Van der Poel vola sul pavé ed è leggenda: l’analisi del trionfo

L’olandese si ripete e fa sua la Parigi-Roubaix: un imperioso attacco a 60 km dal traguardo, la fuga in solitaria verso il successo e la 6ª Monumento
Van der Poel vola sul pavé ed è leggenda: l’analisi del trionfo© /Agenzia Aldo Liverani Sas

Dalla ruota infernale di Roubaix esce il numero 13. Settore di pavè numero 13, Orchies. Difficoltà media per un atleta al via dell'Inferno del Nord, una sofferenza infinita per un comune mortale. Sessanta chilometri dal traguardo, un'eternità, sebbene il gruppo si fosse già spaccato più volte e talvolta ricomposto, superata indenne la tanto temuta chicane all'ingresso di Arenberg. Lì, Mathieu Van der Poel ha deciso che era il momento di sferrare l'attacco decisivo. Gli indugi s'erano infranti chilometri e chilometri prima, con ventagli e un gruppo dei favoriti già assottigliato a metà gara. Dovevano controllare tutto il gruppo, lui e la sua Alpecin-Deceuninck. Con un Jasper Philipsen tirato a lucido e un Gianni Veermersch capace di stoppare ogni parvenza d'attacco altrui, il gioco è stato più facile del previsto. La squadra dei fratelli Philip e Christophe Roodhooft piazza il vincitore della Sanremo al 2º posto – come un anno fa – e il 31enne gregario di Roeselare Veermersch al 6º, e con Van der Poel riesce ad imporsi in tutte e tre le prime classiche Monumento dell'anno.

Le parole di Van der Poel

Un primato sensazionale che parte da un assunto semplice: quando hai i corridori più forti in squadra, devi correre per loro. Mathieu Van der Poel era, ancora una volta, il più forte alla partenza di Compiegne e lì, a Orchies, ha deciso di farlo vedere al mondo intero. L'attacco sulle pietre è stato violento e profondo e ha colto di sorpresa un Mads Pedersen generoso, sfortunato e fumoso nella sua voglia di spaccare il mondo. Al Fiandre, 44 km in fuga solitaria. Alla Roubaix - la sua 2ª in carriera - 60 alla velocità media più alta di sempre nell'Inferno del Nord, 47,85 km/h. Monologhi di potenza e di talento. Ci sono i tifosi poco rispettosi - una sparuta ma triste costante della stagione al Nord - che stavolta gli hanno gettato birra, acqua e pure un cappellino tra i raggi della ruota posteriore della sua bici, senza conseguenze. Prima o poi arriveranno le polemiche sulla noia, sulle gare che si decidono ancor prima di iniziare, sulla dittatura dei migliori che non lascia spazio al resto del gruppo. Nel frattempo, è giusto godersi lo spettacolo. «Da inizio stagione il mio obiettivo era quello di rendere onore alla maglia da campione del mondo che indosso – ha spiegato Van der Poel -, ma tutto questo supera anche le mie aspettative».

Il sorriso di Philipsen

Adesso, per l'iridato, Amstel e Liegi. Alla Doyenne tornerà a sfidare Tadej Pogacar, appena sorpassato nella classifica dei corridori con più Monumento in attività: 6 contro 5. A proposito di numeri, i 3 minuti rifilati al compagno di squadra Philipsen rappresentano il margine più esteso di un vincitore della Roubaix nei confronti del secondo classificato dai 3'04" di Museeuw nel 2002. «Abbiamo superato noi stessi come squadra – il sorriso di Philipsen -. Io e Gianni (Veermersch, ndr) eravamo nel gruppo alle spalle di Mathieu e abbiamo visto gli altri che si scoraggiavano». Un senso di superiorità, quello emanato da Van der Poel, che ha travolto tutto. «Ha giocato con tutti noi» l'ammissione di Pedersen. Da sottolineare il settimo posto del 21enne neozelandese Laurence Pithie, atteso al via del Giro d'Italia il prossimo 4 maggio. Poca Italia stavolta, pochissima. Anche perché ce n'era troppa nella prima caduta di giornata: Viviani è stato costretto a ritirarsi subito, Milan – furibondo con un fotografo che indugiava su di lui ancora dolorante – ha alzato bandiera bianca poco dopo, esattamente come Bettiol. Andrea Pasqualon, cinquantesimo a oltre 9 minuti e mezzo, il migliore dei soli tre italiani arrivati al traguardo nel tempo limite.

L'ordine d'arrivo

Compiegne-Roubaix (259,7km): 1. Van der Poel (Ola) in 5h25’58” (media di 47,8 km/h); 2. Philipsen (Bel) a 3’; 3. Pedersen (Dan) st; 4. Politt (Ger) st; 5. Kung (Svi) a 3’15”; 6. Veermersch (Bel) a 3’47”; 7. Pithie (Nze) a 3’48”; 8. Meeus (Bel) a 4’47”; 9. Waerenskjold (Nor) st; 10. Mihkels (Est) st; 50. Pasqualon a 9’34”; 71. Affini a 11’44”; 72. Mozzato st.

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