È più difficile lavorare con Sofia Goggia o essere Sofia Goggia?
«Lavorare con me è molto semplice, perché sì c’è un carico di responsabilità ma è direttamente proporzionale agli obiettivi che ti poni, e soprattutto non sono una che si tira mai indietro. E chiaro poi che a livello personale essere Sofia Goggia ogni tanto non è semplice. Vivo me stessa con semplicità. Essere il personaggio che sono diventata mi viene naturale. La mia difficoltà ogni tanto è di convivere con la ragazza che sono indipendentemente da quello che faccio, ma sto migliorando anche su questo fronte».
In effetti sui social abbiamo visto una svolta più “personale”, anche più modaiola, donna.
«È vero. Ho lavorato tantissimo, ma ho fatto uno scatto in più nella gestione dell’energia e nella capacità di aver piacere anche solo di parlare con qualcuno che conosco e apprezzo. Mi rigenera. E ho capito che devo curarmi di più, perché significa curare di più la donna Sofia».
Fidanzata?
«No, niente fidanzatoni».
Sofia donna come vive quest’epoca di grandi incertezze e paure?
«Sono preoccupata. Gli atleti di élite non hanno problemi, mi sento protetta. Ma già i giovani che vogliono vivere di sport possono avere difficoltà. Come persona è giusto essere tutti allarmati, soprattutto per la crisi energetica. Penso al sistema montagna e sci, che è in pericolo, tanto più con i cambiamenti climatici e sempre meno neve naturale in arrivo. Per questo guardo con attenzione a quello che sta facendo l’Italia e l’Europa».
Come valuta la svolta politica post-elettorale?
«Intanto bisogna vedere se c’è questa svolta. Non ho una soluzione. Mi sento solo di dire che in un periodo difficile come questo bisogna prendere decisioni forti e avere una linea decisa».
È stata tra le prime a tagliarsi una ciocca di capelli in solidarietà con le donne iraniane: come giudica quanto sta succedendo ai Mondiali di calcio in Qatar?
«Impedire di esprimersi e lanciare messaggi importanti, perché? Io sono contro ogni pregiudizio e difendo con forza i diritti e le libertà, specie quelle delle donne. Ma ancor più c’è un problema di sostenibilità. Si parla tanto di crisi energetica e di cosa dobbiamo fare per limitare i consumi ed essere sostenibili e poi vediamo stadi nel deserto con l’aria condizionata e costruiti sui lavoratori morti senza diritti. Lo trovo allucinante. Come quello che ho sentito».
Ovvero?
«La proposta di disputare i Mondiali di sci del 2029 in Qatar, in impianti indoor, su piste artificiali. Sembra di vivere già nel metaverso. Un’idea che va totalmente contro la storia e il futuro, il concetto stesso di sostenibilità».