Dopo l'addio al Real Madrid, Carlo Ancelotti si sta preparando a fare il suo esordio come nuovo commissario tecnico del Brasile. L'allenatore esordirà sulla panchina dei verdeoro venerdì 6 giugno contro l'Ecuador. In vista di questa emozionante sfida, l'ex Milan si è raccontato ai microfoni di Marca, tornando anche sull'esperienza appena conclusa con i blancos.
Ancelotti: "L'Italia non mi ha mai chiamato"
Ancelotti ha spiegato subito la scelta di cimentarsi con la nazionale del Brasile: "È facile, è la squadra migliore del mondo. Non lo dico io, lo dicono le cinque stelle sulla sua maglietta. Adesso la mia sfida sarà arrivare alla sesta. L’Italia? Adesso è allenata da un mio amico, Spalletti, che è un grande allenatore. Non mi hanno chiamato, cosa che il Brasile ha fatto molto tempo fa. Ora le circostanze erano favorevoli e ho accettato pienamente la sfida di portare la sesta Coppa del Mondo in Brasile, ma per farlo abbiamo bisogno che l’intero Paese sia dalla nostra parte. La nazionale è diversa da un club. Ho avuto l’esperienza come assistente di Sacchi e ho sempre desiderato farlo. Il Brasile deve sostenere la squadra, i giocatori devono essere umili e sostenere i loro compagni. Senza umiltà si può fare ben poco. Una Coppa del Mondo è qualcosa di diverso da qualsiasi titolo di club: hai sulle spalle un intero Paese ed è per questo che ha sempre catturato la mia attenzione. Ho allenato molti giocatori brasiliani durante la mia carriera e ho imparato qualcosa da ognuno di loro. Ronaldo, Cafu, Kakà, quelli attuali del Real Madrid. È un calcio diverso ed è proprio quello che dobbiamo cercare di fare. Il mio Brasile giocherà come il Real Madrid, ma non come il Real Madrid di quest’anno, bensì come il Real Madrid dell’anno scorso. Questo è ciò che voglio".