Il coraggio di Grosso che conquista la Francia

Dopo l'incidente prima della sfida con il Marsiglia, l'allenatore è pronto a tornare in panchina

Venerdì è già tornato in campo, per dirigere di persona l'allenamento dell'Olympique Lyonnais. Prima che iniziasse la seduta, ha anche palleggiato con alcuni giocatori. Il portiere Anthony LOpes ha raccontato: "Non dimenticherò mai la sua maschera di sangue, eravamo tutti sotto choc. Ma Fabio è forte. E sta già pensando alla partita che verrà". Cinque giorni dopo avere rischiato di perdere un occhio a Marsiglia, a causa dei criminali che hanno assaltato il bus dell'OL, Grosso ha ripreso fisicamente la guida della sua squadra. Domani, al Groupama Stadium, riceverà il Metz. Il confronto è già uno spareggio salvezza: il Lione è ultimo con 3 punti in 9 gare; il Metz è terz'ultimo con 9 punti in 10 incontri. Questa, però, è la cosa meno importante. Conta solo che il campione del mondo si stia riprendendo, anche se quei 15 punti sull'arcata sopracciliare sinistra resteranno a lungo il segno della follia di "una giornata molto triste per lo sport. Non si può mettere in pericolo la vita delle persone per una partita di calcio: sul nostro pullman viaggiavano quaranta persone, anche altri potevano essere feriti e, dietro di noi, c'erano le auto dei nostri tifosi. Tutto questo non deve più accadere. Spero si intervenga, perché io non sarei potuto essere qui a raccontarvi ciò che è successo. Adesso, se in campo mostreremo la stessa coesione che si respirava domenica sera nello spogliatoio di Marsiglia, saremo capaci di vincere con il Metz".

La determinazionea di Grosso ritornare subito al timone della squadra

Il coraggio di Grosso, la sua determinazione a ritornare subito al timone della squadra hanno conquistato la Francia. Centinaia i messaggi di solidarietà, sostegno e non soltanto dei fan lionesi. Molti marsigliesi gli hanno scritto chiedendogli scusa e condannando la violenza dei delinquenti travestiti da tifosi Om. Se Grosso non avesse voltato la testa quando sassi e bottiglie hanno mandato in frantumi i vetri del torpedone, le schegge l'avrebbero colpito ancora più gravemente. L'uomo che a Berlino, il 9 luglio 2006, ha dato all'Italia il quarto titolo mondiale, ha mostrato una forza d'animo ammirevole, tanto che, prima di lasciare il Vélodrome, con il capo vistosamente fasciato, assieme ai suoi giocatori aveva voluto salutare i lionesi rimasti all'interno dello stadio. I drammatici fatti di Marsiglia hanno riunito l'OL attorno al suo allenatore, dopo i dissapori interni, alimentati anche dai magri risultati e dall critiche malevole di una parte dei commentatori transalpini, che, nelle scorse settimane, avevano portato a un brusco faccia a faccia negli spogliatoi, alla ricerca di una spia, rea di spifferare tutto fuori dal centro sportivo di Décines. Ma Grosso non ha mollato né intende mollare. "Per noi hai rischiato di perdere un occhio, siamo in debito", gli ha scritto un tifoso. Ora tocca al Lione sdebitarsi sul campo, nella polveriera Ligue 1 dove violenza, razzismo, omofobia, antisemitismo si mescolano in un mix molto pericoloso. Aspettando che Fabio abbia giustizia.

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