Caso Schwazer, il Tas dice no al ricorso: che succede ora

Anche il Tribunale di arbitrato sportivo si pronuncia contro la sospensione della squalifica di 8 anni: ora tutto dipende dalla Corte federale svizzera
Caso Schwazer, il Tas dice no al ricorso: che succede ora© ANSA

TORINO - Terzo no ad Alex Schwazer. Anche il Tas si è espresso contro il marciatore italiano e la sua corsa verso i Giochi di Tokyo. Dopo Wada e World Athletics, anche il Tas si è pronunciato contro la richiesta di sospendere la sentenza di squalifica per doping di 8 anni comminata dall’agenzia mondiale antidoping e dalla federazione internazionale di atletica. Schwazer e i suoi legali puntano ora sulla Corte Federale svizzera, l’unico tribunale della giustizia ordinaria di fronte al quale è appellabile una sentenza sportiva del Tas di Losanna. La battaglia per andare alle Olimpiadi è ripresa dopo che un ordinanza del Gip di Bolzano ha scagionato dalle accuse Schwazer, focalizzando l’attenzione sulle presunte scorrettezze e manipolazioni da parte della ex Iaaf e della Wada. L’obiettivo dei legali dell’ex azzurro è ottenere almeno una “sospensiva” che garantirebbe all’atleta di poter iscriversi alle gare internazionali e andare a caccia del minino olimpico.

Schwazer, lo sgomento del tecnico Donati

Si spera che si ripeta quanto accaduto per il caso del nuotatore cinese Sun Yang, la cui squalifica per doping di 8 anni è stata annullata. Per sperare di essere al via alle Olimpiadi di Tokyo, Alex Schwazer deve disputare entro giugno una gara ufficiale di marcia per mettere a segno il tempo limite di qualificazione. Ma l’ennesimo segnale di chiusura venuto dal Tas rende il cammino ancora più in salita. "Il responsabile del Tas è apparso tutt’altro che indipendente, respingendo il ricorso con le stesse motivazioni della Iaaf e della Wada", commenta Sandro Donati, preparatore di Schwazer. "Hanno temporeggiato? Noi aspettiamo l’atto principale, il ricorso al Tribunale federale svizzero per cui attendiamo ancora una risposta. Sarebbe dovuta arrivare l’altro ieri. Ma il fascicolo era ancora nelle mani del giudice istruttore. Al Tas l’avvocato si è basato sulla lettera della Wada e della Iaaf che si opponeva alla richiesta di sospensiva del tribunale di Bolzano, e l’ha utilizzata come punto di riferimento per dire che la loro posizione era già prevenuta", conclude Donati. Se dal Tribunale Federale svizzero dovesse arrivare un altro no, a Schwazer rimarrebbe come unica strada quella di rivolgersi alla Corte europea dei diritti dell’uomo

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