Paolo Rossi nel ricordo degli azzurri dell'82: "Il suo sorriso è con noi"

Tardelli, Cabrini, Conti, Altobelli, Collovati e Graziani omaggiano l'amico scomparso nell'evento moderato da Xavier Jacobelli, direttore di Tuttosport, e dalla vedova Federica Cappelletti
Paolo Rossi nel ricordo degli azzurri dell'82: "Il suo sorriso è con noi"© Aldo Liverani

Tanta emozione nel ricordare Paolo Rossi, il bomber dell'Italia campione del mondo nel 1982, scomparso il 10 dicembre scorso a 64 anni. Il sorriso di Pablito, oltre ai suoi gol importantissimi, è rimasto impresso nella memoria dei tanti amici che hanno voluto celebrarlo oggi, in un incontro in videoconferenza, moderato dal direttore di Tuttosport Xavier Jacobelli e da Federica Cappelletti, vedova di Paolo Rossi, organizzato da Tuttosport in collaborazione con il Rotary Club di Siena, insieme con gli altri Rotary Club della Toscana.

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Cabrini: "Paolo se n'è andato sfuggendo all'avversario"

Emozionante e sincero il ricordo di Antonio Cabrini, ex terzino azzurro: “Raccontare Paolo è facile per me. L’ho sempre vissuto fuori dal campo. Siamo stati dieci anni in camera insieme in nazionale. Sono stati anni meravigliosi perché Paolo aveva sempre stampato quel sorriso che sdrammatizzava le situazioni. Paolo ha avuto incidenti alle ginocchia, la squalifica per il calcioscommesse, ma con lui mi sono sempre divertito e ho passato gli anni più belli della mia carriera bianconera. Paolo era un ragazzo tranquillissimo, non amava troppo parlare di calcio fuori dal campo. Oltre a essere stato un grande attaccante, è diventato un grande amico. Il Mondiale 1982 è stato il momento vittorioso e anche fortunato di un gruppo con il suo valore. Ancora incontro gente che ricorda quel Mondiale, anche un giocatore come Selvaggi, che non ha giocato mai, era importante in quel gruppo. Rossi invece era un trascinatore, pur non parlando molto di quello che accadeva in campo. Il suo sorriso serviva a stemperare le tensioni. Se n’è andato via alla Paolo Rossi, in silenzio, sfuggendo all’avversario. Paolo è ancora con me e sembra che da lassù sia ancora a guidarci con il suo sorriso. Lo ricordo come un grande uomo”.

Tardelli: "Rossi non sarà mai lontano da me"

Marco Tardelli è stato per tanti anni compagno di Rossi: “Ho conosciuto Paolo quando avevo 18 anni, nella Juventus. Ero appena arrivato dal Como. Era un ragazzo fantastico, si teneva dentro tutti i suoi problemi e tirava fuori solo il suo sorriso. Ogni tanto infatti si rabbuiava per cinque minuti e poi però tornava a sorridere. Aveva un sorriso che ti prendeva, si stava bene con lui. Ultimamente non ci vedevamo spesso, ma ci sentivamo. E quando ci vedevamo era sempre come la prima volta. Credo che sia una persona che ci ha lasciato molto. Voglio ricordarlo con un sorriso per tutti gli scherzi e le sciocchezze che abbiamo fatto. E’ una persona che avrò sempre con me e che non sarà mai lontana da me”.

Conti: "Non si può non piangere"

Bruno Conti, il "brasiliano dell'82", ricorda commosso il compagno di nazionale scomparso: “Penso che Paolo Rossi sia stato il nostro punto di riferimento dopo le prime partite (del Mondiale ’82, n.d.r.). Era sempre al momento giusto al posto giusto. Qualsiasi cosa facessi sulla fascia lui era lì a buttarla dentro, con la sua bravura e il suo sorriso. Ci ha portato allegria e serenità. E’ stata una disgrazia indescrivibile perderlo”. Poi l’ex ala della Roma si è interrotto, fermato dalla commozione, per poi riprendere: “Non si può non piangere. Paolo è sempre con noi, ci porteremo sempre con noi il suo sorriso. E’ sempre parte del nostro cuore. Tra poco andremo a trovare Federica per parlare di Paolo”.

