PyeongChang, Pellegrino rilancia: «Non finisce qui»

L'argento vinta nella gara sprint individuale non sazia l'azzurro, che già pensa alle prossime gare: «Questa medaglia mi ha fatto crescere in convinzione e consapevolezza»
PyeongChang, Pellegrino rilancia: «Non finisce qui»© LAPRESSE

PYEONGCHANG - Ha appena conquistato una meravigliosa e forse persino inattesa medaglia d'argento, nella gara sprint a tecnica classica dello sci di fondo e ha portato all'Italia il terzo podio di un medagliere che inizia a farsi interessante. Eppure Federico Pellegrino, come sua natura, guarda già avanti, alle gare che restano ancora da disputare.  
«NON FINISCE QUI» - «Non finisce qui - dice infatti lo sprinter azzurro in un incontro con i giornalisti a Casa Italia - Il prima obiettivo era tornare a casa con una medaglia, adesso è diventato almeno una medaglia, ci sono riuscito nella gara in cui partivo da outsider, ma le gare non sono finite». Lui parla di medaglia vinta da outsider, ma in cuor suo sentiva di poterla centrare, tanto da confidare: «Una medaglia non cambia più di tanto. Ho lavorato molto per raggiungere questo traguardo, crescendo in convinzione e consapevolezza. Sono molto orgoglioso di quanto fatto, questo sì: sembrava impossibile, invece con tanto lavoro abbiamo portato a casa un risultato straordinario».
LA SFIDA A KLAEBO - Nella sua testa, però, c'è quell'ultimo gradino da scalare, con un avversario che ha un nome e cognome preciso: Johannes Hoesflot Klaebo. «Nella sprint in classico ha indubbiamente vinto l'uomo più forte - ammette il poliziotto aostano - Durante la gara ho studiato tanto il modo di correre dei miei avversari ed ho impostato la tattica più giusta dal momento che contava solo il podio. Questa medaglia mi fa crescere ulteriormente».
IL PENSIERO SUL DOPING - In uno sport in cui, di tanto in tanto, si materializza l'incubo di avversari che usano la scorciatoia del doping, Pellegrino prova a non farsi condizionare: «Non voglio e non posso pensare troppo a queste cose - dice in maniera netta - Io vado al cancelletto di partenza convinto che con gli avversari sia una lotta ad armi pari, altrimenti smetterei subito».

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