Sinner: "Match di grande sforzo mentale"
Ha sfidato il russo apertamente, Sinner, quasi costringendolo a servire con sempre maggiore veemenza, fino a fargli saltare qualche fusibile del suo impianto da robot con licenza di inventare colpi a sorpresa. Convinto, il nostro, di avere la mano salda per qualsiasi replica, e alla fine intorpidendolo al punto che la seconda di servizio del russo ha deciso di piantarlo in asso. Eppure, sebbene l’elenco delle migliorie apportate al gioco, e anche alla testa di Sinner sia sotto gli occhi di tutti («È stato un match di grande sforzo mentale, questo con Medvedev, molto duro da condurre in porto», ha assicurato con convinzione Jannik), niente mi trattiene dal pensare che nel piano di studi del ragazzo, sia stata inserita anche qualche pagina sul mitridatismo e i suoi molteplici benefici, che poi sarebbero essenzialmente quelli di rendersi immune alle potenti sostanze tossiche emesse dai propri avversari. Ora l’antidoto è stato trovato, l’energia oscura di Medvedev sembra appartenere davvero al passato.
I panni di Darth Sinner
O forse si sta rivelando meno potente di quella che ha preso a emanare lo stesso Sinner. Ma qui il discorso diventa da saga di Guerre Stellari, ed è meglio lasciar perdere. Anche se nei panni di Darth Sinner, il nostro ragazzo comincio a vedercelo. È stata una dura finale, al di là della durata (tre ore e 4 minuti) e del punteggio che alla fine ha costretto mamma Sinner ad asciugarsi una lacrima, per la commozione di vedere il suo bambino di un metro e novantuno, che le faceva ciao ciao con la manina mentre con l’altra alzava la Coppa. Nel terzo set lo sgambetto a Medvedev ha preso forma quando il russo si è convinto che giocando di potenza, ma in sicurezza, un colpo da una parte e uno dall’altra, Sinner si sarebbe ritrovato presto gambe all’aria. Un errore di valutazione misto a quel po’ di presunzione che Daniil non riesce proprio a dismettere. Il quarto game avrebbe dovuto insegnargli qualcosa… I due si sono confrontati su un game di 32 servizi, lungo quanto un set, nel quale il russo ha rimontato il 15-40 e ha avuto sei possibilità di tenere il servizio, ma ha concesso a Sinner nove palle break, l’ultima (finalmente) fatale.