Altobelli: "E' stata una tragedia"

Alessandro Altobelli, ex attaccante dell'Inter e della nazionale, mette davanti a tutto umiltà e commozione: “Non avrei mai voluto parlare di Paolo che non c’è più, anche se Paolo è sempre qui con noi. Ho sempre cercato di copiare qualcosa da lui. Sembrava fortunato, ma aveva il senso del gol, il senso dell’attaccante che sa dove passa la palla, come in occasione del primo gol nella finale della Coppa del Mondo. Ho sempre ammirato Paolo perché mi ha insegnato tanto, anche ai Mondiali, perché Rossi e Graziani erano i titolari e io la riserva. Ricordo quante critiche hanno ricevuto Rossi e Bearzot dopo le prime quattro partite: io, che avrei voluto giocare al suo posto, invece lo rincuoravo. Non esiste rivalità tra noi. Rossi era un professore per me, era troppo più forte di me. Dopo la perdita di Paolo, l’amicizia tra noi della nazionale si è rinforzata ancora di più. Sono tutti miei fratelli, li stimo, li amo, voglio bene a tutti. Ancora non riesco a capacitarmi di quello che è successo. E’ successa una tragedia, mando un abbraccio a Federica”.

Collovati: "Grazie a Rossi sono campione del mondo"

Fulvio Collovati era lo stopper (oggi si direbbe difensore centrale) in quella magica nazionale italiana di 39 anni fa: “Pablito è stato un grande giocatore e un bravo ragazzo. Non abbiamo mai giocato insieme in un club, ma abbiamo giocato nella nazionale Juniores, nell’Under 21 e poi 8 anni di nazionale maggiore. E’ giusto ricordare il suo sorriso: ricordo quando lo marcavo, non ero duro, ma ogni tanto mi capitava di fare qualche fallo, eppure non l’ho mai visto arrabbiarsi. Era leale e intelligente, era difficile marcarlo perché sapeva prevenire il movimento del pallone. Ricordiamoci che Paolo, in quel 1982, ha vinto il Pallone d’oro. Con estrema onestà devo dire che, se sono diventato campione del mondo, lo devo a Paolo Rossi. Dopo le prime difficoltà improvvisamente, contro il Brasile, è rinato. La sua rinascita è coincisa con la nostra rinascita. Ricordo quando siamo andati in Libano e tutti cercavano solo due personaggi: Paolo Rossi e il presidente Pertini, che erano i più conosciuti al mondo. Vorrei che nella nostra chat del 1982 rimanga sempre vivo il ricordo di Paolo Rossi, magari con qualche video”.

Graziani: "Eravamo una squadra di fratelli"

Francesco Graziani era il partner d'attacco di Rossi nella nazionale del 1982: “E’ una serata, sotto certi versi, di grandissima tristezza. Perché la partenza di Paolo è una grande mancanza per noi. Però, quando penso a Paolo, dico che non possiamo più viverlo fisicamente, ma possiamo continuare a viverlo con il cuore. Tante volte mi capita di guardare il cielo e pensare a lui, come al vecio Bearzot e come a Scirea, che non meritava affatto di morire perché era una persona meravigliosa. Devo pensare che al Signore, nella nazionale del Paradiso, serviva un capitano e allora ha chiamato Gaetano. E quando penso a Paolo, penso che lo posso sognare, posso parlarci. Un giorno potremo riabbracciarci tutti insieme. Oggi, per certi versi, la morte mi fa meno paura perché penso che andrò a riabbracciare tanti amici e i miei famigliari. Di Paolo ricordo un episodio dei Mondiali: dopo la gara con l’Argentina lo vidi triste e gli chiesi cosa aveva. Mi disse che era un po’ preoccupato perché pensava che con il Brasile non avrebbe giocato nonostante si sentisse meglio. Gli dissi che non doveva pensarlo affatto, gli dissi che Bearzot aveva stima in lui e anche che avevo l’impressione che avrebbe fatto la differenza. E così fu. Paolo Rossi, con quei gol, ha aperto il cuore di tanti italiani che vivono all’estero e non solo. Quando voglio parlare con Paolo, ci parlo e lui mi risponde, perché so cosa mi direbbe. Avendo vinto quel Mondiale siamo diventati eterni, siamo diventati eroi. Questo vale soprattutto per Paolo. Spero, appena finita la pandemia, di poter riabbracciare Federica e tutti i miei compagni della chat. Eravamo davvero una squadra di fratelli”.

Federica Cappelletti: "Paolo era tanto di tutto..."

Federica Cappelletti, vedova di Paolo Rossi, racconta come sta vivendo queste settimane: “Personalmente non è una situazione facile. Vivere senza Paolo significa sopravvivere perché lui era tanto di tutto. Ho delle figlie da crescere e si va avanti. I ragazzi dell’82 sono un pezzo di famiglia e mi stanno dando tanto, così come centinaia di persone che mi mandano foto e materiale di Paolo da tutto il mondo. Vedere tutto questo grande affetto, che continua e cresce a distanza di settimane e mesi, mi commuove ed è importante. Mi fa capire cosa ha fatto Paolo anche prima che lo conoscessi e mi dà la forza per continuare tutti i progetti che avevo iniziato insieme a lui”.

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