E adesso trema l’Eurolega: tutti gli scenari

La Federazione internazionale basket potrà far valere un peso maggiore sul torneo organizzato dai club

Il parere dell'Avvocato Generale della Corte di Giustizia dell'UE ha messo in allarme anche il mondo del basket europeo che dal 2000 vive una profonda spaccatura tra federazioni e club. La situazione attuale, figlia di cambiamenti nei rapporti di forza, vede da una parte la Basketball Champions League, organizzata dalla FIBA e alla quale si accede tramite il posizionamento nei propri campionati oppure con wild card; dall'altra l'Eurolega, organizzata direttamente dai club che la giocano tramite l'ECA (Euroleague Commercial Asset) e che è una lega semichiusa con 13 team con licenza pluriennale e 5 posti da assegnare di anno in anno. Qui ci sono i top club del Vecchio Continente e di conseguenza i migliori giocatori ed è di fatto il modello a cui si è ispirata la Superlega calcistica: non a caso nell'Eurolega ci sono Real Madrid e Barcellona. Un modello che però ha mostrato di recente qualche crepa, specie nella gestione economica, tanto da portare ad un cambio della guarda al vertice: al posto di Jordi Bertomeu, a capo per 20 anni, i club hanno nominato Dejan Bodiroga, grandissimo ex giocatore e anche ex dirigente della federbasket serba oltre che di FIBA Europe.

Qualche piccolo segnale

E proprio con la federazione internazionale Bodiroga, insieme al nuovo Ceo Marshall Glickman, ha avviato nell'ultimo periodo una serie di colloqui volti a trovare un punto di incontro tra le parti. Per ora siamo ancora in una fase embrionale anche se qualche piccolo segnale di distensione è arrivato, ad esempio l'anticipo a novembre di Milano-Virtus per evitare la sovrapposizione con Italia-Spagna. Il calendario internazionale, con l'Eurolega che scende in campo anche quando ci sono le gare di qualificazione delle nazionali, è stato ed è ancora un terreno di scontro forte. Il presidente della Federbasket nostrana Gianni Petrucci si è espresso spesso accusando i club di porsi in una posizione scorretta nei confronti dell'attività delle nazionali non permettendo ai loro giocatori di rispondere alle convocazioni.

Cosa non è da escludere

Il ritorno alle finestre di qualificazione è avvenuto a partire dal 2017 ed è stata in primis una mossa politica della FIBA per provare ad imporre il proprio dominio sull’ECA minacciando sanzioni che però non sono mai arrivate. Sono gare comunque monche dei migliori giocatori del globo, quelli che sono legati all’NBA e che mai nella vita potrebbero rispondere alle chiamate delle proprie nazionali. Ecco, l’NBA potrebbe essere una delle chiavi del futuro nel senso che la lega statunitense ha tutto l’interesse sportivo ed economico affinché in Europa ci sia una sola competizione di alto livello e ci sia piena collaborazione tra club e federazioni. Già negli scorsi mesi l’NBA ha iniziato a porsi come intermediaria per arrivare ad un accordo. Se la Corte di Giustizia dovesse recepire il parere dell’avvocato Rantos, ecco che la FIBA avrebbe un enorme punto a favore sul tavolo delle trattative; non è tuttavia da escludere che, prima dell’intervento dall’alto, un accordo anche solo di massima possa essere trovato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...