Haaland: Messi, Cristiano Ronaldo e quell’avviso all’Italia

Il norvegese guida il Manchester City contro il Dortmund, la squadra in cui è esploso. Dall’amore per il suo Paese ai record che non guarda: analisi di un cyborg

Si scrive Manchester City, ma in questo momento più che mai si legge Erling Braut Haaland. Il norvegese in Premier va avanti a suon di doppiette, già cinque, e ha riportato la Banda di Pep Guardiola al secondo posto alle spalle di uno scatenato Arsenal. Ovvio, dunque, che fosse l’uomo più atteso alla vigilia della sfida della 4ª giornata di Champions League contro il Borussia Dortmund: nei gialloneri Haaland s’è imposto all’attenzione del calcio continentale. Segnando a raffica sotto il “Muro Giallo” ha stregato Guardiola e il City, che hanno sborsato decine di milioni di pouds per averlo. E, numeri alla mano, mai investimento fu più azzeccato. Insomma, se i lustri appena passati sono stati marchiati a fuoco dal duopolio argentinlusitano di Lionel Andrés Messi e Cristiano Ronaldo, il lustro che stiamo vivendo e quelli futuri potrebbero essere quelli del dominio franconorvegese di Kylian Mbappé e Erling Haaland, appunto. Le caterve di gol realizzati, però, non hanno trasformato il cyborg norvegese in un montato, anzi. A chi gli chiede se si senta sul livello di Lio e Cristiano, lui risponde senza esitare: «No, per niente. Sono lontano. Nessuno può avvicinarsi a loro due, quindi no, per niente».

Le parole di Haaland

Se si vede lontano da Messi e CR7, però, numeri alla mano, è vicino, anzi vicinissimo al record di Alan Shearer, ossia a tagliare il traguardo del centenario di gol segnati più velocemente nin Premier League: l’ex attaccante dei Three Lions ci mise 124 gare, il bomber del City è a quota 98 in 107 gare. Eppure, anche in questo caso, Haaland sembra vivere su un altro pianeta, non sembra interessarsi alle statistiche: «Quale record? Io non ci penso. Conosco le imprese di Shearer, ma ripeto: non è qualcosa a cui posso interessarmi. Pensare ai record che posso battere è l’ultima cosa che mi passa per la testa, cerco di aiutare il manchester City a vincere le partite. Questo è il mio lavoro ed è il mio obiettivo principale. So che pensate sia noioso, so che vorreste che dicessi l’esatto contrario di ciò che ho appena detto ma no, non accadrà. Io devo ignrarli, i record. Sono sempre la stessa persona da quando ho memoria - ha aggiunto -. Non è cambiato nulla. Sono sempre lo stesso ragazzo in alcune situazioni e sono sempre quel ragazzo di Bryne, ma con più esperienza di vita. Sono un ragazzo norvegese e non dovrei pensare di essere qualcuno solo perché segno gol. Sono solo Erling e questa è una cosa che non cambierà mai».

Avviso all'Italia

Bryne, la Norvegia, casa sua. I suoi gol per casa sua, i suoi gol per riportare i rossoblù a essere protagonisti in una campetizione importante. E poco importa che per arrivarci, dopo tanto tempo, ci sia da spediare l’Italia di Ringhio Gattuso all’ennesimo playoff... «L’ultimo mondiale che la Norvegia ha disputato è nel 1998, due anni prima che io nascessi - racconta il bomber del Man City -. Lo dico da molto tempo: il mio obiettivo è portare la Norvegia ai Mondiali e agli Europei. Questo è l’obiettivo principale della mia carriera e ora ho una buona possibilità di raggiungerlo, quindi si tratta di cogliere al meglio le occasioni».

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