Gimbe: "Covid? Tutte le curve sono in discesa"

Il presidente della Fondazione Cartabellotta ha affermato che i numeri della pandemia sono in lento calo grazie agli effetti del decreto Natale
Gimbe: "Covid? Tutte le curve sono in discesa"© ANSA

BOLOGNA - La Fondazione Gimbe rende noti i numeri riguardanti il nuovo monitoraggio sugli effetti del Decreto Natale e delle regole e limitazioni che esso ha apposto per contrastare la diffusione della pandemia di Coronavirus: calano tutti i numeri del contagio, ma ricoveri e terapie intensive restano sopra la soglia d'allerta rispettivamente in 5 e 6 regioni. In particolare nella settimana 20-26 gennaio, i nuovi casi passano a 85.358 rispetto a 97.335 della settimana precedente (-12,3%), scendono anche casi attualmente positivi (482.417 rispetto a 535.524, pari a -9,9%), i ricoverati con sintomi scendono a 21.355 rispetto a 22.699 (-5,9%) e le terapie intensive occupate da pazienti Covid sono 2.372 rispetto a 2.487 (-4,6%). In lieve calo anche i dei decessi, 3.265 a fronte dei 3.338 (-2,2%).

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Cartabellotta: " Tutte le curve sono in lenta discesa"

"Tutte le curve - afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - continuano questa settimana la loro lenta discesa, ancora grazie agli effetti del Decreto Natale, destinati tuttavia ad esaurirsi a breve". L'incremento percentuale dei casi si riduce in quasi tutte le Regioni. Tuttavia, sottolinea Gimbe sulla base dei dati dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), negli ospedali, nonostante l'ulteriore discesa di ricoveri e terapie intensive, l'occupazione da parte di pazienti Covid continua a superare in 5 Regioni la soglia del 40% in area medica e in 6 Regioni quella del 30% delle terapie intensive, attestandosi a livello nazionale rispettivamente al 34% e al 28%. In questa fase molto critica della pandemia, conclude Cartabellotta, "segnata da continue rimodulazioni al ribasso delle forniture vaccinali, minacciata delle nuove varianti del virus e da una verosimile risalita della curva epidemica una volta esauriti gli effetti della 'stretta' di Natale, è fondamentale che le poche dosi di vaccino disponibili siano utilizzate per proteggere chi lavora in prima linea con i pazienti e le persone più fragili, come previsto dal Piano vaccinale". Un obiettivo che, ad un mese dall'avvio della campagna vaccinale, "è già stato parzialmente disatteso con inaccettabili diseguaglianze regionali, agevolate dall'assenza di un'anagrafe vaccinale nazionale".

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