WWE, Drew McIntyre: "Da ragazzo aspettavo il weekend per godermi i gol di Del Piero"

A pochi giorni dal suo incontro con Randy Orton a SummerSlam, l'attuale campione dei pesi massimi della World Wrestling Entertainment si racconta
WWE, Drew McIntyre: "Da ragazzo aspettavo il weekend per godermi i gol di Del Piero"

ORLANDO (Florida) - Sebbene evidentemente condizionato da una grande serie di difficoltà per via dello scoppio della pandemia di Covid-19, il 2020 per Drew McIntyre è stato memorabile. A gennaio è arrivata la vittoria della Royal Rumble, che gli ha permesso di "incassare" la chance titolata poi a WrestleMania 36 contro Brock Lesnar, vincendo per la prima volta in carriera la WWE Championship. Una cintura che non ha più mollato, sconfiggendo nel corso di questi mesi i vari sfidanti Big Show, Seth Rollins, Bobby Lashley e Dolph Ziggler.

Drew McIntyre vs Randy Orton a SummerSlam

A SummerSlam, questa domenica, sulla sua strada troverà un avversario ostico come Randy Orton: "Lo considero allo stesso livello di Brock Lesnar. E non a caso lo affronto a Summerslam, il più grande show dopo WrestleMania. Ho grande rispetto per lui, è da una vita in questo business. So cosa mi aspetterà. Lui è fenomenale sul ring, al microfono, ovunque. Sa apparire come l’uomo più cattivo sul pianeta. Ma lo aspetto domenica a SummerSlam". Sarà il primo PPV in cui sarà utilizzato ThunderDome, un servizio che tenterà di riavvicinare i tifosi alla WWE dopo le distanze forzate degli ultimi tempi: "Il pubblico è fondamentale per noi, non è semplice lavorare senza le loro reazioni, le loro emozioni. Ma tutto questo finirà questa settimana grazie all’introduzione di Thunderdome, che con un set all'avanguardia, schede video, giochi pirotecnici, laser, grafica moderna e droni con telecamere, porterà l'esperienza visiva dei fan della WWE a un livello senza precedenti. Sarà divertente, non vedo l’ora di vivere questa nuova atmosfera".

Un match da sogno con Tyson Fury in Europa

L'importante per lui è uscire ancora da WWE Champion, perché vuole arrivare così a un altro appuntamento: "Voglio affrontare Tyson Fury per il titolo, possibilmente in Europa. Uno la chance titolata se la deve guadagnare in genere, ma in questo caso farei un'eccezione. Farei tutto il necessario per ottenere un PPV nel Regno Unito, una cosa che non accade da SummerSlam '92. È passato così tanto tempo e i tifosi sono rimasti sempre appassionati. Sarebbe assolutamente un enorme successo. E se ci vuole McIntyre-Fury come main event per attirare l'attenzione anche di tutti quelli che non seguono il wrestling, allora ci penso io. Sono certo che riusciremo a fare questo incontro. Sarei addirittura disposto a organizzarlo al Celtic Park...". D'altronde Drew è un grande tifoso dei Glasgow Rangers: "Stiamo migliorando. Diciamo che i Rangers hanno avuto un po’ la mia stessa storia. Anche io sono dovuto ripartire da zero, per poi crescere giorno dopo giorno e tornare ad altissimi livelli. E così come io sono diventato WWE Champion (dice mostrando la cintura posta accanto a lui, ndr), adesso anche i Rangers devono tornare a vincere il campionato".

I ricordi della Serie A e Alex Del Piero

Non solo i Gers. Da ragazzo Drew McIntyre aveva anche un'altra passione: "Io guardavo il calcio italiano ogni weekend. In Scozia c’era un programma di approfondimento sui campionati esteri e la Serie A era quello che guardavo con più piacere. Il livello del calcio scozzese non è come quello inglese, dove ci sono sicuramente partite molto combattute e divertenti. Ma niente è come il calcio italiano, lì c’erano sempre i gol più belli e gli attaccanti più forti. Ricordo che quando ero ragazzo aspettavo sempre di vedere quelli di Del Piero. Mi sfregavo le mani mettendomi davanti alla televisione e dicevo: 'Chissà che gol fantastico avrà segnato questa settimana'".

Un'espulsione interruppe la sua carriera

Drew McIntyre il calcio lo conosce bene, lo ha anche giocato: "Amavo giocare ala destra e al tempo stesso calciare tutte le punizioni o i calci d’angolo. Ma il mio allenatore non era d’accordo, perché all’epoca ero una trentina di centimetri più alto di tutti gli altri, così lui voleva mettermi difensore centrale e mandarmi in area quando c'erano dei calci piazzati in nostro favore. Io non volevo giocare in difesa, alla fine il compromesso è stato quello di mettermi centrale di centrocampo, mentre per le punizioni non c'è stato niente da fare: 'Drew - mi diceva - tu devi sfruttare la tua altezza con i colpi di testa'. Così ho iniziato a giocare playmaker e riuscivo anche a segnare qualche gol da quella posizione". A 16 anni, però, ha deciso di dare l'addio: "L’ultima partita che ho giocato ho preso dei cartellini gialli per normali scontri di gioco. Non avrei dovuto prendere il rosso, non mi avrebbero dovuto espellere. Sul secondo giallo, poi, il mio avversario voleva saltarmi facendo passare il pallone alla mia sinistra e aggirandomi sulla destra, ma per farlo mi è venuto a sbattere addosso sulla spalla. Non era stata colpa mia, era lui che era venuto dritto su di me. Ma l’arbitro decise di tirare fuori il cartellino rosso. Avevo 16 anni, persi la testa e tentai di picchiare il direttore di gara. I giocatori e i dirigenti mi portarono fuori dal campo a stento. Mi ero arrabbiato molto, ero giovane (ride, ndr). In quel momento ho pensato che probabilmente avrei potuto sfruttare il mio fisico molto di più nel wrestling che nel calcio".

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