Braveheart Afif: i gol con il Qatar per regalarsi una chance in Europa

I tifosi gli hanno dato il soprannome per il coraggio che ha in campo. L’attaccante è il grande protagonista della Coppa d’Asia: 5 reti e 3 assist. Sabato cerca il trionfo contro la Giordania davanti al suo pubblico
Braveheart Afif: i gol con il Qatar per regalarsi una chance in Europa© Getty Images
A vederlo giocare, con quelle sue finte secche, i dribbling stordenti, i gol folgoranti, la carnagione olivastra e la capigliatura foltissima alla Marcelo, sembra più un brasiliano naturalizzato che un qatariota. Ma i suoi cromosomi sono tutt’altro che sudamericani. Papà Hassan Yahya è nato a Moshi (ai piedi del Kilimangiaro, in Tanzania) da genitori somali mentre mamma Fayza è originaria dello Yemen, estremità meridionale della Penisola Araba che s’affaccia sul Golfo di Aden dove sfocia il Mar Rosso. Lui, Akram Afif, stella e trascinatore del Qatar detentore della Coppa d’Asia, ha invece visto la luce 27 anni fa qui a Doha, sesto e ultimo figlio della famiglia in cui si segnala anche il fratello maggiore Ali, 36 anni, attaccante dell’Umm Salal (circa 25 chilometri a nord di Doha). Akram è un “enfant du pays” direbbero i francesi. Idolo assoluto e beniamino della tifoseria degli “Al Annabi” cioè bordeaux, dal colore della maglia che riprende il tono cromatico della bandiera nazionale. Tutto l’Emirato retto da Tamim Al Thani, munifico “patron” del Paris Saint-Germain, s’affida alle sue prodezze, alle sue reti (5 nell’attuale rassegna) e ai suoi assist (3) per conquistare di nuovo domani pomeriggio il trofeo continentale già alzato al cielo nel febbraio del 2019 contro il Giappone nella finale di Abu Dhabi (Afif firmò il gol del definitivo 3-1 ma soprattutto risultò decisivo per il trionfo grazie ai 10 assist vincenti nel corso della manifestazione).  

Il migliore d'Asia

Proprio al termine del 2019 l’asso qatariota in forza ai campioni dell’Al Sadd Doha conquistò l’ambìto premio di calciatore asiatico dell’anno lasciandosi alle spalle giocatori del calibro del sudcoreano Son (Tottenham Hotspur), del giapponese Doan (all’epoca tesserato per il Psv Eindhoven, oggi al Friburgo) e dell’iraniano prossimo interista Taremi. È già uno dei migliori calciatori qatarioti della storia. In Nazionale 109 presenze e 32 gol, con l’Al Sadd 105 gol e 80 assist in 168 partite. Nel corso di questa stagione ha firmato 13 reti e 8 assist in sole 12 partite della Stars League qatariota. È inoltre considerato uno dei migliori giocatori arabi dopo l’egiziano Salah, l’algerino Mahrez e il marocchino Hadji (questi 3 però nordafricani, non asiatici... ). 

Il rifiuto all’Al Nassr di CR7

Anche uomo mercato: pochi giorni fa, cioè alla chiusura della finestra invernale, ha rifiutato un’allettante proposta formulata dall’Al Nassr del suo idolo Cristiano Ronaldo, ma le sirene saudite sono già tornate a farsi sentire subito dopo le sue scintillanti prestazioni (e tante elezioni quale uomo-partita) in Coppa d’Asia dato che altri club, non soltanto gestiti dal Pif, lo hanno messo nel mirino. Attualmente colui che è stato soprannominato dai fan qatarioti “Qalb la khawf” (letteralmente in arabo “cuore no paura”, cuore impavido diremmo noi come “Braveheart” in inglese) è legato da un contratto con l’Al Sadd fino al 30 giugno del prossimo anno. Il suo stipendio è di assoluto livello: 21,5 milioni di rial del Qatar corrispondenti a circa 5,5 milioni di euro netti a stagione.

