'YANKEE STADIUM' IN DELIRIO
Per l'ultimo atto della carriera il regista della nazionale campione del mondo nel 2006 ha voluto vicino a sé i suoi affetti più cari, perché anche se il suo era un addio annunciato fa sempre un certo effetto. Al City, che ha la stessa proprietà e gli stessi colori dei 'Citizens' di Manchester, non è riuscita la rimonta perché dopo il 4-1 dell'andata a favore del Crew: ieri la New York biancoceleste ha vinto per 2-0, grazie a un gol dell'altro campione del mondo David Villa e ad un'autorete. Ma la cosa più bella sono stati gli applausi che i 23mila dello Yankee Stadium hanno tributato a Pirlo ogni volta che toccava la palla o batteva un calcio d'angolo. C'è stata poi la standing ovation finale, alla quale il giocatore la cui maglia è ancora la più venduta nello store del NY City ha risposto con un cenno di saluto. Poi a familiari e compagni, cercando di non lasciar trasparire la commozione, ha ripetuto quanto aveva detto di recente anche ai media, ovvero che lascia «perché a 38 anni è giusto dare spazio ai giovani, e poi a questa età uno non riesce più ad allenarsi come vorrebbe, e viene sempre fuori qualche acciacco». Ha poi confidato che venerdì prossimo non si perderà la sfida tra Svezia e Italia. In Major League Soccer, Pirlo ha lasciato il segno in particolare l'anno scorso, quando ha giocato tutte le partite, segnato un gol e servito undici assist. Quest'anno invece i problemi fisici, in particolare quelli alla cartilagine di un ginocchio, lo hanno frenato in molte occasioni e il tecnico Patrick Vieira non lo ha più considerato un titolare. Non gli ha però negato l'ultima passerella, come era sacrosanto che fosse.