Novità importanti arrivano circa la situazione legata alla vendita dello stadio Giuseppe Meazza, in San Siro, dove tra l'altro si giocherà la sfida decisiva per il Mondiale tra Italia e Norvegia. Le due squadre milanesi, Inter e Milan, sono infatti interessate all'acquisizione dell'impianto. Ebbene il Tribunale amministrativo regionale per la Lombardia nelle scorse ha respinto la richiesta di sospensiva, presentata dal Comitato Sì Meazza (relativa alla vendita sia dello stadio che delle aree circostanti) dal Comune di Milano alle due società.
San Siro, sì alla vendita ad Inter e Milan
Nell'ordinanza pubblicata dal Tar si apprende come "non emergono profili che possano indurre ad una ragionevole previsione favorevole ai ricorrenti dell'esito del ricorso". Una decisione, quella assunta, che spiana così la strada a Palazzo Marino per poter dar seguito alla vendita della struttura. L'obiettivo adesso è quello di arrivare ad un accordo con Inter e Milan, per poi portare la delibera della cessione alla giunta comunale addirittura entro la fine della settimana.
Il ricorso portato avanti dal Comitato Sì Meazza si basava sulle tempistiche del vincolo della Sovrintendenza sul secondo anello dello stadio, che, per legge, scatta ai 70 anni dalla realizzazione. Per il Comitato, il vincolo sarebbe già scattato lo scorso gennaio, per il Comune e la Sovrintendenza invece scatterà il prossimo 10 novembre 2025.
La questione secondo anello
"Le valutazioni espresse nel parere preliminare della competente Soprintendenza, sulla 'Proposta' relativa al compendio immobiliare 'Ambito Gfu San Siro' (presentata in data 11-03-2025), in ordine al 'requisito della vetusta' (70 anni dall'esecuzione) del secondo anello non appaiono implausibili laddove individuano nel 'Verbale di constatazione di compimento dei lavori (collaudo provvisorio) datato 10 novembre 1955', che è il primo atto che attesta l'ultimazione delle opere previste dal contratto principale, la data di riferimento per la verifica del decorso dei settanta anni dalla 'esecuzione' dei lavori stessi".
E' questo quanto si legge nell'ordinanza dei giudici, che aggiungono come "non appare sussistente neppure il prescritto 'periculum in mora', dedotto in modo generico e per lo più facendo leva sulla imminente stipulazione del contratto di vendita dello stadio Meazza, che, di per sé, non sembra evidenziare un danno irreparabile", poiché "non potrà avvenire prima del 2030".