App, la richiesta degli esperti: "Rispetti i diritti e sia trasparente"

Una lettera aperta del Nexa Center for Internet and Society del Politecnico di Torino chiede di fissare alcuni punti per una tecnologia sicura contro il Coronavirus: "L'uso deve essere volontario e libero, attenzione a non far insinuare altri interessi"
App, la richiesta degli esperti: "Rispetti i diritti e sia trasparente"© ETTORE FERRARI

TORINO - Una lettera aperta per chiedere "ai decisori" di fissare alcuni punti fondamentali per l'app sul tracciamento contro il Coronavirus. L'hanno scritta alcuni esperti su iniziativa del Nexa Center for Internet and Society del Politecnico di Torino, a cui hanno aderito accademici ed esperti, da Juan Carlos de Martin del Politecnico di Torino a Stefano Zanero del Politecnico di Milano, dal giurista Vladimiro Zagrebelsky allo scrittore ed editorialista Evgeny Morozov. Nella app di tracciamento si chiede che vadano adottati "approcci decentralizzati" con i dati conservati localmente sui dispositivi. Dovrà inoltre essere "esclusa la geolocalizzazione" e i dati dovranno essere "tutti cancellati al termine del periodo di utilità degli stessi ai fini della ricostruzione del contagio. E' essenziale che tale tecnologia sia trasparente, sicura e rispetti i diritti e le libertà fondamentali delle persone".

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App, no alla geolocalizzazione

La lettera del Politecnico di Torino fissa quattro punti "importanti" per l'app. Il primo è "l'uso volontario e libero, nessuna limitazione o discriminazione potrà essere determinata dal mancato utilizzo". Il secondo esclude l'uso della geolocalizzazione e chiede che "la finalità specifica dell'app resti il tracciamento e non finalità estranee" come "le autocertificazioni online o più o meno improbabili nulla-osta di circolazione che richiedono altre e diverse valutazioni di liceità del trattamento".
Nel terzo punto si chiede che "il software delle tecnologie da adottare deve essere disponibile pubblicamente" così come "il protocollo su cui si basa l'app, i documenti che hanno portato alle scelte dei decisori, incluso il parere del Garante della Privacy" e deve essere "trasparente il governo complessivo dell'intero processo di tracciamento inserito nelle più ampie strategie di contenimento del virus nella fase 2".
Il quarto punto invece fissa il principio che "la memorizzazione dei dati deve essere completamente decentralizzata" con i dati "conservati localmente sui dispositivi, soluzione che risponde appieno all'esigenza, propria dell'intera normativa a protezione dei dati, di lasciare ai cittadini il controllo sulle informazioni personali". La lettera inoltre denuncia "una preoccupante sottovalutazione dei rischi connessi alla messa in campo di app non adeguate".

"Rispettare i diritti fondamentali"

Nella lettera si legge ancora: "Tale tecnologia dovrà essere inserita in una efficace strategia sanitaria complessiva ed essere largamente accettata e utilizzata dalla popolazione. Affinché quest'ultima condizione si realizzi è essenziale che tale tecnologia sia trasparente, sicura e rispetti i diritti e le libertà fondamentali delle persone. Le scelte politiche che faremo in questo particolare momento saranno determinanti nel disegnare domani il rapporto tra cittadini e Stato. Siamo preoccupati che nell'effettiva messa in campo dell'app si possano insinuare interessi che hanno priorità diverse da quella della tutela dei diritti fondamentali dei cittadini e che quindi siano adottate e implementate soluzioni in deroga alla normativa a protezione dei dati".

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