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Fu chiuso in una camera a gas ad un anno meno quattro giorni dalla liberazione di Auschwitz, ucciso assieme ad altri uomini ridotti a scheletri, senza identità, perché un essere umano privo di identità non è più un essere umano, è un essere annullato. E questo, d’altronde, era il vero obiettivo dei nazisti: annullare coloro che venivano reclusi nei campi di sterminio. Eppure Árpád Weisz era stato il
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