Deborah Compagnoni incorona Brignone: “Voglia e testa, è la più forte”

La regina della neve commenta gli exploit senza limiti della sua amica ed erede: "Coraggio e forma al top. La Coppa? Pensi alle vittorie, gara dopo gara. La pista da bob? I Giochi devono adattarsi al territorio, non il contrario”
Deborah Compagnoni incorona Brignone: “Voglia e testa, è la più forte”© Getty Images

TORINO - La sciatrice più vincente di sempre (in Coppa) raccontata da quella più vincente di sempre (in assoluto, con il peso di 3 ori olimpici e 3 mondiali). Inutile chiederle paragoni o di valutare lo spessore delle due affermazioni apparentemente contrastanti: Deborah Compagnoni e Federica Brignone sono amiche, non semplicemente passato e presente dell’Italia più bella. Che non a caso a donna. Così, durante un viaggio di lavoro in treno a Roma per la sua linea di sportwear “democratico” Ovs Altavia (qualità, materiali sostenibili, prezzi abbordabili) nostra signora dello sci commenta la doppietta nei giganti di Tremblant che hanno portato la valdostana a quota 23 successi, uno in più di Sofia Goggia e appena uno in meno di Gustavo Thoeni. E la stagione è appena iniziata.

Deborah, ha visto le gare canadesi?
«Eccome. Federica è stata incredibile, specie domenica, quando ha dovuto affrontare condizioni proibitive. Non si vedeva nulla. Per attaccare così serve molto coraggio. Alla sua età, perché bisogna anche ricordarlo, e con un problema al ginocchio che si porta dietro da Killington... La sua voglia è davvero ammirevole. Si vede che si diverte ancora tanto a sciare».

Tecnicamente non è mai stata in discussione, ora è oltre: è diventata una serial winner.
«Vero. La pista di Tremblant era facile, quindi livellava i valori. Così emergere è più complicato, per sciatrici tecniche come lei ancora di più. Le sue pieghe e inclinazioni adesso sono sempre in controllo, segno di una grande forma. La vedo molto centrata in tutti gli aspetti: tecnica, fisico, testa. Insomma, ora in gigante è veramente la più forte. S’era già visto a Soelden, quando è arrivata seconda per appena due centesimi, nulla. E bisogna considerare il livello altissimo, le avversarie che deve affrontare. E che batte: Shiffrin, Gut, Vlhova...».

La seconda Coppa generale è un obiettivo?
«Fa bene a crederci, è anche un modo di avere uno stimolo, ma non credo che lo viva come qualcosa da dover raggiungere. Per me deve puntare alle vittorie, gara per gara. E poi fare i conti. Intanto arrivano le gare europee su piste e nevi più nostre. Vediamo...».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Questa settimana a St.Moritz la velocità: terreno per Sofia Goggia.
«A me Sofia in questi giganti è piaciutatanto. È migliorata tecnicamente, più composta. Non era facile dopo tanti anni di infortuni e in pratica senza gigante. Vuol dire che c’è, lo dimostrerà. Ma anche Marta (Bassino, ndr). Quella canadese era un pista troppo facile per lei, ma è andata forte. Abbiamo la squadra migliore e già a St.Moritz ci divertiremo».

Ma ci sono solo le tre veterane...
«Io invece ho visto cose interessanti dalle giovani. Sciano bene, diamo loro il tempo per emergere».

Gli uomini invece non li abbiamo proprio visti...
«Già, quante cancellazioni. Sfortuna, ma anche andare sul ghiacciaio di Zermatt a novembre... Non entro nelle questioni ambientali, conoscete le mie idee, ma fare una gara veloce a quasi quattro mila metri in quel periodo dell’anno è una forzatura».

A proposito, lei è ambasciatrice di Milano Cortina 2026: cosa dice alla viglia della scelta sulla pista da bob?
«Difficile dare un giudizio adesso, ma sicuramente hanno tirato troppo per le lunghe la questione. L’errore è stato non affrontare con chiarezza la questione costi e fattibilità subito, ai tempi della candidatura e subito dopo aver ottenuto i Giochi. Sono convinta che faranno la scelta migliore, ma è un tamponare. L’obiettivo principale delle Olimpiadi in Italia è che i Giochi devono adattarsi al territorio, non il contrario».

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TORINO - La sciatrice più vincente di sempre (in Coppa) raccontata da quella più vincente di sempre (in assoluto, con il peso di 3 ori olimpici e 3 mondiali). Inutile chiederle paragoni o di valutare lo spessore delle due affermazioni apparentemente contrastanti: Deborah Compagnoni e Federica Brignone sono amiche, non semplicemente passato e presente dell’Italia più bella. Che non a caso a donna. Così, durante un viaggio di lavoro in treno a Roma per la sua linea di sportwear “democratico” Ovs Altavia (qualità, materiali sostenibili, prezzi abbordabili) nostra signora dello sci commenta la doppietta nei giganti di Tremblant che hanno portato la valdostana a quota 23 successi, uno in più di Sofia Goggia e appena uno in meno di Gustavo Thoeni. E la stagione è appena iniziata.

Deborah, ha visto le gare canadesi?
«Eccome. Federica è stata incredibile, specie domenica, quando ha dovuto affrontare condizioni proibitive. Non si vedeva nulla. Per attaccare così serve molto coraggio. Alla sua età, perché bisogna anche ricordarlo, e con un problema al ginocchio che si porta dietro da Killington... La sua voglia è davvero ammirevole. Si vede che si diverte ancora tanto a sciare».

Tecnicamente non è mai stata in discussione, ora è oltre: è diventata una serial winner.
«Vero. La pista di Tremblant era facile, quindi livellava i valori. Così emergere è più complicato, per sciatrici tecniche come lei ancora di più. Le sue pieghe e inclinazioni adesso sono sempre in controllo, segno di una grande forma. La vedo molto centrata in tutti gli aspetti: tecnica, fisico, testa. Insomma, ora in gigante è veramente la più forte. S’era già visto a Soelden, quando è arrivata seconda per appena due centesimi, nulla. E bisogna considerare il livello altissimo, le avversarie che deve affrontare. E che batte: Shiffrin, Gut, Vlhova...».

La seconda Coppa generale è un obiettivo?
«Fa bene a crederci, è anche un modo di avere uno stimolo, ma non credo che lo viva come qualcosa da dover raggiungere. Per me deve puntare alle vittorie, gara per gara. E poi fare i conti. Intanto arrivano le gare europee su piste e nevi più nostre. Vediamo...».

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