Marcell Jacobs lancia il 2022: "Il Mondo imparerà a conoscermi"

Una giornata sul Lago Maggiore con il campione olimpico, che ci ha raccontato come si sta preparando al ritorno alle gare
Marcell Jacobs lancia il 2022: "Il Mondo imparerà a conoscermi"

VERBANIA - “Jacobs. Marcell Jacobs”. Toccando quanto hanno di più sacro dopo la regina, il campione olimpico dei 100 metri potrebbe rispondere così la prossima volta che i britannici si chiederanno chi sia il presunto carneade che ha raccolto l’eredità di Usain Bolt. Scomodare l’agente 007 peraltro avrebbe anche un certo sapore olimpico, visto che la cerimonia inaugurale dei Giochi di Londra raggiunse il proprio apice proprio con la comparsa di Elisabetta II scortata da Daniel Craig, in versione James Bond. Del resto il sense of humour non difetta a Marcell che ieri, nel corso di una giornata trascorsa sul lago Maggiore tra incontri istituzionali e appuntamenti promozionali, ha autografato una splendida locandina di “Momenti di Gloria”. Quella firma, con accanto un 9”80 per ricordare il crono che gli è valso la medaglia d’oro a Tokyo, è stata posta proprio sull’Union Jack, la bandiera britannica che incornicia i volti di Eric Liddell e Harold Abrahams. Onore al passato, ma ad apporre il proprio sigillo sul presente è Marcell Jacobs, con buona pace del Times. Il presidente di World Athletics Sebastian Coe (che oltre a essere un campione olimpico è anche un lord inglese) si è smarcato dalle critiche della stampa britannica, ma la stessa federazione internazionale da lui presieduta non si è risparmiata la colpevole dimenticanza di Jacobs dalle nomination ad atleta dell’anno. «Marcell continui a fare quello che sa fare, correre veloce, e il premio arriverà» ha assicurato Coe. E proprio da qui inizia la chiacchierata con Jacobs. «Il ritorno alle gare si avvicina e adesso per me inizia una fase cruciale della preparazione» racconta il poliziotto bresciano, affiancato dal suo tecnico, Paolo Camossi.

A 48 giorni dal suo debutto (il 4 febbraio a Berlino) sente più pressione?

«No. Fin qui è andato tutto bene. Non vedo l’ora di poter correre al caldo: tra Natale e Capodanno partirò per Tenerife, dove mi allenerò per un mese»

Vista la pandemia, molti atleti hanno rinunciato ai raduni all’estero. Lei perché ha scelto di partire ugualmente?

«Perché resto in Europa e perché conosco bene il contesto in cui vivrò e andrò a lavorare: è il sesto anno di fila che vado a Tenerife per il raduno invernale».

Sono passati quattro mesi e mezzo da Tokyo. Come sono trascorsi?

«Se si escludono le due settimane di vacanza in Messico con Nicole, non ho mai smesso di allenarmi ».

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E c’è qualche campione al quale si ispira, nel modo di comportarsi da personaggio pubblico?

«Mi piace molto Lewis Hamilton. Ho avuto modo di conoscerlo a Monza e siamo rimasti in contatto via social. Nelle scorse settimane mi ha anche chiesto se sarei andato a vedere la gara ad Abu Dhabi».

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Cosa la spinge a misurarsi anche con i 200?

«Perché il mio primato personale (20”61, nel 2018 ndr) è vecchio e va abbassato. Serve un crono che dia più valore all’atleta che sono».

Nel 2024 avrà 30 anni. Non saranno troppi poi per raddoppiare?

«Mancano solo tre anni al 2024 e io non mi sento certo vecchio. Anzi».

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Oltre a un compagno di fatiche, nel 2022 introdurrà altre novità?

«Gli strumenti di lavoro saranno sempre gli stessi, dall’optojump che analizza la mia corsa con 240 fotogrammi al secondo, allo scudo motorizzato per correre senza resistenza del vento. Nei prossimi mesi però speriamo di avere anche un’arma in più».

Quale?

«Abbiamo chiesto di realizzare un rettilineo di 200 all’interno dell’impianto dell’Acqua Acetosa. Uno strumento per effettuare allenamenti e test in maniera ancora più efficace. Ci sarebbe davvero molto utile averlo».

Altri desideri da mettere nella lettera per Babbo Natale?

«Mi piacerebbe avere di nuovo i miei capelli lunghi e ricci, ma su questo punto mi sono più o meno rassegnato».

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