingaggio di Ivan Moschella, un fedelissimo di Ivan). Rinnovo di contratto sino al ‘25 per Vagnati con spedizione allegata al Mondiale «per capire bene se ci siano dei talenti per Juric». E adesso il dt è di nuovo all’estero sempre con vista sul mercato di gennaio: altro snodo chiave per far venire voglia a Juric di prolungare il contratto dal 2024 al ‘25. Senza mettergli pressioni, però: i corteggiamenti migliori non hanno fretta e per consumar bene un matrimonio non vanno consumati i rapporti.