Sofia Goggia si racconta: "Amo senza amarmi. Le cicatrici ti segnano"

La bergamasca si racconta come non ha mai fatto. E a fine mese lancia la corsa alla quinta coppa di discesa e alla prima in superG
Sofia Goggia si racconta: "Amo senza amarmi. Le cicatrici ti segnano"© EPA

L’abbiamo lasciata sette mesi fa mentre alzava la quarta Coppa del Mondo (terza consecutiva) di discesa in una stagione segnata anche dalla delusione Mondiale e dall’ennesima impresa di Wonder Woman, passando in poche ore dalla sala operatoria alla vittoria con una mano fratturata e ancora sanguinante. L’abbiamo seguita tutta la primavera e l’estate slalomeggiando tra il gossip del presunto fidanzamento con Massimo Giletti e i post sui lavori massacranti in palestra a Verona e sulle piste della Patagonia, con tanto di caduta, mentre però cercava di imparare la bachata. E ora che è tornata in Italia e mancano tre settimane al via di un’annata dedicata solo alle sfere di cristallo (e ne vuole due), Sofia Goggia si racconta come non ha mai fatto. Difendendo come inviolabile la sua intimità degli affetti, ma raccontandoci come la vive. Chi è e chi è diventata. Una donna da ascoltare e ammirare. Non solo sugli sci.

Sofia, sa che con quella caduta postata sui social in una serata di bachata durante il raduno in Argentina s’è giocata la partecipazione a Ballando con le Stelle?

«Che figura… La cosa simpatica è che quella serata-corso di baciata l’aveva organizzato la Brignone e l’unica a fare casino e a cadere chi è? Io, ovviamente, con tanto di inguardabili calze a fantasmino. Vabbè, ci siamo tutte fatte una grande risata. La dimostrazione che in squadra c’è un bel clima, rilassato».

In effetti l’abbiamo vista ciacolare a lungo con Federica durante il Media Day Fisi.

«Abbiamo parlato di tante cose, non di sci. Di vestiti per la sera, anche di fidanzati, sì. È da un po’ che succede tra noi. Alla fine l’epoca della rivalità è passata. Siamo donne di trent’anni, ognuna con la sua strada, dobbiamo avere la maturità per capire che stiamo vivendo un’altra fase». 
 
Ecco, in quale si colloca Sofia Goggia?

«Sono in una fase della mia vita in cui non sono più una giovane ragazza, una iena che pensa solo a vincere, ma mi sento una giovane donna, consapevole di quello che posso fare e soprattutto di me stessa. Penso che sia bello. Ti senti ancora giovane, ma sai cosa vuoi e come ottenerlo. Non parlo soltanto a livello sportivo, ma anche di me stessa come donna. Insomma, sono nella fase della maturità». 

E le piace?

«Sì, molto. E devo dire anche che mi piace come sono, io stessa»

Tutto questo come si trasporterà in pista?

«Non lo so. Mi auguro di riuscire a trovare questa maturità più in un’ottica generale, senza vivere come se fosse l’ultimo giorno sulla neve, né con il fuoco del principiante, né con l’ossessione dell’insicuro, bensì con la calma del giusto».

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«Non credo, ma alla fine chi è diavolo nel dna resta sempre un diavolo. Magari lo coprirò un po’…». 
Come la sua amica Vonn ha tante cicatrici sul corpo, l’ultima sulla mano sinistra per il giorno da eroina di St.Moritz. 
«Il braccio sinistro è abbastanza osceno e la cicatrice sulla mano brutta perché mi hanno operato il pomeriggio del venerdì e il sabato mattina me la sono scotchata per vincere. Ovvio che mi ha fatto infezione e che la cicatrice sia brutta, ma quando toglierò la piastra farò anche un intervento di chirurgia estetica per sistemare la pelle».

Quando si guarda allo specchio che effetto le fa?
«Non voglio passare per chi non sono, ma mi sento bella così. Alla fine le cicatrici e i dolori fisici guariscono, sai che il tempo aiuta. Anche il corpo. Ma quello che ti porti dentro, quello che ti ha fatto star male ti lascia delle cicatrici che ti segnano per tutta la vita». 
 
A questo proposito, ha letto l’intervista a Fedez nella quale parla della sua depressione?

