La nuova Superlega convincerà la Corte?

La nuova formula: tra 60 e 80 club partecipanti, promozioni e retrocessioni, torneo più ricco della Champions
La nuova Superlega convincerà la Corte?

Spiegata così, la Superlega è un torneo più aperto, più inclusivo e più meritocratico della Champions League. Che fosse potenzialmente più ricco lo si sapeva già e, in fondo, non era quello il problema il 18 aprile 2021, quando il progetto fece irruzione sul calcio europeo, provocando uno sconquasso di cui qualcuno allunga gli effetti fino alle recenti e spinose vicende juventine (ma è un’altra storia, forse). La verità è che nel 2021 la Superlega era, probabilmente, un’altra cosa: c’erano dei posti fissi, la formula fu spiegata in modo nebuloso e proprio grazie a quella foschia fu ancora più facile operare, in tutti i modi e a qualsiasi livello, per azzerare il progetto di una competizione alternativa alla Champions, che avrebbe potuto depotenziare il potere delle istituzioni calcistiche internazionali, a partire dall’Uefa.

Superlega e Champions League

A quasi due anni dai quei giorni più burrascosi, la Superlega o nasce sul serio o viene archiviata definitivamente. Tra un mese si esprimerà la Corte di Giustizia Europea e l'uscita del decalogo ha il tempismo che sarebbe stato utile ai superleghisti nel 2021. A dicembre, l’Avvocato della Corte, che si è espresso in modo sostanzialmente favorevole all’Uefa, ha ancora descritto la Superlega come una lega chiusa, esclusiva e, quindi, contraria ai valori europei dello sport, cristallizzando il fermo immagine dell’aprile 2021, nonostante la Superlega stessa, attraverso A22 (la società che gestisce il progetto stesso) aveva evoluto il format. Ora che si gioca il tutto per tutto, la Superlega non vuole equivoci e spiega in modo didascalico tutto quello che vorrebbe essere. Il buffo è che assomiglia abbastanza alla Champions League riformata in partenza dal 2024, anche se ne migliora alcuni aspetti. Il meccanismo di retrocessioni e promozioni, per esempio, consentirebbe di avere più partite interessanti tutti gli anni, ma senza togliere la possibilità a una squadra moldava di sognare, un giorno, una sfida al Bernabeu contro il Real. Basterà la spiegazione data ieri dal brillante Bernd Reichart per convincere la Corte di Giustizia? Difficile dirlo. E questo dubbio interessa ancora alla Juventus orfana di Andrea Agnelli? Sì.

Superlega, Elkann, la Juventus e la Corte di Giustizia Europea

Partiamo dalla considerazione che, nel 2021, John Elkann aveva sposato il progetto della Superlega e che, tuttora, non considera efficiente l’attuale sistema del calcio europeo (ma sarebbe disponibile anche a riformarlo da dentro, eventualmente). E aggiungiamo che dall’Uefa arriva, o almeno così si legge sui media più fedeli a Nyon, un messaggio chiaro alla Juventus: abiurate la Superlega, venite a Canossa e sarete giudicati con magnanimità sulle questioni legate ai bilanci; viceversa il trattamento potrebbe essere severo. La Juventus, intesa come società, oggi è nuova nuova, non ha impegni morali né da una parte, né dall’altra e, quindi, potrà scegliere. Per ora non lo fa perché ha, comprensibilmente, altro a cui pensare, ma in fondo la Corte potrebbe decidere per lei.

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