Mancini: «Sirigu e Donnarumma, che duello in azzurro»

«Il titolare è Gigio, ma Sirigu è in grande forma e so di poter contare sempre su di lui. Balotelli? Ormai dipende tutto da lui. In campionato la Juve ancora avanti, spero abbiano spazio i giovani»
Mancini: «Sirigu e Donnarumma, che duello in azzurro»© Marco Canoniero

TORINO - Buongiorno Roberto Mancini, ci dicono che sabato sarà all'Allianz Stadium per Juventus-Napoli: conferma? 
 
«Sì, dovrei esserci. Anche se le convocazioni saranno già note, sono comunque molto curioso di vedere una partita che promette prospettive interessati sia tattiche che tecniche. Al di là dei tre convocabili della Juve (Chiellini, Bonucci e Bernardeschi, ndr) e dei due del Napoli (Meret e Insigne, ndr) sarà una sfida di alto livello». 
 
Non è un po’ presto, alla seconda giornata, per una sfida potenzialmente da scudetto? 
 
«Presto… Oramai è così ovunque: in Premier con Tottenham-City e Liverpool-Arsenal. Ci si deve abituare». 
 
Stavolta sembra “più avanti” nel lavoro il Napoli di Ancelotti rispetto alla Juve di Sarri, non crede? 
 
«Insomma… E' vero che il Napoli cambia poco, se non pochissimo, da qualche anno mentre la Juve ha cambiato allenatore, però è anche vero che i bianconeri son sempre quelli e che si sono pure rinforzati parecchio. Ho visto il Napoli a Firenze e anche loro devono ancora mettere a posto alcune cose… No, mi creda: la Juve resta avanti». 
 
Sarri, però, deve fare i conti con una rosa molto ampia e con la gestione durante il mercato aperto: anche lei è tra coloro che preferirebbe che le trattative non coincidessero con le gare? 
 
«Di sicuro incide parecchio lavorare con il mercato aperto: sia che si debba sfoltire la rosa, sia che si aspettino rinforzi non è semplice per nessuno gestire questi due mesi. La mia idea è che si dovrebbe stabilire una data unica di chiusura per tutti, almeno in Europa, e che questa sia precedente l'inizio dei campionati. Comunque è un problema per tutti e almeno da questo punto di vista è condiviso e dunque “livellante”». 
 
Crede che Sarri riuscirà ad andare in panchina? 
 
«Non lo so, davvero… Ecco: di sicuro questo problema di salute lo ha condizionato parecchio in un momento cruciale della stagione. Non è una patologia da poco, quella con cui ha avuto a che fare. E se fosse in panchina significherebbe che sta decisamente meglio: son certo che i medici non gli faranno correre rischi». 
 
Mihajlovic ne ha preso qualcuno di troppo, andando in panchina a Verona? 
 
«Non so, ma non credo… Sinisa ha affrontato una “cosa” pesante in queste settimane, un percorso molto duro. Quella possibilità lo ha evidentemente aiutato, lo rende felice e gli incute più forza. D'altra parte, ho letto quel che hanno dichiarato i medici e son certo che sia stato un rischio molto calcolato, se rischio c'è stato». 
 
Ha visto l'Inter, invece? Scoppia di salute. Non sono pochi a sostenere che sia la vera anti Juve: è d'accordo? 
 
«L'Inter è migliorata, ma anche le altre lo sono. Continuo a pensare che la Juventus resti più avanti, poi ci metto il Napoli e l'Inter immediatamente a ruota. Però, certo, il lavoro di Conte darà frutti».  
 
Tra l'altro l'Inter ha compiuto una scelta in controtendenza inserendo molti italiani in rosa… 
 
«Vero. E non mi aspettavo che la Fiorentina, che pure sui giovani italiani punta parecchio, avrebbe lasciato partire Biraghi… Comunque sì: è importante avere molti italiani in rosa». 
 
Il dato della prima giornata, però, non è incoraggiante: gli stranieri sono saliti al 60 per cento. 
 
«Lo so. E' assurdo, al di là degli effetti sulla Nazionale, perché si rischia di snaturarle il campionato». 
 