«Sì, tornando dall’Argentina. Mi è piaciuta, ha dato una dimensione molto umana a Fedez, l’ha portato molto vicino alle persone “normali”, quelle che vedono solo la sua vita da star attraverso i social».

La sua vita sempre sul crinale delle grandi emozioni e del rischio, della vittoria e della sconfitta, del godimento e del dolore, non l’ha mai portata nelle sabbie mobili della depressione?
«Mi sono ritrovata nelle parole di Fedez, quando racconta di aver sempre inseguito come un’ossessione il lavoro e il successo, diventando ricco, ma la malattia non distingue tra il ricco e il povero. E lì inizi ad avere paura. Paura di perdere quello che per te è davvero importante: i tuoi cari, i tuoi valori. È per questo che questi sono i pilastri che devono sempre accompagnarti e che devi difendere. Quello che sei dentro e le persone che ti circondano ti definiscono. Come ciò che fai. Nei momenti difficili questo pensiero, di più, questa presenza, mi hanno sempre aiutato». 
 
Lei è sempre riuscita a tenere coperto, protetto, il suo lato sentimentale.
«Perché penso che in un mondo in cui tutti sanno tutto di te sia fondamentale tenere uno spazio che sia tuo, inviolabile, che solo tu puoi vivere con chi vuoi tu. Sei dai tutto di te a tutti, di te stesso cosa ti rimane?».

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Che però Fedez difende. Anche lei li utilizza molto.
«Il giusto, per comunicare me stessa come voglio io, ovvero mostrarmi come sono. Con questo il mondo dei social è connesso ai ritmi frenetici che la vita ormai ti impone. Da questo punto di vista è molto stressante, perché in tempo reale tutti sanno tutto di tutti. Non fai tempo a fare una cosa che già tutti lo sanno. Per noi sportivi può essere un vantaggio, perché puoi veicolare i tuoi valori e quelli dello sport attraverso chi ti segue sui social, ma dall’altro lato è logorante».
La Sofia intima che non conosciamo è generosa, passionale?
«Perché la Goggia che conoscete è una str…? A parte gli scherzi, a me stessa ho sempre dato poco. Purtroppo, ma allo stesso tempo per fortuna. Penso che, come dicono gli inglesi, una persona sia tanto forte quanto le permette di esserlo il suo anello debole. Sono sempre stata molto esigente e severa con me stessa. Non mi sono mai perdonata uno sbaglio. Ho sempre vissuto con molta più pesantezza gli errori rispetto alla felicità delle cose giuste, proprio perché ho sempre avuto un senso del dovere molto forte. Mi rendo conto di aver quasi schiacciato il potermi permettermi di sbagliare e di vivere con leggerezza. Detto ciò, sì, con me stessa non sono stata mai generosa, ma nelle relazioni che ho avuto ho sempre dato tantissimo. Sono sempre riuscita a dare al mio compagno la parte più dolce e tenera di me, quella che non sono riuscita a dare a me stessa». 
 
Dovremmo anche parlare di sport, di sci alle porte, neve permettendo… La Shiffrin, la Ortlieb: tutte vogliono il suo trono della velocità.
«Già, tutte ci provano, vediamo cosa fanno... Come la vivo? Sapendo che ogni anno si riparte da zero e che dopo ogni gara c’è sempre una prossima e che è più importante di quella appena finita. Ho quattro coppe di discesa, ho vinto le ultime tre, ma non lo considero il mio trono, bensì quello di chi è più forte in discesa. Per ora è stato mio, ma questa primavera sono subito scesa per andare ad allenarmi, a preparare la nuova stagione. Vedremo fra qualche mese chi lo conquisterà. Io lo voglio, ma voglio anche quello del superG, una disciplina nella quale non sono mai riuscita ad esprimermi davvero al massimo».

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Non le pesa non avere un appuntamento importante come Mondiali o Olimpiadi?
«No, perché odio questa mentalità. Capisco perfettamente quelli che dicono: “guarda, quello si è tirato indietro per preparare le Olimpiadi”. Chi fa i 100 o il salto in alto, come Tamberi che ammiro, può fare questi calcoli, perché può testarsi tutti i giorni nelle stesse condizioni, ciclicamente. Nello sci la parte mentale è importante, bisogna essere sempre sul pezzo. E ci sono così tante variabili che è fondamentale stare tutti i giorni concentrarti, perché ogni giorno è il tuo giorno». 
 
