Bassino supergigantessa: secondo oro ai Mondiali sci

Dopo il trionfo della Brigone in combinata, ecco quello della cuneese che brucia di 11 centesimi la Shiffrin: "Ho voltato pagina dopo la delusione di lunedì, questa medaglia vale più di tutto, è meravigliosa". I campionati di Courchevel-Méribel parlano solo italiano tra le donne e la Goggia (11ª) punta alla discesa di sabato: "Due gare due ori, giusto per non mettermi pressione..."
Bassino supergigantessa: secondo oro ai Mondiali sci© Getty Images

TORINO - Due gare e due ori sentenziano che il mondo dello sci è rosazzurro. Se Federica Brignone l'ha combinata grossa all'esordio di lunedì, Marta Bassino si mette al collo la medaglia che ne certifica la supergigantessa. Nel giorno in cui le Fab Four della neve non riescono a mettere insieme tutti i pezzi e le note alte per una prova corale, a emergere è la più piccola. E non solo per età (la cuneese di Borgo San Dalmasso ha 26 anni, le altre stelle azzurre tutte ultra trentenni).

Come Stefania Belmondo

Nel superG lo scricciolo d'oro, proprio come la compaesana Stefania Belmondo, l'italiana più vincente della storia invernale a cinque cerchi (nel fondo), mette in pista tutte le qualità di chi sa gestire ogni ritmo e spinta, anche se in un tracciato reso più filante possibile proprio per mettere in difficoltà le azzurre, regine delle curve, paga dazio all'inizio. Molto dazio, con uno degli ultimi primi intertempi. Sul dritto, facile. Poi si scatena e fa la differenza proprio nei dossono ciechi con cambio di luce che l'avevano tradita nel superG della combinata. È la più dritta, coraggiosa, spianata la Bassino, interpretando alla perfezione la gara ibrida comparsa a metà Anni 80 e che ha regalato grandi soddisfazioni all'Italia, con 5 ori e 4 argenti iridati dalla doppietta di Isolde Kostner a Sierra Nevada '96 e Sestriere '97 all'oro di Dominik Paris e all'argento di Sofia Goggia ad Aare 2019. Sulla Roc de Fer di Méribel, la pista del trionfo olimpico di Deborah Compagnoni ad Albertville '92 proprio in superG, arriva il sesto oro mondiale con Marta Bassino, la più concreta e vera, come le lacrime alle quali si lascia subito andare dopo una lunga sofferenza nel leader's corner, fino all'harakiri nelle ultime curve della neozelandese d'Italia Alice Robinson.

Bassino: “Felicissima, ma che ansia!”

«Sono felicissima, ma che ansia: vedere dopo di me tutte prendere un grande vantaggio all'inizio e poi man mano finire dietro è stato uno stillicidio» racconta la cuneese, che ha bruciato la regina americana Shiffrin per 11 centesimi e l'accoppiata di bronzo Huetter (austriaca)-Lie (Norvegese) di 33. «Ho fatto un bell'ultimo tratto. Mikaela è stata davvero carina: è venuta ad abbracciarmi e mi ha detto che era felice per me». Una liberazione, quella di Marta, perché se due anni fa a Cortina aveva già vinto un oro mondiale (nel parallelo), da "tradizionalista" dello sci non era soddisfatta. Voleva di più, voleva il suo gigante e il superG, nel quale ci ha sempre creduto (4 dei suoi 28 podi, compresi gli ultimi due a St.Anton e Cortina) pur non avendo mai vinto in specialità. Ci riesce nella grande occasione, che finora aveva un po' fallito (nonostante appunto il trionfo nel parallelo 2021 e vanti un bronzo a squadre, ma senza scendere in pista, a St.Moritz 2017): mai in top ten ai Mondiali tra gigante e superG, 5ª alle Olimpiadi di PyeongChang 2018. «Non ho parole, provo un misto di sofferenza e meraviglia - racconta Marta -. Sono riuscita davvero a mettere in pista tutta me stessa e quello che avevo in testa. La chiave è stata voltare subito pagina dopo l'uscita in combinata e prendere quello che c'era di buono di quel giorno. Mi sono lanciata senza rimpianti e per non averne, spingendo tutte le curve. E sì, questo è un oro che corona anni di lavoro, qualcosa di più forte del parallelo di Cortina. Incredibile».

Il risultato delle altre azzurre

Delusa invece l'altra Italia, soprattutto Elena Curtoni (15ª a un secondo), che dopo aver meritato il posto fisso tra le Fab Four non riesce a scaricare i cavalli e neppure a pennellare le curve. Federica Brignone dal dominio di lunedì nel superG della combinata (poi trasformato in oro) non mette in pista la tigre che c'è in lei (8ª) e come sempre fa autocritica. Peccato perché il podio dista appena 22 centesimi. «Un superG più facile e lento del previsto. Bisognava attaccare e io non ci sono riuscita del tutto. In più ho sbagliato nel passaggio dalla luce all'ombra, dove ho tenuto troppo e perso velocità. Ora mi riposo e punterò tutto sul gigante». Niente prove oggi e domani e quindi discesa sabato. La gara sulla quale punta tutto Sofia Goggia, 11ª a 76 centesimi, 2 davanti alla slovena Stuhec, apparsa probabilmente come la rivale più pericolosa.

La battuta di Sofia Goggia

«Fede d'oro in combinata, Marta adesso in superG... giusto per non mettermi pressione» sorride la bergamasca senza voce per l'influenza presa nel "freddo" di Dubai. La sua è stata una prova solida, dopo le cadute e il crac di un anno fa in superG era impensabile vederla al top. «Chiaro, ho un po' di cosette da recriminare, ma in complesso è andata bene. Un superG che mi fa ben sperare per la discesa» assicura la Goggia, che già domani tornerà in pista per la seconda prova cronometrata. Ora spazio agli uomini, che ieri hanno effettuato la prima (per la gara di domenica) a Courchevel. Prova dominata dal norvegese Kilde davanti a un grintosissimo Christof Innerhofer, che non vuole accontentarsi solo del posto nel superG di domani, ma soprattutto lanciarsi sull'onda del trionfo della Bassino per risognare il podio, lui che è stato campione del mondo della specialità a Garmisch 2011. E attenti a Paris e Matteo Casse. Alla voglia degli uomini di non essere da meno delle donne.

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