In Belgio e Spagna

Talento precocissimo forgiatosi nella rinomata “Aspire Academy” di Doha, è passato nelle giovanili dell’Al Sadd da cui, nell’ottobre 2012, non ancora dodicenne, il Siviglia lo prelevò in prestito inserendolo nella formazione “Juvenil A”. Nell’estate 2014 si trasferisce sempre con la formula del prestito, nella “Juvenil A” del Villarreal. A dicembre dello stesso anno rientra per pochi giorni a Doha e il 7 gennaio 2015 vola in Belgio e firma, ancora in prestito, per il Kas Eupen, club della Pro League belga (fu allenato per appena 4 partite, nel 2010, dal pittoresco campano Eziolino Capuano). Nell’estate 2016 rieccolo al Villarreal che lo acquista a titolo definitivo per girarlo immediatamente allo Sporting Gijón. Un anno dopo rientra a Villarreal e rivà in prestito, nel frattempo ventenne, a Eupen. A fine gennaio 2018 torna all’Al Sadd che due anni dopo lo ricompra a titolo definitivo per un milione di euro. La sua miglior stagione europea, da 19enne, è stata la prima all’Eupen con 8 gol firmati in 25 presenze in tutte le competizioni. Poi tanta panchina tra Sporting Gijón (con cui esordisce finalmente nella Liga: 9 presenze, 1 rete) e di nuovo all’ Eupen (15 gare, 1 gol). 

Europa sì, panchina no

«Ogni calciatore sogna di giocare in Europa e io voglio giocare in Europa dopodomani, se possibile - afferma Afif sfoggiando un ottimo spagnolo - però io non posso andare via dalla mia nazione e finire in un club europeo per stare seduto in panchina. Io darò come sempre tutto in campo, il massimo, per battere domani la Giordania in finale e bissare la conquista della Coppa d’Asia nel nostro stadio nazionale di Lusail, dopodiché spero di tornare a giocare in Europa in una squadra che creda in me e voglia concedermi un’altra chance. Ero troppo piccolo la prima volta... ».

Akram Afif, figlio d'arte

Re del gol (ha vinto la classifica cannonieri della Qatar Stars League nel 2019/20 con 15 gol e 2020/21 a quota 21) nonché maestro degli assist (Akram in arabo significa “più gentile”, dalla radice “karam”, generosità, da cui deriva anche il nome Karim), il numero 11 del Qatar è figlio d’arte. Suo padre Hassan, classe 1956, 40 anni esatti più di Akram, ha giocato come centrocampista per il Simba in Tanzania e per l’Horseed in Somalia (annovera anche 20 presenze con la Nazionale di Mogadiscio) per poi trasferirsi nell’Al Ittihad Doha (l’attuale Al Gharafa) acquisendo la nazionalità qatariota. Nel 1986 ha cominciato la carriera di allenatore con i “ghepardi” dell’Al Ittihad, poi ha guidato l’Al Markhiya in due periodi diversi: dal 2001 al 2003 e nel 2006/07. Hassan è stato ovviamente il primo allenatore e motivatore di Akram sin dall’infanzia. Oggi ne è anche l’agente.

Oro asiativo Under 19

Ala sinistra di piede destro che ama convergere al centro per scoccare il suo tiro violento e preciso, specialista nell’uno contro uno, velocissimo, aggressivo, fiato da maratoneta, si è messo in luce a livello internazionale sin da quando, non ancora diciottenne, conquistò il titolo asiatico Under 19 con la Nazionale qatariota nella rassegna svoltasi in Birmania dieci anni fa. Suo il gol decisivo a inizio ripresa (1-0) nella finale di Yangon contro la Corea del Nord. Era andato a segno anche in semifinale di fronte ai padroni di casa, nei quarti con la Cina e ancora contro la stessa Corea del Nord nella prima partita del Gruppo di D. Incontenibile. La sua prima straordinaria esibizione nella Selezione assoluta del Qatar riporta la data del 15 novembre 2018 al “Cornaredo” di Lugano. Amichevole con la Svizzera in preparazione alla Coppa d’Asia. Gli elvetici (usciti di misura agli ottavi dei Mondiali russi) in campo agli ordini dell’allora ct Vlado Petkovic con i vari Xhaka, Shaqiri, Zakaria, Freuler, Schär, Sow, Gavranovic, ecc. I bordeaux di Doha s’impongono 1-0 grazie a una rete all’86’ dello scatenato Afif, imprendibile folletto. Con i bianconeri dell’Al Sadd ha vinto tre Qatar Stars League (2019, 2021 e 2022), due Coppe del Qatar, una Coppa dell’Emiro, una Coppa delle Stelle e una Coppa dello Sceicco Jassim. Tornerà in Europa a luglio? 

 

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