
Samuele Longo, attaccante classe 1992 cresciuto nelle giovanili nell’Inter ed esploso nella Liga, dopo aver iniziato questa stagione col Milan Futuro gioca oggi nell’Antequera, terza divisione spagnola, dove ha segnato 4 gol in 8 partite: "È sotto gli occhi di tutti come le cose non siano andate come speravo in rossonero. Si era creata una situazione in cui mi avevano fatto capire, anche per la questione dei fuoriquota, che qualora avessi trovato qualcos’altro sarebbe stato meglio. Così quando si è palesata la possibilità di tornare in Spagna ho accettato con entusiasmo. È stata anche una scelta di vita, qui con la mia famiglia ci troviamo meglio. E sul piano sportivo sono passato dal provare a mantenere la categoria, al lottare per la promozione in B".
Come sta andando?
"Ci siamo adattati subito. Ho la fortuna di avere una moglie e una figlia che mi seguono ovunque, che non hanno mai avuto grosse problematiche a inserirsi in nuovi contesti. A fine maggio poi nascerà la nostra seconda bimba, siamo molto felici e ci troviamo bene. Sono arrivato all’Antequera con la squadra prima in classifica, adesso siamo a meno tre dal primo posto. Il desiderio più grande è conquistare la promozione, direttamente o attraverso i playoff. A livello personale sta andando bene, in quello collettivo dobbiamo migliorare visto che nelle ultime partite non abbiamo ottenuto buoni risultati. Ma in Spagna per un attaccante c’è più divertimento. Le squadre sono più propense ad attaccare, gli allenamenti stessi te li godi di più. Tutto poi inizia più tardi, c’è la sensazione che sia meno stressante".
Dove si è trovato meglio nella sua carriera?
"Le esperienze che porto più nel cuore sono al Girona, per la promozione della squadra e per essere stato capocannoniere, ma anche quella all’Espanyol, che rappresenta un ricordo speciale perché di fatto era stata la mia prima vera stagione come professionista. Allora mi sembrava davvero tutto bellissimo. E ancora oggi ho la sensazione che i tifosi mi vogliano bene. La peggiore esperienza? Direi al Vicenza. Avevamo aspettative diverse, non credo ci sia stata una gestione fatta bene, quando una cosa inizia male non si aggiusta".
Perché da giovane aveva scelto la Spagna e non subito l’Italia?
"Qui non si sono mai fatti problemi a dare spazio ai giovani. Ora credo che anche in Italia si punti di più sui ragazzi, prima non era così".