Pisa, la rivoluzione chiamata Aquilani

Costruzione dal basso e pressione alta, sulla scia di De Zerbi. Servono però risultati dopo due sconfitte: sabato arriva il Bari, sfida chiave per il futuro del tecnico

Il Pisa crede fortemente nella rivoluzione di Alberto Aquilani. Una fiducia che non viene messa in discussione dopo due sconfitte di fila.

Una rivoluzione non solo perché sono arrivati 10 nuovi acquisti, compreso Esteves che c’era già ed è tornato a titolo definitivo dal Porto, ma perché l’ex centrocampista della Nazionale italiana sta cercando di cambiare la mentalità della squadra sul piano del gioco. Una fiducia arrivata con l’investitura del giugno scorso per l’ottimo lavoro svolto con la Fiorentina Primavera. La sfida di sabato con il Bari all’Arena è una di quelle importanti per i tre punti ma anche per vedere i progressi di una squadra che, tolto la partita di Modena, offre la sensazione di seguire i principi di un tecnico al quale non sembra pesare l’etichetta di predestinato. Che qualcuno gli ha messo da tempo sulle spalle.

Aquilani, De Zerbi come riferimento

Aquilani si è preso le sue responsabilità e sta cercando di portare a Pisa quell’esperienza che si è fatto in giro per il mondo iniziando a prendere appunti sul lavoro che svolgevano i suoi allenatori. Dall’attuale ct della Nazionale Luciano Spalletti ai tempi della Roma, e prima ancora da Fabio Capello, fino a Jorge Jesus, suo allenatore allo Sporting Lisbona, passando da Vincenzo Montella con la Fiorentina. Ma non è un segreto che il punto di riferimento di Aquilani ora è Roberto De Zerbi che sta incantando anche in Premier League con il Brighton. Ma Aquilani, che come vice ha sempre Cristian Agnelli, fedelissimo di De Zerbi al Foggia, non è un dogmatico del 4-3-3. Per ora ha schierato il suo Pisa sempre con il 4-2-3-1. Anche per necessità visto la lunga lista di indisponibili. Compreso Matteo Tramoni, decisivo nell’unico successo per 2-0 contro la Samp, che starà fuori per sei mesi a causa dell’infortunio al crociato riportato al Ferraris.

Dopo la Samp, solo sconfitte

Quella vittoria è arrivata nell’unica partita in cui il Pisa non ha dominato la percentuale del possesso palla. Contro Parma e Modena sono arrivate due sconfitte diverse. Con i Ducali Aquilani era stato bravo tatticamente, azzeccando l’ingresso di Hermannsson per il promettente Arena (grande gol a Marassi), e rimodellando la squadra dopo l’espulsione di Leverbe. Poche conclusioni ma palleggio brillante e incisivo. Alla fine arrivò una sconfitta beffarda per 2-1. A Modena invece, malgrado l’analogia dell’inferiorità numerica dalla mezz’ora per il rosso a Hermannsson (squalificato con il Bari), e la squadra è apparsa svuotata fisicamente e mentalmente. Il ko per 2-0 ci sta tutto. Adesso Aquilani ha avuto 15 giorni di tempo per lavorare su quei dettagli che servono per invertire la rotta. A cominciare dalla fase difensiva. Senza però snaturare il concetto di costruzione dal basso e di pressione alta. In vista del Bari, Aquilani potrebbe recuperare qualche pedina importante, forse anche Torregrossa, e da oggi, con Marius Marin, avrà completato anche il quadro del ritorno dei nazionali. Al netto delle difficoltà Aquilani ci crede perché lui stesso è il primo a non volere alibi. E il Pisa ha annunciato che Aquilani ha ottenuto il patentino Uefa Pro, il massimo per un allenatore, dopo aver discusso (relatore Renzo Ulivieri) la tesi dal titolo “L’occupazione del Campo”.

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