Con Ronaldo partivi 1-0, con Vialli vincevi: la grandezza dell’uomo

Non viveva per il gol personale, ma per quello di tutti. Un anno fa ci piombava addosso la tristezza dell’addio a Gianluca

Dicono che se hai Cristiano Ronaldo in squadra, hai la certezza, o quasi, di iniziare ogni partita da 1 a 0. E, in linea di massima, hanno ragione. Con Vialli era simile, ma non uguale. C’è stato un momento, quando Gianluca era il leader della Juventus di Marcello Lippi, che averlo in squadra significava avere direttamente la certezza di vincere, o quasi. E solo chi ha vissuto quel periodo sa che questo corrisponde al vero.

La grandezza di Gianluca Vialli

La grandezza di Gianluca Vialli, come giocatore e come uomo, sta tutto in quella sottile differenza. I grandi bomber hanno garantito alle loro squadre i loro gol; importanti, per carità, ma meno fondamentali della certezza di vincere e non importa chi faceva gol, contava solo che fosse della tua squadra. È per questo che Vialli era più di un attaccante, era un giocatore che faceva attaccare la sua squadra, scrostando ogni paura. Non viveva per il gol personale, ma per quello di tutti. Un anno fa ci piombava addosso la tristezza dell’addio a Gianluca. Un peso immane reso sopportabile soltanto dalle ali della sua eredità che ci hanno consentito di volare sopra questi dodici mesi più leggeri, più saggi e perfino più allegri. Vialli ci ha insegnato a vincere e ci ha insegnato a perdere, così come ci ha insegnato un po’ a vivere e a morire. Lui che se n’è andato in pace con il mondo e rasserenato dall’idea di non aver sprecato il suo ultimo tempo. Ora basta però, non facciamone un filosofo o un santo laico, che pure lui avrebbe spietatamente deriso certe iperboli, piuttosto teniamocelo stretto, amico dai buoni consigli, amico che quando serviva c’è sempre stato.

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