Sei Nazioni, l’Italia ha cambiato volto: Allan il migliore

Gli Azzurri spaventano l'Inghilterra nel primo tempo, poi i bianchi salgono in cattedra. Il ct Quesada: "Contento del carattere mostrato"
Sei Nazioni, l’Italia ha cambiato volto: Allan il migliore© ANSA

L’Italia ha messo in difficoltà l’Inghilterra, questo in sintesi l’esordio degli azzurri ieri all’Olimpico nel primo match del Guinness Sei Nazioni. Il punteggio finale: 27-24 per l’Inghilterra. La partita ha avuto due volti ben distinti: il primo tempo era terminato con la nazionale azzurra in vantaggio per 17-11. Forse neppure il più ottimista degli ottimisti poteva pensare a un parziale simile. Nella seconda frazione di gioco, l’Inghilterra non ha dato respiro agli azzurri e al 45’ aveva ribaltato la situazione, dominando sino a tempo scaduto, quando Monty Ioane ha realizzato una meta stupenda che permetteva all’Italia di conquistare il punto di bonus difensivo. Un Italia diversa, quella vista ieri, con il nuovo ct Gonzalo Quesada, anche se i titolari erano gli stessi o quasi dell’ultimo Mondiale, è parsa molto più combattiva.

Allan, perfetto o quasi

L’inizio vedeva gli azzurri molto concentrati, Alessandro Garbisi andava in meta esaltando i quasi 60mila presenti sugli spalti, l’altra meta azzurra era di Tommaso Allan. Il giocatore del Perpignan non ha sbagliato nulla o quasi, eccezion fatta per un calcio dalla piazzola nel secondo tempo (60’), quando la squadra di Steve Borthwick, stava dilagando. Tre punti avrebbero invertito, forse, il corso della partita. L’estremo italiano è un punto fermo della Nazionale, per visione di gioco, calci di punizione (3/4) e meta segnata. Tre sono state le segnature degli azzurri, tante quante quelle inglesi, che nel possesso, nelle mischie e touches sono stati migliori dei nostri. Una battaglia nel secondo tempo con poco possesso da parte nostra ha permesso agli inglesi (terzi nell’ultimo Mondiale) di ribaltare la partita, con un lungo monologo, costituito da continue palle alte. Nelle fila dei bianchi, in evidenza oltre Ethan Roots per i metri conquistati, il mediano di mischia Mitchell autore di una pregevolissima seconda meta, nella seconda frazione di gioco ha pure fatto entrare gente di provate esperienza come Sam Care, e Dan Cole in due sfiorano i 200 caps. L’Italia esce comunque rinfrancata e convinta di poter disputare un buon torneo, se si pensa che i bookmaker davano l’Italia perdente di almeno 22 punti! Alla fine, il divario è stato solo di tre.

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Le parole di Quesada e Lamaro

In evidenza tra le fila azzurre oltre ad Allan, Menoncello e Brex. Al termine del match, Gonzalo Quesada ha ammesso di aver cercato di mischiare le carte, parlando di un gioco al piede da parte nostra, che poi non si è visto: «Abbiamo fatto credere che puntavamo su quello, ha candidamente ammesso, invece, non vogliamo solo calciare, ma pure attaccare come si è visto in campo. Sono contento del carattere mostrato, specie quando abbiamo difeso a un metro dalla nostra linea di meta, meno bene il possesso dell’ovale, nel gioco aereo e nelle rimesse laterali. Meglio di certo i primi 40'». Significative parole capitan Michele Lamaro: «L’atteggiamento che abbiamo avuto in campo è quello giusto, dovevamo gestire meglio l’ovale nel secondo tempo. A partire da domani testa all’Irlanda». Infatti, domenica 10 (ore 16.) gli azzurri saranno in campo a Dublino con la favorita del Torneo che venerdì ha asfaltato la Francia a Marsiglia.

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L’Italia ha messo in difficoltà l’Inghilterra, questo in sintesi l’esordio degli azzurri ieri all’Olimpico nel primo match del Guinness Sei Nazioni. Il punteggio finale: 27-24 per l’Inghilterra. La partita ha avuto due volti ben distinti: il primo tempo era terminato con la nazionale azzurra in vantaggio per 17-11. Forse neppure il più ottimista degli ottimisti poteva pensare a un parziale simile. Nella seconda frazione di gioco, l’Inghilterra non ha dato respiro agli azzurri e al 45’ aveva ribaltato la situazione, dominando sino a tempo scaduto, quando Monty Ioane ha realizzato una meta stupenda che permetteva all’Italia di conquistare il punto di bonus difensivo. Un Italia diversa, quella vista ieri, con il nuovo ct Gonzalo Quesada, anche se i titolari erano gli stessi o quasi dell’ultimo Mondiale, è parsa molto più combattiva.

Allan, perfetto o quasi

L’inizio vedeva gli azzurri molto concentrati, Alessandro Garbisi andava in meta esaltando i quasi 60mila presenti sugli spalti, l’altra meta azzurra era di Tommaso Allan. Il giocatore del Perpignan non ha sbagliato nulla o quasi, eccezion fatta per un calcio dalla piazzola nel secondo tempo (60’), quando la squadra di Steve Borthwick, stava dilagando. Tre punti avrebbero invertito, forse, il corso della partita. L’estremo italiano è un punto fermo della Nazionale, per visione di gioco, calci di punizione (3/4) e meta segnata. Tre sono state le segnature degli azzurri, tante quante quelle inglesi, che nel possesso, nelle mischie e touches sono stati migliori dei nostri. Una battaglia nel secondo tempo con poco possesso da parte nostra ha permesso agli inglesi (terzi nell’ultimo Mondiale) di ribaltare la partita, con un lungo monologo, costituito da continue palle alte. Nelle fila dei bianchi, in evidenza oltre Ethan Roots per i metri conquistati, il mediano di mischia Mitchell autore di una pregevolissima seconda meta, nella seconda frazione di gioco ha pure fatto entrare gente di provate esperienza come Sam Care, e Dan Cole in due sfiorano i 200 caps. L’Italia esce comunque rinfrancata e convinta di poter disputare un buon torneo, se si pensa che i bookmaker davano l’Italia perdente di almeno 22 punti! Alla fine, il divario è stato solo di tre.

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