GP Cina: Rosberg da mondiale, Vettel da cineteca

Il pilota Mercedes vince a Shanghai dopo l'ennesima prestazione perfetta, Vettel secondo dopo una rimonta epica. E nei box rimprovera Kvyat
GP Cina: Rosberg da mondiale, Vettel da cineteca© EPA

ROMA - Il GP di Cina ha certamente appagato gli amanti dello spettacolo, stressato i cuori dei tifosi Ferrari, ma soprattutto esaltato i fan Mercedes grazie a un’altra cavalcata trionfale di Nico Rosberg, che vincendo la terza gara consecutiva della stagione inizia a involarsi in classifica. 

ROSBERG PERFETTO - La fortuna aiuta gli audaci: Rosberg, scattato dalla pole per la prima volta nel 2016 mentre il compagno di squadra Hamilton fremeva in ultima posizione, non è stato autore di una gran partenza. Passato subito dallo sfortunato Ricciardo, ha approfittato della foratura capitata alla Red Bull del sorridente australiano per conquistare la leadership. Poi è rimasto lì davanti gestendo la gara con una strategia perfetta: unico tra quelli davanti a partire con le soft ha allungato il suo primo stint fino al 21° giro, capitalizzando un vantaggio poi aumentato giro dopo giro fino a diventare abissale.

PARTENZA SHOW - Se il pilota Mercedes ha fatto tutto bene fin dall'inizio ed è stato aiutato dalla foratura di Ricciardo, per gli altri piloti la partenza è stata un incubo. Le Ferrari si sono tirate involontariamente la zappa sui piedi a vicenda, sorprese dall’attacco di Kvyat. Il pilota Red Bull è entrato come un missile all’interno di Vettel, costringendo il tedesco ad allargare andando a toccare il compagno di squadra Raikkonen e creando un caos che coinvolge poi Bottas e anche l’incolpevole Hamilton: entrambe le Ferrari e la Mercedes del campione sono costrette a tornare ai box praticamente subito. Strategie completamente da rifare, Rosberg subito in fuga e Massa e piloti come Massa e Alonso temporaneamente sul podio. 

VETTEL DA ANTOLOGIA - Il resto della gara è un susseguirsi di sorpassi con Vettel autore di una rimonta strepitosa effettuata con l’ala (la seconda) danneggiata, culminata con il furbissimo doppio soprasso in pit lane e il sorpasso di cattiveria su Kvyat al giro 37 che gli consegna il secondo posto. Prestazione altalenante quella di Hamilton: inizialmente il campione ha dato l'impressione di poter fronteggiare la sofrtuna imperante del week end, poi , nella seconda parte di gara si è come spento, forse demoralizzato dal fondo della monoposto danneggiato che non gli ha consentito di essere competitivo fino in fondo. Partito dall’ultima posizione e costretto a tornare subito ai box ha poi lottato fino alle posizioni di testa fino al bellissimo duello finale con Ricciardo: vince l’australiano, autore di una gara da applausi, che prima mette in scena “il sorpasso” della gara ai danni di Hamilton per poi bissare passando Massa e guadagnando la quarta posizione.

La cronaca della gara

KVYAT TROPPO CARICO - Gladiatoria anche la gara di Raikkonen, bravissimo a tagliare il traguardo in quinta posizione dopo l’inizio difficilissimo: trovatosi Vettel addosso è uscito di pista alla prima curva  Menzione speciale per Daniil Kvyat: il russo, alla seconda stagione in Red Bull, conquista il secondo podio in carriera dimostrando di non nutrire nessun timore reverenziale nei confronti dei tanti campioni che gli stavano davanti. Duramente rimproverato da Vettel nel retropodio per il suo sorpasso troppo aggressivo (e ricordando quanto accadde tra Senna e un giovane Schumy a Magny Cours nel ’92), ha replicato al quattro volte campione con un sorriso beffardo e un “stavo correndo”. E ha ragione: il suo start è stato molto aggressivo e rischioso, ma non scorretto. Kvyat ha sbagliato poi, cercando di buttarla sul ridere nel dopogara invece di mostrare maggiore rispetto a un quattro volte campione del mondo. 

GP di Cina: l'ordine di arrivo

ARRIVABENE E' STUFO - Nico Rosberg taglia per primo il traguardo sotto le tribune gremite del circuito di Shanghai, completano il podio Sebastian Vettel e Daniil Kvyat staccati rispettivamente di 37 e quasi 46 secondi, con il ferrarista che dopo il traguardo chiede cavallerescamente scusa al team e a Raikkonen per quanto accaduto in partenza, mentre Arrivabene lascia il muretto Ferrari sbottando “Mi sono stufato”. La morale del Gran Premio di Cina? I titoli mondiali si vincono col talento, con la macchina giusta e prendendo rischi. Ma soprattutto commettendo meno errori degli altri. E fino ad oggi Nico Rosberg non ha sbagliato praticamente nulla. 

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