L'aneddoto su Capello: "Se diventi calciatore..."
Una gavetta fatta al Milan in tempi decisamente diversi rispetto a quelli di oggi: "Prima a 17-18 anni non potevi comportarti come quelli della prima squadra: non c'era nulla di scontato, ti facevano capire che serviva fare strada per arrivare ad alti livelli. Capello mi metteva un po' di agitazione: era un condottiero, tosto. Cominciai ad allenarmi con loro che avevo 15 anni, quando tornavo a casa scherzavo coi miei amici dicendo che fossi la persona più pulita e profumata del mondo perché ogni volta che facevo un errore mi mandava a fare la doccia (ride, ndr). Mi massacrava ma abbiamo sempre avuto un bel rapporto, sapevo che lo faceva per darmi una direzione".
Poi un aneddoto divertente: "A Milanello cercavo di non incrociarlo mai temendo mi dicesse qualcosa, e spesso erano bastonate. Una volta andia via per ultimo dall'allenamento, convinto non ci fosse più nessuno. Invece incrociai Capello, lo salutai e lui mi disse 'Coco, se tu diventi un calciatore io mi taglio le palle' (ride, ndr). Ma poi fu proprio lui a farmi diventare calciatore professionista: ti bacchettava perché ci teneva. Ho avuto un rapporto di amore e ansia con lui, ma gli devo tutto perché ha creduto in me".