Lippi: "Crisi Juve? Non è colpa di Pirlo. Io non allenerò mai più"

Così l'ex allenatore bianconero e della Nazionale: "Un futuro da direttore tecnico? Vedremo"
Lippi: "Crisi Juve? Non è colpa di Pirlo. Io non allenerò mai più"

"L'ho detto ad inizio campionato e lo ripeto oggi. Se la Juve non ha fatto il campionato a cui siamo abituati non è solo per colpa dell'inesperienza di Pirlo, di cui conosco le grandi capacità e le profonde conoscenze tecniche. Ci sono altre motivazioni, di livello tecnico: parlo di qualità dei giocatori". Lo ha detto Marcello Lippi, ex commissario tecnico degli Azzurri, durante il Caffè della Versiliana a Pietrasanta, in provincia di Lucca. "Ho avuto diverse proposte per tornare ad allenare. Ho parlato con tutti, per educazione, ma non ho intenzione di tornare a fare allenatore. Se ci fosse un'opportunità diversa, tipo direttore tecnico, vediamo. Voglia di andare in campo non ne ho più. Direttore tecnico? Può darsi, ma dipende. Dovrei andare in una società dove conosco già le persone, non certo dove c'è un presidente che vuole fare tutto lui. Che ci vado a fare? Mi hanno accostato ad alcune squadre che, per carità, se devo terminare la carriera discutendo tutto il giorno, non ci penso proprio".

Lippi su Mourinho, Milan-Atalanta e la lotta per la Champions

"Come vedo Mourinho alla Roma? Bene, molto bene. Avrà molto lavoro da fare", aggiunge ai microfoni di LaPresse, commentando l'arrivo dell'allenatore portoghese a Roma. "Milan-Atalanta? È dura per il Milan - prosegue l'ex tecnico della Juve -. L'Atalanta ha la possibilità di arrivare seconda in Serie A. Dopo la delusione dell'altra sera non credo voglia fallire. Dispiace che qualcuno dovrà rimanere fuori. Se vincono tutte e tre, Milan, Juve e Napoli, la Juve resta fuori. Ci sono squadre, vedi Milan e Napoli, che nelle ultime partite hanno fatto molto bene. Anche la Juve, dopo la sconfitta col Milan, si è ripresa. Rischiano tutte e tre, non è possibile fare pronostici".

Lippi e il ricordo di Napoli

"Ho un bellissimo ricordo di Napoli. Ci sono stato solo un anno, ma è stato un anno intenso. Mi portò a Napoli Ottavio Bianchi, che allora era direttore a Napoli. Era una nobile decaduta: aveva appena smesso di giocare Maradona. Di quell'anno ricordo bene una cosa, ossia che da novembre in poi né io né i giocatori abbiamo più ricevuto lo stipendio. Eppure, quell'anno, abbiamo fatto bene, arrivammo quinti, qualificati per la Coppa Uefa. Poi, senza stipendio da mesi, a febbraio mi chiamò la Juve: non ho potuto dire di no".

Lippi sulla Nazionale italiana di Mancini

"La Nazionale di Mancini mi piace, è stato molto bravo. Gioca bene, fa ben sperare. Mancini è stato bravo anche per questo motivo. Io, quando guidavo la Nazionale, dovevo scegliere in un campionato col 65% di italiani e il 35% di stranieri. Lui ha lavorato con un campionato con proporzioni ribaltate. Nonostante questo, ha creato un bel gruppo di 25-30 giocatori, giovani, bravi, che giocano bene. È stato bravo anche perché ha dato lui un segnale alla serie A, facendo giocare giocatori che con le loro squadre dovevano ancora esordire. Come a dire, fateli giocare". Chiosa sul vaccino: "Mi sono già vaccinato, ho fatto quello cinese, Sinovac, prima dose e richiamo dopo un mese. Nessun problema. Ero in vacanza, sono stato 4 mesi in giro per il mondo. Il vaccino me lo avevano già proposto quando ero in Italia, ma se fosse venuto fuori che me lo facevano prima degli altri, sarebbe scoppiato un casino, per cui ho rinunciato. In vacanza ho avuto la possibilità di farlo. Ho chiamato alcuni medici cinesi, ci sono stato 8 anni in Cina ne conosco tanti, e tutti mi hanno consigliato di farlo, aggiungendo che era valido anche per le varianti di cui si parla oggi".

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