Ciclismo, Giro d'Italia: Evenepoel, un uragano che flagella gli avversari

Il belga della Soudal - Quick Step, vince la crono inaugurale infliggendo distacchi importanti: "Sono super felice. Il distacco di Roglic? Non ci faccio caso, io volevo solo vincere questa tappa"
Ciclismo, Giro d'Italia: Evenepoel, un uragano che flagella gli avversari© LAPRESSE

Il sole baciava il mare d'Abruzzo, le onde leggere stanche si spegnevano su scogli e sabbia. La Costa dei Trabocchi era la morbida cornice che abbracciava la prima cronometro del Giro d'Italia, un assaggio d'estate sconvolto da un vero e proprio uragano. Accecante, abbacinante la prova di forza di Remco Evenepoel in una prova contro il tempo che ha messo in fila i secondi come punti esclamativi. Se mai ci fosse stato bisogno di una chiave di lettura con cui entrare nelle pieghe del primo Grande Giro della stagione il fenomeno belga ne offre una perentoria e precisa: tocca agli altri inseguirlo, sin da subito. Da Fossacesia Marina a Ortona il campione del mondo in linea - con un casco a dir poco curioso ma, conti alla mano, efficace per ridurre al minimo l'attrito dell'aria in una prova in cui i dettagli fanno la differenza - ha divorato asfalto e avversari, in un testa a testa con Ganna e Roglic che ha fatto capire sin da subito chi avrebbe avuto sulle spalle la prima rosa del Giro. Al primo intermedio i distacchi erano già voragini: Evenepoel guidava con 12 secondi su Ganna e 26 su Roglic. Ai piedi della salita per Ortona, il belga aumentava rispettivamente a 15 e 42 il proprio margine sul piemontese e sullo sloveno. Al traguardo, il verdetto impietoso. Ganna, il primo degli umani, terminava secondo a 22 secondi mentre Roglic chiudeva sesto a 43, riuscendo a limitare le perdite sulle pendenze più dure di giornata.

Le parole di Evenepoel

«Sono super felice, è il massimo che potevamo ottenere in questa prima frazione» il sorriso di Evenepoel al traguardo. «Prima della partenza pensavo che mi sarebbe servito un tempo sui 21’30” per vincere, alla fine sono riuscito ad arrivare fino a 21’18”. Non ho sbagliato di molto. Il distacco di Roglic? Non ci faccio troppo caso, ho solo provato a vincere questa crono e fortunatamente ci sono riuscito». E se il margine sull'italiano dell'Ineos Grenadiers ci dà l'istantanea esatta sulla forma attuale del belga della Soudal Quick-Step, quello sul capitano della Jumbo-Visma ci offre un prospettiva potenzialmente inquietante per le chance di vittoria finale dello sloveno uscito con le ossa rotte dal primo scontro diretto con l'atteso rivale. Anche perché l'ordine d'arrivo della cronometro inaugurale ci dice che la platea di possibili terzi incomodi è particolarmente affollata. Il terzo posto del portoghese Joao Almeida (a 29 secondi da Evenepoel) merita una sottolineatura particolare, tanto quanto il quarto del britannico Geoghegan Hart (staccato di 40) e il settimo dell'australiano Jay Vine (compagno di squadra di Almeida, finito a 46 secondi dal vincitore di giornata). Tra i delusi di giornata, invece, Kamna (1'23" di ritardo) e la coppia di leader della Bahrain-Victorious composta da Caruso (a 1'28") e Haig (a 1'36"). «Ci siamo detti che potremmo tenere la maglia rosa almeno fino alla quarta tappa (quella con le prime salite e l'arrivo a Lago Laceno, ndr) - l'ipotesi svelata da Evenepoel -, magari ci sarà l'occasione per lasciarla e gestire la corsa in maniera diversa. Questa vittoria resta comunque un gran bel modo per tornare al Giro». Fa buon viso a cattivo gioco Primoz Roglic: «Le gambe andavano, sono soddisfatto - ha detto lo sloveno -. Mancano ancora venti tappe alla fine: vince chi è in testa alla fine della corsa. È chiaro che l’obiettivo è quello di vincere sempre, ma resto ottimista dopo questa prima giornata». La strada sembra comunque in salita per la sua Jumbo-Visma, come la pioggia di defezioni nei giorni precedenti lasciava presagire. «Sono arrivato in hotel alle 3 del mattino» ha svelato il 21enne Thomas Gloag, chiamato letteralmente all’ultimo momento per rimpiazzare Jan Tratnik e ieri giunto a oltre 3 minuti da Evenepoel. La rincorsa è solo agli inizi.

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