Burnell: "Mi ispiro a papà, studio e guardo sempre basket"

L'intervista a Jason Burnell, uomo chiave della Germani, la sua quarta squadra in Italia: "Il Paese è diventato una seconda casa. A Brescia c'è ambizione"
Burnell: "Mi ispiro a papà, studio e guardo sempre basket"© CIAMILLO

TORINO - Jason Burnell è uno di quei giocatori che in campo fanno succedere cose. Positive per la squadra. E non è soltanto per l’impatto fisico evidente. Jason Burnell è anche un bravo ragazzo. Ovunque sia stato dopo Jacksonville, cioè Cantù, Sassari due anni, Brindisi e ora Brescia, ne parlano bene. E nella Germani capolista è già decisivo. Nella vittoria su Napoli è stato l’uomo ovunque.

Burnell, ormai l’Italia è per lei una seconda casa.

"Casa per me è dove c’è la famiglia, dove vivono i miei cari. E in Italia ho sempre trovato grande accoglienza, disponibilità. Si vive bene".

Quattro città differenti.

"Sì, molto differenti. A Sassari e Brindisi avevo il mare che per me, della Florida, è fondamentale. Ma qui al nord, ero stato anche a Cantù, ci sono tanti posti ricchi di storia, e paesaggi bellissimi e vari, l’ambiente è incredibile. Ovunque in Italia, la gente è adorabile, belle persone. Amo vivere qui".

Ha scelto Brescia per il progetto ambizioso?

"Questa squadra è molto buona e noi puntiamo a migliorare giorno dopo giorno per arrivare a grandi traguardi, che sono alla nostra portata, vogliamo competere. La difesa è la chiave, abbiamo grande energia e qualità. Del resto abbiamo tanti giocatori capaci di produrre in attacco. L’attitudine difensiva è dunque decisiva per arrivare dove vogliamo".

E quali sono questi obiettivi? Certo che la difesa impressiona, con lei, Gabriel, Massinburg, Petrucelli, Cobbins, quasi specialisti. E pure Christon e Cournooh.

"L’obiettivo sarebbe vincere un trofeo. L’anno scorso qui hanno alzato la Coppa Italia, primo punto è dunque tornare alla Final Eight".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Cos’è il basket per lei?

"Tutto, ne guardo forse troppo, di continuo, studio il gioco, gli avversari, sono il figlio di un coach, sono cresciuto nel basket. Lo guardavo giocare, poi allenare, mi parlava di basket".

Anche lei diventerà coach, dunque?

"Vedremo, forse di sicuro vorrei restare in questo mondo".

Lei ha avuto un avvio difficile, al college, le dicevano che non era di alto livello. È sceso di division, poi ha trovato la sua strada a Jacksonville.

"Devo tutto a mio papà, è stato lui a incoraggiarmi di continuo, a dirmi di non mollare, a credere nelle mie possibilità. Mi ripeteva che non era finita. Mi ritengo fortunato".

Tra le sue tante qualità di giocatore versatile, cosa sceglie?

"Passare la palla, un extra passaggio mi esalta. È una qualità condivisa da tanti qui, nessuno è affezionato alla palla, abbiamo tanti giochi. È speciale. E anche questo lo devo a papà. Specialmente nella mia posizione è fondamentale".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un riferimento da ragazzino?

"Papà Frank, soltanto, riempiva i miei occhi. Aveva talento, è stato scelto dalla Nba, ma poi si è infortunato gravemente. Papà è il mio eroe".

Difficile vivere lontano dai cari?

"Sì, la famiglia in Usa, la mia fidanzata Anacia WIlkinson gioca in Grecia e per questo capisce la mia passione. Forse per questo lavoro duro ogni giorno. Lo devo a me e a loro. E poi ai compagni".

Si descriva fuori dal campo.

"Sono una persona divertente e piena di energia, sempre in movimento. Però sono anche un tipo rilassato. Amo, leggere, studiare e guardare basket, un po’ di video giochi. Ho appena finito “Evil, la scienza dietro il lato oscuro dell’umanità”, di Julia Saw. Di psicologia. E “The Hard Thief”, di Michael Finkel. Voglio arricchirmi sempre come persona".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

TORINO - Jason Burnell è uno di quei giocatori che in campo fanno succedere cose. Positive per la squadra. E non è soltanto per l’impatto fisico evidente. Jason Burnell è anche un bravo ragazzo. Ovunque sia stato dopo Jacksonville, cioè Cantù, Sassari due anni, Brindisi e ora Brescia, ne parlano bene. E nella Germani capolista è già decisivo. Nella vittoria su Napoli è stato l’uomo ovunque.

Burnell, ormai l’Italia è per lei una seconda casa.

"Casa per me è dove c’è la famiglia, dove vivono i miei cari. E in Italia ho sempre trovato grande accoglienza, disponibilità. Si vive bene".

Quattro città differenti.

"Sì, molto differenti. A Sassari e Brindisi avevo il mare che per me, della Florida, è fondamentale. Ma qui al nord, ero stato anche a Cantù, ci sono tanti posti ricchi di storia, e paesaggi bellissimi e vari, l’ambiente è incredibile. Ovunque in Italia, la gente è adorabile, belle persone. Amo vivere qui".

Ha scelto Brescia per il progetto ambizioso?

"Questa squadra è molto buona e noi puntiamo a migliorare giorno dopo giorno per arrivare a grandi traguardi, che sono alla nostra portata, vogliamo competere. La difesa è la chiave, abbiamo grande energia e qualità. Del resto abbiamo tanti giocatori capaci di produrre in attacco. L’attitudine difensiva è dunque decisiva per arrivare dove vogliamo".

E quali sono questi obiettivi? Certo che la difesa impressiona, con lei, Gabriel, Massinburg, Petrucelli, Cobbins, quasi specialisti. E pure Christon e Cournooh.

"L’obiettivo sarebbe vincere un trofeo. L’anno scorso qui hanno alzato la Coppa Italia, primo punto è dunque tornare alla Final Eight".

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
Burnell: "Mi ispiro a papà, studio e guardo sempre basket"
2
Pagina 2
3
Pagina 3