Superlega Uefa? Ceferin e la farsa più ridicola della storia del calcio

In Spagna trapela un’indiscrezione su una possibile rivoluzione delle coppe con un format simile a quello già proposto: tre campionati con retrocessioni e promozioni
Superlega Uefa? Ceferin e la farsa più ridicola della storia del calcio

Il piano sarebbe diabolico: prima Ceferin fa fuori Agnelli, poi gli ruba l’idea. Se, e sottolineo se, l’indiscrezione spagnola fosse vera e l’Uefa stesse davvero pensando a una rivoluzionaria riforma delle coppe europee fotocopiando il format della Superlega, andrebbe in scena la più ridicola farsa della storia del calcio europeo.

Perché sarebbe difficile non seppellire con una risata la malevola prosopopea di chi definisce «un obbrobrio antisportivo» un modello di competizione, per poi metterlo al centro di una riforma appena qualche anno dopo. Se, e sottolineo se. Primo perché la cosa è stata smentita dall’Uefa. E se le smentite a volte possono essere strategiche, restano un paio di dettagli che profumano di bufala.

La nuova idea

La notizia è questa: nelle ultime 48 ore in Spagna è circolata la notizia che l’Uefa stia pensando a delle nuove coppe europee, basate su tre tornei da 18 squadre l’uno, con un meccanismo di promozioni e retrocessioni (basate sul rendimento triennale). La prima si chiamerebbe sfacciatamente Superliga, poi a scendere ci sarebbe la Liga Europea e la Liga Aspirante. Tre campionati da 18 squadre, quindi, con un totale di 54 squadre coinvolte, quasi la metà delle 96 attuali.

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La proposta e l'Uefa: cosa non quadra?

E questo non quadra con le politiche dell’Uefa che tende ad allargare il numero dei partecipanti, mai a diminuirli, perché servono i voti e i voti si ottengono garantendo a tutti una fettina della torta. Quindi i casi sono due: l’indiscrezione è falsa o l’indiscrezione è imprecisa e, per esempio, può sì essere previsto un nuovo vertice della piramide, più elitario e con appena 18 squadre, ma sotto non possono esserci solo altre 36 squadre, ma quanto meno il doppio, se non il triplo, organizzate quindi in modo più complesso.

Insomma, è tutto molto strano per essere vero. Anche se il Ministro dello Sport Andrea Abodi si era già sbilanciato nel pomeriggio: «Una Superlega organizzata dalla Uefa sarebbe una Champions League migliorata. Quindi ben venga».

E la vera Superlega?

Ma la Superlega, quella vera e alternativa all’Uefa, si farà mai? La risposta la darà la Corte di Giustizia Europea nel giro di un mese, perché è atteso fra la fine di ottobre e i primi di novembre il parere sul presunto monopolio dell’Uefa e la possibilità di creare delle competizioni alternative senza che l’Uefa sanzioni i club.

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Superlega, gli scenari e il futuro del calcio

Se nella sentenza ci fossero i margini per creare una competizione alternativa, la A22 di Bernd Reichart sarebbe pronta a varare il suo format per la stagione 2025-26. A Nyon, invece, sono molto convinti che la Corte di Lussemburgo non aprirà quegli spiragli e sembrano più concentrati a vendere i diritti del triennio 2024-2027 (che vedrà comunque la nuova Champions con la classifica unica) che a pensare una riforma per il 2027-2030.

Il tutto mentre da più parti in Europa sale la preoccupazione per il futuro del calcio nell’Unione Europea, che corre il rischio di essere schiacciato economicamente dallo strapotere economico della Premier League e dai petrodollari della Saudi League: visto che il valore dei diritti tv dei campionati domestici scende e i club si impoveriscono progressivamente dei loro campioni più rappresentativi. Una riforma, insomma, servirebbe davvero e non per finta.

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Il piano sarebbe diabolico: prima Ceferin fa fuori Agnelli, poi gli ruba l’idea. Se, e sottolineo se, l’indiscrezione spagnola fosse vera e l’Uefa stesse davvero pensando a una rivoluzionaria riforma delle coppe europee fotocopiando il format della Superlega, andrebbe in scena la più ridicola farsa della storia del calcio europeo.

Perché sarebbe difficile non seppellire con una risata la malevola prosopopea di chi definisce «un obbrobrio antisportivo» un modello di competizione, per poi metterlo al centro di una riforma appena qualche anno dopo. Se, e sottolineo se. Primo perché la cosa è stata smentita dall’Uefa. E se le smentite a volte possono essere strategiche, restano un paio di dettagli che profumano di bufala.

La nuova idea

La notizia è questa: nelle ultime 48 ore in Spagna è circolata la notizia che l’Uefa stia pensando a delle nuove coppe europee, basate su tre tornei da 18 squadre l’uno, con un meccanismo di promozioni e retrocessioni (basate sul rendimento triennale). La prima si chiamerebbe sfacciatamente Superliga, poi a scendere ci sarebbe la Liga Europea e la Liga Aspirante. Tre campionati da 18 squadre, quindi, con un totale di 54 squadre coinvolte, quasi la metà delle 96 attuali.

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