Gonzalez: "Sogno di essere il n.1 al mondo"

Le ambizioni di Momo, promettente talento
Gonzalez: "Sogno di essere il n.1 al mondo"

Spagnolo, nato il 21 febbraio 1997 ad Antequera, Jerónimo González Luque - per tutti Momo - è uno dei giocatori più eclettici e promettenti del circuito, e vederlo giocare è un vero spettacolo. Persona sempre sorridente, ricopre al momento la posizione n.13 del ranking WPT. Gioca in coppia con un altro giovane fenomeno, Miguel Yanguas, con cui meno di due settimane fa ha vinto la tappa del WPT Reus Costa Daurada Open 500. Il 2021 è stato il suo anno, dove ha vinto con la nazionale spagnola l’Europeo a Marbella e il Mondiale in Qatar.

Quali sono le tue aspettative per questa stagione?

«Io e Mike vogliamo diventare una coppia sempre più competitiva, sarà dura per tutti quest’anno, siamo molto carichi e dovranno sudare ogni volta per batterci (ride, ndr)».

Cosa ne pensi di tutti questi circuiti che vi portano da una parte all’altra del mondo?

«Di sicuro è faticoso e stressante! Passiamo molto tempo lontano da casa ad allenarci e purtroppo ogni tanto si vede la nostra stanchezza durante alcune partite e credo che questo vada a discapito anche dello spettacolo e del pubblico».

Su quali giovani punteresti come future star?

«Direi David Gala, Guille Collado e Pablo Cardona».

Preferisci giocare outdoor o indoor?

«Al coperto, si gioca molto meglio senza il sole e il vento».

Quali sono i tre giocatori migliori nella storia del padel nella categoria maschile e femminile?

«“Bela”, Juan Martin e Lebron, mentre nelle donne la Salazar, Carolina Navarro e Gemma Triay».

Chi è il tuo coach?

«Al momento è Guti, mi piace la sua semplicità, dedizione al lavoro e il suo modo di lettura del padel».

Nei vostri allenamenti sono previste anche lezioni in cui si studiano gli aspetti tecnici Jeronimo Gonzalez Luque, per tutti Momo, 26 anni, n. 13 del ranking WPT Le ambizioni di Momo Gonzalez, promettente talento e tattici visionando le vostre precedenti partite o quelle dei vostri avversari?

«Assolutamente sì, penso che sia fondamentale».

Se potessi “rubare” un colpo a un giocatore?

«La “pegada” di Tapia».

Che consigli daresti a un giocatore amatoriale?

«Divertirsi, non sentirsi frustrati quando le cose non vanno e non abbattersi, perché con la pratica tutto migliora».

Se non fossi un giocatore professionista, quale lavoro ti piacerebbe fare?

«Sempre qualcosa legato allo sport, perché è la mia vita e non mi vedo in altri contesti».

Che racchetta usi e quali sono i tuoi sponsor?

«Gioco con una Puma, che è anche il mio sponsor per l’abbigliamento e le scarpe. A breve sarà presentato anche un nuovo modello, non vedo l’ora».

Sogno nel cassetto?

«Essere il numero 1 al mondo».

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