Ronaldo-Mendes, la rottura: "Cristiano, tu sei pazzo". La ricostruzione

In Spagna si parla ancora della clamorosa separazione tra CR7 e il suo storico agente. Intanto i club inglesi continunano a recitare il ruolo dei protagonisti sul mercato

La separazione dell'anno, nel mondo del pallone, non è di certo quella tra Gerard Piqué e Shakira. Di gran lunga più clamorosa e inaspettata quela che ha visto come protagonisti Cristiano Ronaldo e Jorge Mendes. Sebbene ci fosse un po' di maretta tra i due già da qualche tempo, non era di certo la prima volta che succedeva e, in passato, i due erano sempre riusciti a risolvere i propri problemi, consapevoli di essere più forti se fossero rimasti uniti. E, invece, l'ultima scenata ha provocato una frattura insanabile tra i due. E secondo “El Mundo”, sarebbero volati, oltre ai piatti, anche gli insulti: «Tu sei pazzo», avrebbe risposto il re degli agenti a quello che pensa di essere ancora il re dei calciatori. CR7, infatti, si era presentato da Mendes con una pretesa che anche il più potente tra i rappresentanti ha considerato una pazzia: «O riesci a infilarmi al Bayern Monaco o al Chelsea o rompiamo». E rottura fu.

Il primo litigio tra i due

Stando a quanto venuto a sapere dal quotidiano spagnolo, il primo litigio vero tra i due innamorati arrivò ai tempi dell'addio del crac di Funchal al Real Madrid. Mendes non aveva nulla contro la Juventus, eppure per onestà intellettuale non poté fare a meno di far notare al proprio assistito che da nessun'altra parte sarebbe stato meglio che al Santiago Bernabéu: «Resta al Real, qui ti proteggeranno. Se vai via la situazione peggiorerà». Soltanto i due diretti interessati potrebbero confermare o smentire la versione dei fatti data da El Mundo. Una sola cosa è certa, ossia che se fosse rimasto al Real oggi Cristiano, non sarebbe di certo all'Al Nassr. O magari sì, ma in quanto prima scelta e non per non essere riuscito a trovare una sistemazione migliore dopo essersi offerto a mezz'Europa.

I club inglesi unici rivali dei club inglesi

I club del campionato inglese, dopo una sessione estiva di calciomercato da assoluti protagonisti, stanno continuando a fare incetta di campioni anche durante l'attuale finestra invernale. Basterebbero i quasi 200 milioni investiti dal Chelsea per dare un'idea di quello che sta succedendo al pallone del vecchio continente. Tuttavia, gli eccessi blue, per quanto impressionanti, rappresenterebbero solo una fotografia parziale del fenomeno in atto. Basti pensare all'ultima operazione messa a segno dal Bournemouth, un club che a mala pena conoscono nel Regno Unito (senza offesa per nessuno), e che invece si è preso il lusso di prelevare per 25 milioni di euro Nico Jackson dal Villarreal, una squadra che la scorsa primavera arrivò fino alle semifinali di Champions League, sfiorando anche la rimonta contro il Liverpool. Il submarino amarillo, sempre ieri, ha registrato anche il trasferimento di Arnaut Danjuma, finito al Tottenham che è riuscito a soffiarlo al fotofinish all'Everton che, dalla sua, era già pronto ad accoglierlo. Perché, alla fin fine, gli unici rivali dei club inglesi sono gli stessi club inglesi. A meno che non ci si metta di mezzo il senso di appartenenza. In questo caso, anche i più ricchi possono ricevere un "no" come risposta. È successo all'Aston Villa che era pronto a mettere sul piatto i 50 milioni di euro previsti dalla clausola di Nico Williams per portarselo a Birmingham. L'Athletic Club di Bilbao non avrebbe potuto farci nulla se non fosse stato per il rifiuto del diretto interessato che ha ringraziato i Villans per i 135 mila euro settimanali che, secondo il Daily Mail, gli aveva offerto, assicurando che andrà via da San Mamés soltanto quando anche il club che l'ha visto e fatto crescere sarà d'accordo. Chapeau.

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