Dominik Paris: "Il futuro è un’incognita. Le scioline una lotteria"

Lo sciatore italiano: "L’anno scorso mi sono perso all’inizio, ma in estate ho cambiato tutto  Preparazione creativa e tecnica sugli sci, sono tornato a fare... slalom"
Dominik Paris: "Il futuro è un’incognita. Le scioline una lotteria"© AFPS

La grande novità, storica, in quest’anno senza Olimpiadi e Mondiali è lo Speed Opening Matterhorn-Cervino, l’anticipo della velocità con la prima discesa trasfrontaliera (si parte in Svizzera, s’arriva in Italia). Due gare maschili questo weekend, due femminili il prossimo. Ma nel Belpaese dello sci (e non solo) l’attesa è anche e soprattutto per il “nuovo” Dominik Paris, il campione della Val D’Ultimo che cerca rilancio dopo una stagione no e tanti dubbi.

Domme, s’è ritrovato? (ride)

"Non me ne sono mai andato…".

Ha capito cosa non è funzionato l’anno scorso?

"Tante cose. Sicuramente non è stato facile fin dall’inizio. Pronti e via e alla prima gara a Lake Louise mi s’è staccato uno sci, così sono arrivato insicuro a Beaver Creek e da quel momento non ho trovato costanza e ho perso la serenità. Poca scioltezza, mi sono irrigidito. Per me è fondamentale partire bene".

Allora parliamo di questa nuova Gran Becca.

"L’ho scoperta solo ieri, nella prima prova. Purtroppo quando avevamo il nostro turno per testarla non c’era neve, mentre quando toccava alle donne ce n’era troppa… Dobbiamo ancora studiare. Diciamo che c’è qualche saltino abbastanza carino. Nel primo tratto si ghiaccia un po’, e la neve molto fredda ed è lenta, non c’è molta velocità in generale. È abbastanza facile da sciare. Se non fai bene perdi subito tanto. Nella parte centrale ci sono onde ed è facile sbagliare. Nel finale invece è un po’ piatta".

Si sente pronto?

"Sì".

Per voltare pagina quest’estate cos’ha fatto?

"Mi sono dedicato alla famiglia, andando per boschi con i miei figli. E poi ho seguito l’altra mia passione: la musica. Con i Rise of Voltage abbiamo fatto un paio di concerti dalle mie parti, l’ultimo a fine ottobre. Sullo sci invece ho cercato di lavorare un po’ diversamente, con nuovi programmi. Ho scelto una strada nuova, ecco. In Argentina, nonostante tanta neve che a volte ci ha frenato, ho avuto riscontri molto positivi. In attesa dei risultati della pista, quelli che contano, posso dire che a livello di feeling ho ritrovato le sensazioni che volevo. Sì, sono contento".

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Cosa ha cambiato?

"Atleticamente ho optato per una preparazione più… creativa. Comincio anche ad avere una certa età, non posso essere sempre al 100% ogni giorno. Devo gestirmi di più e meglio, fare il massimo quando serve. Sugli sci invece ho lavorato sulla tecnica per essere sul pezzo in ogni condizione. Ho lavorato molto in superG e in gigante, e sono pure tornato a fare qualche curva di slalom".

Vuole fare il percorso inverso di Schwarz? (ride)

"No no, non torno indietro. Resto un discesista. In slalom non ho nessuna velleità, se non quella di divertirmi sugli sci e fare ogni tanto qualcosa di diverso".

Questo inizio di autunno invece è stato complicato.

"Sì, le condizioni sono state difficili, ma per tutti. Prima c’era troppo caldo e non si trovava neve, poi ne è venuta troppa…".

Con i cambiamenti climatici è sempre più difficile pensare a un futuro per le discipline veloci.

"Vero, la situazione dei ghiacciai è sempre più disastrosa e rende lo sci in generale a rischio. Secondo me bisognerebbe fare una rivoluzione culturale, ma anche rivedere completamente i calendari. La stagione fredda si è spostata in avanti, invece di anticipare le gare sempre più bisognerebbe iniziare e finire più tardi".

Hanno smesso suoi vecchi e cari amici come Beat Feuz e Matthias Mayer.

"Sicuramente mi mancheranno e sarà una stagione diversa, ma prima o poi tutti smettono".

Lei ci pensa? (sorride)

"No, per ora no".

E alla questione delle scioline, specie dopo la squalifica della Mowinckel a Soelden, ci pensa?

"Eccome, rischia di condizionare la stagione. La macchina che fa i test non è del tutto affidabile, gli skimen non hanno il controllo d e lle scioline che ricevono dalle case e ci possono essere co n taminazioni anche tra gli attrezz i , specie quelli che utilizzano da anni. Il loro lavoro diventa davvero complicato. E ti devi affidare, ma così diventa tutto una lotteria. E alla fine a pagare siamo solo noi, gli atleti. Inconsapevoli".

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La grande novità, storica, in quest’anno senza Olimpiadi e Mondiali è lo Speed Opening Matterhorn-Cervino, l’anticipo della velocità con la prima discesa trasfrontaliera (si parte in Svizzera, s’arriva in Italia). Due gare maschili questo weekend, due femminili il prossimo. Ma nel Belpaese dello sci (e non solo) l’attesa è anche e soprattutto per il “nuovo” Dominik Paris, il campione della Val D’Ultimo che cerca rilancio dopo una stagione no e tanti dubbi.

Domme, s’è ritrovato? (ride)

"Non me ne sono mai andato…".

Ha capito cosa non è funzionato l’anno scorso?

"Tante cose. Sicuramente non è stato facile fin dall’inizio. Pronti e via e alla prima gara a Lake Louise mi s’è staccato uno sci, così sono arrivato insicuro a Beaver Creek e da quel momento non ho trovato costanza e ho perso la serenità. Poca scioltezza, mi sono irrigidito. Per me è fondamentale partire bene".

Allora parliamo di questa nuova Gran Becca.

"L’ho scoperta solo ieri, nella prima prova. Purtroppo quando avevamo il nostro turno per testarla non c’era neve, mentre quando toccava alle donne ce n’era troppa… Dobbiamo ancora studiare. Diciamo che c’è qualche saltino abbastanza carino. Nel primo tratto si ghiaccia un po’, e la neve molto fredda ed è lenta, non c’è molta velocità in generale. È abbastanza facile da sciare. Se non fai bene perdi subito tanto. Nella parte centrale ci sono onde ed è facile sbagliare. Nel finale invece è un po’ piatta".

Si sente pronto?

"Sì".

Per voltare pagina quest’estate cos’ha fatto?

"Mi sono dedicato alla famiglia, andando per boschi con i miei figli. E poi ho seguito l’altra mia passione: la musica. Con i Rise of Voltage abbiamo fatto un paio di concerti dalle mie parti, l’ultimo a fine ottobre. Sullo sci invece ho cercato di lavorare un po’ diversamente, con nuovi programmi. Ho scelto una strada nuova, ecco. In Argentina, nonostante tanta neve che a volte ci ha frenato, ho avuto riscontri molto positivi. In attesa dei risultati della pista, quelli che contano, posso dire che a livello di feeling ho ritrovato le sensazioni che volevo. Sì, sono contento".

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