Mikaela Shiffrin: "I record passano, le vittorie portano alle Coppe del Mondo"

A Soelden scatta la stagione: la regina dopo aver battuto Stenmark ha nel mirino la sesta sfera
Mikaela Shiffrin: "I record passano, le vittorie portano alle Coppe del Mondo"© EPA

È cresciuta guardando e mettendo in pratica tutti i giorni la scritta A.B.F.T.T.B. griffata a pennarello su un poster di Heidi Voelker da papà Jeff, il buco nero che sta lentamente cercando di colmare con Alexander Aamod Kilde, e che porta ancora sul casco. Always Be Faster Then The Boys, sii sempre più veloce dei ragazzi. Ma ora che Mikaela Shiffrin ha completato l’inseguimento al record dei record dello sci, le 86 vittorie in Coppa del Mondo di Ingemar Stanmark (88 con il gigante nelle scorse finali di Soelden, dopo aver messo nel suo forziere anche l’ennesimo oro mondiale a Méribel), ha deciso di passare davvero allo storia come la vera femminista del Circo Bianco (e non solo) con un team di sole donne (al fianco di mamma Eileen è arrivata come capo-allenatrice Karin Harjo) e mettendo nel mirino la donna delle donne: Annemarie Moser-Proell, l’austriaca che detiene il record assoluto di coppe del mondo generali (sei, cinque consecutive tra il 1971 e il 1975 più quella del 1979). Obiettivo raggiungibile già in questa stagione. E per farlo l’americana vuole prendersi anche un altro trono pesante, quello della velocità sul quale da tre anni saldamente siede Sofia Goggia. Una sfida che inizierà domani mattina a Soelden, in Austria, da dove la Shiffrin, con un pullover verde e un trucco leggero ma molto curato si racconta.
 
 
Mikaela, pronta a rimettersi in gioco dopo sette mesi lontano dalle gare?
«Sì, proprio perché sono stati mesi belli, nei quali mi sono goduta finalmente Alex e la famiglia. Siamo stati in Norvegia da lui e sulla East Coast da me, tutto all’insegna del relax e del divertimento. Gli ho pure insegnato a ballare...».
 
E gli sci?
«Quelli li abbiamo messi soprattutto in Cile, dove nonostante le tante nevicate e un intoppo fisico che mi ha costretta a tornare a casa un paio di settimane ho svolto un lavoro molto produttivo».
 
Cosa è successo?
«Non l’abbiamo ancora capito. Stavo male, ero debole. Ho fatto tutti gli esmi possibili, ma è passato. Anche per questo abbiamo deciso di anticipare il ritorno in Eiuropa, in modo da avvicinarmi a questo debutto con più tempo e in modo più rilassato».
 
L’inseguimento a Stenmark e questi anni sull’ottovolante delle emozioni si sono fatti sentire?
«Ho preso più tempo per me stessa perché ne avevo bisogno, ma non mi sono mai sentita così a posto fisicamente e mentalmente. Per chi ha dubbi sulle mie motivazioni, questa è la risposta».

La domanda però adesso è quali obiettivi darsi...
«Avere una stagione senza Mondiali o Olimpiadi mi dà l’opportunità di curare con più calma quello che ritengo il vero traguardo di una carriera. I record passano, le vittorie contano perché portano alle coppe del mondo. Vincere quel trofeo significa vincere il titolo di una stagione, essere i veri campioni. L’anno scorso ci sono riuscita di nuovo, è il mio obiettivo di questa».
 
Significa arrivare a quota sei, come la Proell...
«Esatto, quello è il traguardo, quello che considero il vero record dello sci. L’ho conosciuta anni fa, Annemarie. Mi ha colpito per la sua passione per lo sci. Ricordo che allora non ero ancora arrivata a quota 50 vittorie, ma lei mi disse che sicuramente avrei battuto Stenmark. Mi ha colpito».
 
E ora vuole affondarla... Dicono annettendosi anche il territorio della velocità.
«È una delle cose che mi dà più motivazione, mi fa guardare avanti. Sì, voglio fare più velocità, anche se in base al calendario significa farne mooolta di più... È uno degli obiettivi di questa stagione, soprattutto in superG. Finora con questa disciplina iniziavo a fine dicembre, mi vedrete in pista subito. Con più discesa anche».
 
Merito del lavoro con la sua nuova allenatrice Harjo?
«Karin è entrata in squadra in modo molto positivo, quello che speravo. Non voglio fare paragoni con Mike (l’ex tecnico Day, licenziato durante i Mondiali, ndr). Dei sette anni con lui conservo solo ricordi positivi, ma avevo bisogno di un cambiamento. Con Karin ho iniziato a lavorare molto di più sulla velocità e soprattutto sui materiali. Non l’avevo mai fatto, né avevo la motivazione per farlo. E poi, come sapete, ora siamo tutte donne. E questo mi fa ancora più piacere».
 
Torniamo sempre a quella sigla A.B.F.T.T.B.?
«Nessuna ossessione, se è questo che pensate. Se c’è una cosa che ho imparato e che sto mettendo in pratica è quella di vivere lo sci nel modo miglior possibile, più rilassato. Meno impegni fuori dalla pista, voglio godermi quello che faccio».
 
Vincere.
«Sì, ma soprattutto essere soddisfatta del mio sci. E devo dire che ora come ora sta succedendo proprio questo. Mi sento bene, mi piace quello che provo quando scio e ho ancora tanta voglia».

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