Di Natale: "Ronaldo anche a 40 anni sarà un fenomeno da 30 gol a stagione"

L'ex centravanti dell'Udinese e della Nazionale si sofferma sui risultati della sua carriera e spende parole d'elogio per il fuoriclasse portoghese della Juve
Di Natale: "Ronaldo anche a 40 anni sarà un fenomeno da 30 gol a stagione"

MADRID (Spagna) - Antonio Di Natale è il sesto marcatore di tutti i tempi del campionato: solo Piola (274), Totti (250), Nordahl (225), Meazza (216) e Altafini (216) hanno segnato più gol in Italia di lui. Intervistato dal quotidiano spagnolo Marca, l'ex centravanti azzurro e dell'Udinese spazia fra carriera nel club, carriera in Nazionale e considerazioni sui campioni che adesso fanno la differenza in seria A.

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"Voglio diventare un grande allenatore e tornare a Udine"

Lasciati gli scarpini, Totò Di Natale inizia la carriera di allenatore: "La scorsa stagione mi sono dedicato agli under 17 dello Spezia. Quest' anno mi sono fermato perché sto prendendo la licenza UEFA 'A'. Finisco a marzo e l'anno prossimo vorrei allenare di nuovo i ragazzi e infondere in loro la mia esperienza". Il calcio che mi piace passa attraverso un 4-3-3. Voglio che i ragazzi escono e si divertono senza dimenticare il risultato, perché contano anche i risultati". Una menzione particolare per i suoi mentori: "In 25 anni di professione ho avuto così tanti allenatori... Uno di quelli da cui ho imparato di più da giovane è stato Silvio Baldini. Marino, Spalletti, Guidolin mi hanno anche insegnato molto". E non nasconde il desiderio, un giorno, di poter tornare in Friuli: "Mi piacerebbe allenare l'Udinese, ma più tardi, quando avrò più esperienza. Ho ancora molta strada da fare".

"Gotti farà un bel campionato, Deulofeu grandi qualità"

"L'Udinese è' una squadra in costruzione con un grande allenatore (Luca Gotti) e buoni giocatori: De Paul, Okaka, Pereyra su tutti. Inoltre, c'è un club serio che ti permette di lavorare alle spalle e una città che non ti mette molta pressione. Penso che faranno un buon campionato. Sull'arrivo di Deulofeu: "Quando ti trasferisci in Italia devi impostarti tatticamente, ma ha molta qualità. Penso che dimostrerà il suo valore e sarà un giocatore importante a Udine".

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"Carriera soddisfacente, mi manca solo un titolo"

Una carriera piena di gol, che purtroppo non hanno però portato alcun titolo nella bacheca dell'attaccante campano: "Quando inizi a giocare a calcio, pensi di arrivare in Serie A e giocare con la Nazionale. Ho avuto la fortuna di fare entrambe le cose. Ho vinto due volte il titolo di capocannoniere, sono stato scelto tre volte come giocatore italiano dell'anno dai miei colleghi, sono andato a due Europei e a un Mondiale... Non potrei chiedere di più. Essere stato una bandiera per una squadra importante come l'Udinese e finire la mia carriera lì è stato un sogno. In Nazionale andai vicino a vincere il mio primo titolo, ma troviamo una Spagna più forte di noi. Se non avessimo giocato contro la Spagna, probabilmente avremmo vinto l'Europeo". Un traguardo importante, quasi come un trofeo, Totò l'ha però raggiunto: la Champions League con l'Udinese: " L'abbiamo giocata due anni di fila. Per noi giocare contro Barcellona, Arsenal era come vincere uno Scudetto".

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"I Pozzo, la città, i tifosi: Udine mia seconda casa"

"Sono cresciuto e ho vissuto a Empoli, ma la mia seconda casa è Udine. Ho fatto la storia lì per 12 anni e ogni 1-2 mesi torno. È sempre una gioia", afferma Di Natale, e aggiunge: "Non sono mai andato via da Udine perchè mi hanno fatto sentire un re. Ho un ottimo rapporto con la famiglia Pozzo, la città e i tifosi mi hanno trattato alla grande. Abbiamo sempre lottato per finire tra i primi quattro posti. È stata una scelta di vita, ma anche una scelta del club". Sugli obiettivi raggiunti in maglia bianconera: "Il nostro obiettivo, a inizio stagione, era la permanenza, ma avevamo un allenatore e un gruppo molto forti. Raggiungere 29 gol in Serie A con l'Udinese significa avere più degli altri. L'ho dimostrato con i fatti: ho segnato 209 gol in Serie A, che è il campionato più duro d'Europa. Ho fatto una carriera che non mi aspettavo". Sulla sua percentuale realizzativa, impennata al suo arrivo in Friuli, Di Natale ha chiaro il punto focale: "Marino ha cambiato il mio ruolo. Giocavo ala nel 4-3-3 fino a quando non mi ha schierato punta. Ho corso meno, ero più vicino alla porta e ho iniziato a segnare di più. Sono arrivato in Serie A in ritardo, a 26-27 anni, dopo aver fatto gavetta con l'Empoli, ma essere uno dei top scorer nella storia della nostra Lega è un grande onore".

"Ibra e Ronaldo, due fenomeni senza età"

"Ibrahimovic è un grande campione, molto importante per il Milan. Sta dimostrando che l'età non conta, è tutta questione di come sei fisicamente e mentalmente. Quando avevo 38 anni, mi sentivo come se avevo 28 anni. La testa fa la differenza". E su Ronaldo: "Stiamo parlando di un giocatore di grande livello. Lui e Messi hanno segnato più gol di chiunque altro. In Italia sta confermando quello che ha fatto a Madrid e in Premier League. Ti assicura 30-35 gol a stagione. Si allena duramente e fa la differenza. Avrà 40 anni e continuerà a segnare tanti gol".

La maglia azzurra, i gol e i rimpianti contro la Spagna

"Quando vai con la Nazionale e ascolti l'inno, ottieni ricordi di quando eri bambino e vedi Roberto Baggio e tanti grandi giocatori. È sempre stato un sogno mangiare, giocare... con i campioni del mondo. È una gioia che porto con me per tutta la vita. Auguro a tutti i giovani di arrivare un giorno in Nazionale e vincere qualcosa". Fra Di Natale e la possibilità di alzare un trofeo in maglia azzurra, sempre la Spagna: "Dopo che io e De Rossi abbiamo fallito ai rigori del 2008 contro gli iberici, ci siamo incrociati di nuovo nella fase a gironi del 2012. Così ho detto a Buffon: "Se gioco voglio segnare un gol. Per me, sarebbe come una rivincita. Bene, sono subentrato e nel giro di tre minuti ho segnato l'unico gol che la Spagna ha subito in tutto l'Europeo. È stato un sogno per me". Una maglia in comune, quella azzurra, con uno dei suoi idoli del calcio, Roby Baggio: " Mi è sempre piaciuto come giocatore e come persona. Penso che sia il giocatore italiano più amato al mondo. Ha segnato 205 gol in Serie A e l'ho battuto con 209, per me è stato un successo. Inoltre, mi ha chiamato per congratularsi.  Una considerazione anche sulla "nuova" Italia di Roberto Mancini: ' Il mister ha optato per i giovani e sta facendo un ottimo lavoro, un po' come la Spagna, come la Germania, come la Francia. In realtà, mi ricorda la Spagna di qualche anno fa. A mio parere, è nella lista dei candidati per vincere l'Europeo. Poi ci vuole fortuna,ma ha una grande squadra".

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