Kiricocho! La maledizione di Chiellini a Saka e l'Italia vince l'Europeo

La leggenda del tifoso menagramo dell'Estudiantes che, se chiamato in causa, fa sbagliare chiuque

I successi della Spagna al Mondiale sudafricano del 2010 e dell'Italia all'Europeo 2021, avvenuti entrambi l'11 luglio, hanno un minimo comune denominatore: Kiricocho. Una semplice parole che, se urlata nel momento giusto, lancia una vera e propria maledizione.

Per rintracciare il significato di questo termine bisogna viaggiare fino in Argentina. E dove, se non nella terra dove il calcio diventa mistica, dove l'arte del pallone si trasforma in un rituale laico.

Kiricocho, chi era e come nacque la sua leggenda

Per scoprire la genesi di questo termine bisogna riavvolgere indietro il nastro e tornare agli anni Ottanti. Fu proprio Carlos Bilardo, il ct che guidò la Seleccion di Maradona alla conquista del secondo Mondiale nel 1986 - il primo era arrivato nel 1978 -, a inventarlo. Leggenda narra che Kiricocho fosse un tifoso menagramo del suo Estudiantes e che, ogni qualvolta si presentasse all'allenamento della squadra del cuore, arrivasse puntualissimo un infortunio. Il tecnico, talmente scaramantico da non far mai cambiare posto ai propri giocatori sul pullman, pensò bene di sfruttare il potere di Kiricocho mandandolo ad assistere alle gare delle avversarie. Coincidenza o no, nel 1982 l'Estudiantes si laureò campione del Metropolitano perdendo solo una gara contro il Boca Juniors, l'unica formazione a cui Kiricocho non aveva fatto visita.

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Capdevila invoca Kiricocho e Robben sbaglia

Quella di Kiricocho divenne una vera e propria leggenda che negli anni ha sortito i propri frutti. 11 luglio 2010, a Johannesburg Olanda e Spagna si contendono la Coppa del mondo. La partita corre veloce sui binari dell'equilibrio ma al 62' Robben, imbeccato magicamente dall'interista Snejder, ha sul suo mancino la palla che potrebbe cambiare la storia: l'esterno del Bayern Monaco si trova a tu per tu con Casillas, Capdevila, poco più indietro, tra il rumore caotico delle vuvuzelas non può far altro che invocare a gran voce l'aiuto di "Kiricocho". Risultato? Robben calcia sull'estremo difensore spagnolo e le Furie Rosse vinceranno ai supplementari grazie alla rete di Iniesta.

Chiellini urla Kiricocho a Saka: Italia campione d'Europa

Esattamente 11 anni dopo, stesso esito ma contesto diverso: stadio Wembley di Londra, Italia e Inghilterra chiudono la finale degli Europei sull'1-1 con Bonucci che riprende la nazionale dei Tre Leoni avanti dopo appena 2' con Shaw. Si va ai rigori. Jorginho ha sul proprio piede il rigore decisivo ma Pickford intuisce e devia la sfera sul palo. Tocca quindi a Saka ristabilire l'equilibrio. L'attaccante dell'Arsenal prende la rincorsa, alle sue spalle Chiellini, abbracciato ai compagni sul cerchio del centrocampo, urla a gran voce "Kiricocho". Il finale è storia: il tifoso menagramo dell'Estudiantes ha colpito ancora.

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I successi della Spagna al Mondiale sudafricano del 2010 e dell'Italia all'Europeo 2021, avvenuti entrambi l'11 luglio, hanno un minimo comune denominatore: Kiricocho. Una semplice parole che, se urlata nel momento giusto, lancia una vera e propria maledizione.

Per rintracciare il significato di questo termine bisogna viaggiare fino in Argentina. E dove, se non nella terra dove il calcio diventa mistica, dove l'arte del pallone si trasforma in un rituale laico.

Kiricocho, chi era e come nacque la sua leggenda

Per scoprire la genesi di questo termine bisogna riavvolgere indietro il nastro e tornare agli anni Ottanti. Fu proprio Carlos Bilardo, il ct che guidò la Seleccion di Maradona alla conquista del secondo Mondiale nel 1986 - il primo era arrivato nel 1978 -, a inventarlo. Leggenda narra che Kiricocho fosse un tifoso menagramo del suo Estudiantes e che, ogni qualvolta si presentasse all'allenamento della squadra del cuore, arrivasse puntualissimo un infortunio. Il tecnico, talmente scaramantico da non far mai cambiare posto ai propri giocatori sul pullman, pensò bene di sfruttare il potere di Kiricocho mandandolo ad assistere alle gare delle avversarie. Coincidenza o no, nel 1982 l'Estudiantes si laureò campione del Metropolitano perdendo solo una gara contro il Boca Juniors, l'unica formazione a cui Kiricocho non aveva fatto visita.

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