Lara Gut ha ammesso di aver pensato al ritiro, affaticata dalla routine della preparazione estiva.
«Io ci ho pensato quando ho avuto gravi infortuni o nei miei momenti neri, mai per la fatica di lavorare tanto tempo senza gare, lontano dai riflettori. Ammetto che quest’anno il pomeriggio prima di tornare in palestra ho pianto, ma poi il lunedì mattina ero carica. E lo sono anche adesso dopo aver passato un mese in Patagonia per il dodicesimo anno. Un anno della mia vita laggiù, a macinare pali, col freddo e le nevicate. Io lo trovo ancora bellissimo».
Fra tre settimane si parte: gigante a Soelden.
«Ci vado, ho i punti per partire 31ª e riprendere la mia scalata anche lì. È una disciplina che mi serve tecnicamente per le mie ambizioni anche in superG. E poi ci sarà quasi subito l’apertura anticipata in discesa, a Cervinia. Un’incognita, perché gareggiamo su un ghiacciaio, in altitudine e con condizioni completamente diverse dal solito, come il cristallo della neve rispetto a quello invernale. Potrebbero saltare tutti i valori. Io andrò lì e faro il mio meglio». Con la maturità di chi non si autoflagella più. E poi, comunque il suo meglio in genere basta e avanza".

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L’abbiamo lasciata sette mesi fa mentre alzava la quarta Coppa del Mondo (terza consecutiva) di discesa in una stagione segnata anche dalla delusione Mondiale e dall’ennesima impresa di Wonder Woman, passando in poche ore dalla sala operatoria alla vittoria con una mano fratturata e ancora sanguinante. L’abbiamo seguita tutta la primavera e l’estate slalomeggiando tra il gossip del presunto fidanzamento con Massimo Giletti e i post sui lavori massacranti in palestra a Verona e sulle piste della Patagonia, con tanto di caduta, mentre però cercava di imparare la bachata. E ora che è tornata in Italia e mancano tre settimane al via di un’annata dedicata solo alle sfere di cristallo (e ne vuole due), Sofia Goggia si racconta come non ha mai fatto. Difendendo come inviolabile la sua intimità degli affetti, ma raccontandoci come la vive. Chi è e chi è diventata. Una donna da ascoltare e ammirare. Non solo sugli sci.

Sofia, sa che con quella caduta postata sui social in una serata di bachata durante il raduno in Argentina s’è giocata la partecipazione a Ballando con le Stelle?

«Che figura… La cosa simpatica è che quella serata-corso di baciata l’aveva organizzato la Brignone e l’unica a fare casino e a cadere chi è? Io, ovviamente, con tanto di inguardabili calze a fantasmino. Vabbè, ci siamo tutte fatte una grande risata. La dimostrazione che in squadra c’è un bel clima, rilassato».

In effetti l’abbiamo vista ciacolare a lungo con Federica durante il Media Day Fisi.

«Abbiamo parlato di tante cose, non di sci. Di vestiti per la sera, anche di fidanzati, sì. È da un po’ che succede tra noi. Alla fine l’epoca della rivalità è passata. Siamo donne di trent’anni, ognuna con la sua strada, dobbiamo avere la maturità per capire che stiamo vivendo un’altra fase». 
 
Ecco, in quale si colloca Sofia Goggia?

«Sono in una fase della mia vita in cui non sono più una giovane ragazza, una iena che pensa solo a vincere, ma mi sento una giovane donna, consapevole di quello che posso fare e soprattutto di me stessa. Penso che sia bello. Ti senti ancora giovane, ma sai cosa vuoi e come ottenerlo. Non parlo soltanto a livello sportivo, ma anche di me stessa come donna. Insomma, sono nella fase della maturità». 

E le piace?

«Sì, molto. E devo dire anche che mi piace come sono, io stessa»

Tutto questo come si trasporterà in pista?

«Non lo so. Mi auguro di riuscire a trovare questa maturità più in un’ottica generale, senza vivere come se fosse l’ultimo giorno sulla neve, né con il fuoco del principiante, né con l’ossessione dell’insicuro, bensì con la calma del giusto».

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