Per gli inglesi è stata la first lady del football. Per alcuni tabloid Nancy Dell'Olio rappresentava la "risposta italiana a Lady Diana". Ha vissuto dieci anni d'amore al fianco di Sven-Goran Eriksson, catapultata nel suo mondo fin da quando il tecnico svedese disegnava imprese a Roma con la Lazio. Prima di volare a Londra in vista del suo nuovo incarico da ct dell'Inghilterra: di quella coppia da copertina oggi resta l'affetto che si rafforza nel dolore.
Sapeva dei problemi di salute di Sven?
"Ero al corrente della malattia, ma non sapevo di questa drammatica diagnosi. L'ho saputo qualche ora prima della sua dichiarazione pubblica e sono rimasta sgomenta".
Cosa ha rappresentato per lei Sven in quegli anni?
"Rimane uno dei tre uomini della mia vita. Certe storie non si chiudono mai, è stata travolgente. L'impatto sulla società si è rivelato fortissimo in Italia e soprattutto in Inghilterra. Eravamo al centro del mondo in quegli anni, c'era grande curiosità intorno a noi".
Il coraggio tra le sue tante virtù, non si è nascosto nel dolore.
"Lui è una persona diretta e riservata, ma ha una passione per la vita immensa. Un generoso che amava il suo lavoro tremendamente. La cosa che gli ha sempre dato gusto è il rapporto con i calciatori, allenare la Nazionale inglese è stato un grande privilegio ma gli ha tolto la quotidianità con i ragazzi. Forse quella chiamata è arrivata troppo presto, ma era un treno troppo importante per lui".