"Calciopoli? Tutti volevano essere Moggi"
Prima dell’addio al calcio, il Mondiale 2006. Lippi sceglie Peruzzi come vice di Buffon: "Andai perché volevo giocare. Abbiamo vinto quel Mondiale per due ragioni. La rabbia di molti per la storia di Calciopoli che ci aveva sputtanato a livello internazionale. E quelli che non giocavano o giocavano poco: davamo il massimo in allenamento. Fu quello il segreto del gruppo". E a proposito di Calciopoli: "Non discuto le sentenze. Ma Moggi io me lo ricordo bene: tutti lo cercavano, tutti chiedevano consigli, tutti volevano essere come lui". I guantoni appesi, la breve parentesi da allenatore fino all'esperienza da team manager alla Lazio. L'addio per il rapporto logoro con Lotito? Tutto falso: "Sfatiamo una leggenda: sono andato via in pace. Lui ha il suo carattere, ma pure io: permaloso, tanto. E capoccione, testardo. È finita. Giusto così".
Poi le sentenze di Peruzzi, in generale e sul calcio di oggi. Il migliore di sempre resta "Diego, nessuno come lui". Il portiere migliore? "Facile rispondere, è Dino Zoff. Faceva sembrare tutto facile. Poche parole, solo fatti. Un grandissimo. Come portiere e soprattutto come uomo. oggi chi para meglio? Sono tanti. Sono bravi. Ma sto gioco dal basso mi fa ridere. Dice: serve per fare gol. Se non sbagli però. Se qualcosa va male, hai il nemico in casa. Ma siamo matti?". Una grande carriera per Peruzzi, ma con un unico rimpianto: "Capello mi voleva al Real. A Madrid sarei andato volentieri. Ma poi lui è stato lì solo un anno". Oggi il calcio non fa più per lui: "Faccio tante cose, vedo poche partite, mi annoiano a volte, meglio i boschi, i funghi, la caccia. Lo so, lo so: vivo a Blera, un paesino in provincia di Viterbo. Ma io qui sto bene, sono felice. E per me il posto più bello del mondo. Com’è che si dice? Contento io, contenti tutti". Nonostante il calcio non faccia più parte della sua vita, Peruzzi si lancia in una previsione sul campionato di Serie A in corso: "Chi vince non lo so. Posso dire che Antonio (Conte, ndr) ha una fede dentro che fa la differenza. Vive per quello. Tutti i giorni, sempre".