In più giovani promettenti come Kean e Cutrone sono stati venduti all'estero… 
 
«Ma almeno giocassero… Guardi che non ho nulla in contrario al fatto che gli italiani possano giocare in campionato straniero: imparano nuove metodologie di lavoro, crescono nel confronto con altri ambienti, si sprovincializzano. Senza dimenticare che ora il nostro campionato ha meno richiamo rispetto a qualche tempo fa. Insomma, non è affatto un tabù la possibilità che i giovani emigrino, però almeno che giochino. Ora, è vero che la Premier è difficile e che sono appena arrivati, ma spero abbiano spazio». 
 
A proposito di Kean e Zaniolo: davvero non li convocherà per punirli? 
 
«Non lo so, vediamo, stiamo valutando (dice tutto d'un fiato, poi si placa). In ogni caso non mi piace nemmeno la parola “punizione”. I ragazzi devono capire che hanno una gran fortuna e devono sfruttarla la cento per cento, anche nei club. La loro carriera è beve e devono essere consapevoli che i comportamenti sbagliati la condizionano. Ripeto: vedremo». 
 
Belotti e Zaza hanno pure minuti in più nelle gambe: li convocherà? 
 
«Belotti non è una novità perché anche nell'ultima parte della scorsa stagione ha fatto bene, Zaza è già stato chiamato spesso e anche adesso è tra i papabili».  
 
Anche Sirigu è in condizioni straordinarie: ha messo in discussione le sue gerarchie tra i portieri? 
 
«Lui sa benissimo che il “primo” è Donnarumma, però sa altrettanto bene che poi nel momento specifico si guarda la condizione di ognuno. E al di là di questo io so di poter contare su di lui sia dal punto di vista tecnico – contro il Sassuolo è stato perfetto – sia umano e professionale» 
 
Il Torino ha la possibilità di ribaltare la gara contro il Wolverhampton? 
 
«Non è semplice, anche se nel calcio può accadere di tutto. E' vero, però, che negli ultimi il Wolverhampton è migliorato parecchio. Loro sono più avanti di 2 o 3 turni di campionato. A parte, questo, noi fatichiamo ad avere la loro intensità per una serie di motivi: il loro modo di giocare e allenarsi, il tempo effettivo di gioco è maggiore perché si simula e si protesta meno, non si fischiano i “mezzi falli” e ci sono di conseguenza meno interruzioni. Non è un caso che giocatori e tifosi non si “prendano” un gran che con il Var». 
 
Se fosse ancora giocatore, che rapporto avrebbe lei con il Var? 
 
«Ricorderà che io ero contrario alla sua introduzione. Però adesso c'è e di sicuro permette di risolvere alcuni casi e di evitare alcuni errori, purché sia usta bene. E per bene intendo dire che se ne faccia uso e non abuso e che le decisioni siano prese con rapidità». 
 
Sarri accusato di tradimento dai tifosi del Napoli, moltissimi juventini che non hanno “perdonato” Conte per il passaggio all'Inter: è normale? 
 
«No, e infatti un tempo neppure troppo lontano non era così. Negli Anni 80 si passava da una squadra all'altra, il Trap andò all'Inter… E stiamo parlando del campionato che allora al top nel mondo. Si è radicalizzato tutto troppo, non solo nel calcio, e non è un bene». 
 
Ha visto qualche novità interessante? 
 
«Beh, Pinamonti ma lo conosciamo bene, l'ho già chiamato in aprile, poi ho visto la Fiorentina che ha lanciato alcuni giovani interessanti. Scamacca? Ha mezzi fisici e tecnici notevoli: spero, come per tutti gli altri, che abbia spazio e che possa giocare con continuità». 
 
Oggi ci saranno i sorteggi Champions: la Juve può ambire alla vittoria finale? 
 
«Certo che sì: si è rinforzata, e molto. La Juve ha praticamente due squadre ed è una candidata, insieme alle solite, naturalmente. Ma poi, e non è un modo dire, la Coppa è davvero imprevedibile». 
 
Siamo quasi alla fine: non è stupito? 
 
«Per cosa?» 
 
Che non le abbia ancora chiesto di Balotelli? 
 
«Ah (sorride) lo sapevo. Ma c'è ben poco da chiedere e da dire: non è più una cosa mia e dipende tutto da lui. Spero che giochi tanto e che migliori, lui come tutti gli altri perché per noi è meglio poter scegliere tra tanti giocatori». 
 
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