Padel, la parola all'esperto: fare un impianto con un occhio alla legge

L'avvocato Manlio Lentini spiega quali sono le normative da rispettare per non incorrere in conseguenze anche pesanti
Padel, la parola all'esperto: fare un impianto con un occhio alla legge

Passione ed investimenti. Sono in tanti gli imprenditori che, da grandi amanti del padel, hanno pensato di creare business con il loro sport del cuore. Ma per costruire nuovi campi da gioco bisogna muoversi in un perimetro ben definito. A far chiarezza sui profili urbanistici edilizi da rispettare in merito alla realizzazione di un impianto, è l'avvocato Manlio Lentini, esperto nel settore. Da molti anni è un grande appassionato di padel, sport al quale si è avvicinato all’inizio con una certa diffidenza - come la maggior parte dei puristi del tennis - salvo poi venire "travolto" dal suo spirito competitivo e goliardico allo stesso tempo. Lentini, vivendo e lavorando tra Roma e Palermo (luoghi dove
il padel è letteralmente esploso) ha avuto l'opportunità di abbinare questa grande passione al proprio ambito professionale. Insieme ai propri colleghi dello Studio Legale e Tributario Materia ha infatti approfondito gli aspetti necessari alla realizzazione di un campo da padel che ormai non può prescindere da un’attenta consulenza
preliminare in merito agli aspetti normativi tipici del settore edilizio/sportivo.

"Attenzione ai risvolti penali"

"Ciò che sembra apparentemente semplice, semplice in realtà non è", dice lui. "L'installazione di un impianto sportivo spiega infatti l'avvocato - necessita di importanti approfondimenti normativi per non incorrere in violazioni che  potrebbero avere pesanti ripercussioni. Si pensi ad esempio a un diniego amministrativo o peggio a un blocco dei lavori con relativi sequestro del cantiere e gli inevitabili risvolti penali. Innanzitutto è bene ricordare che progettare un campo da padel significa dover pensare non solo al mero rettangolo di gioco ma anche al corredo di tutti gli impianti connessi e necessari come servizi igienico sanitari, spogliatoi, uffici, magazzini, parcheggi e altro". Le trappole sono infatti dietro l'angolo. Lentini prosegue: "Occorre, in via preliminare, verificare se l'area identificata abbia una destinazione di piano regolatore compatibile con il progetto che si vuole realizzare, quindi la presenza di eventuali vincoli ambientali/urbanistici. Risolto il profilo “regolatorio” occorrerà poi approfondire le peculiarità dell’intervento che si vuole realizzare, verificando dimensioni, strutture indoor o outdoor, preesistenza di strutture sportive, rispetto delle distanze da confini privati o da viabilità pubblica. La prassi prevede il deposito di una Scia, ovvero un permesso di costruire (nel caso ad esempio di realizzazione ex novo sia dell'impianto da gioco e sia degli edifici connessi)". Insomma: norme, vincoli e parametri dentro cui bisogna sapersi districare per evitare guai. "Naturalmente - conclude Lentini - i singoli regolamenti comunali o persino le normative di settore delle regioni a statuto speciale possono prevedere regole, obblighi e iter autorizzativi del tutto differenti da caso a caso".

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