Questa battaglia contro il virus, effettivamente, è vissuta come una partita: ci sono molte metafore sportive.
«La mia storia lo insegna: nulla è impossibile per questo Paese. L’Italia è grande, soprattutto quando la sfida sembra impossibile, sappiamo tirare fuori risorse impensabili. I dottori e gli infermieri oggi sono i veri bomber, io questa volta devo fare il mediano, insieme a tutti voi, e restare a casa per difendere il risultato. Niente colpi di testa o dribbling, la fantasia lasciamola a chi cura e chi cerca un vaccino, noi rimaniamo uniti come una vera squadra. Possiamo ripetere il miracolo del 1982 e vincere insieme quest’altro Mondiale».
Effettivamente ci stiamo riscoprendo un Paese unito, come durante Mondiali e Olimpiadi
«Il mondo dello sport ispira sempre questi sentimenti. Nello sport si vince sempre tutti insieme. Lo sport, oltretutto, è disciplina e la disciplina, mai come in questi giorni, è necessaria. Vorrei che nessuno facesse di testa sua, ma tutti lavorassimo insieme, stando a casa per sconfiggere il virus. Uscire, disobbedire alle disposizioni è come farci un clamoroso autogol».
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