Kim toglie il posto a De Ligt: che sta succedendo al Bayern all'ex Juve

Momento difficile per l’ex bianconero in Bundesliga: un guaio fisico ne ha rallentato la preparazione

45 minuti in Supercoppa di Germania, il tempo di finire nel poster di Dani Olmo, poi la sostituzione all’intervallo. Da lì in avanti, solo tre spezzoni in campionato, nei minuti finali.

Non si può certo affermare che la stagione di Matthijs de Ligt sia partita nel migliore dei modi e i numeri sono lì a testimoniarlo: 77 minuti in 4 presenze. Dopo, appunto, essere entrato nell’undici titolare nell’unica sconfitta stagionale, lo 0-3 incassato dal RB Lipsia che è costato il primo trofeo dell’anno. Facendo persino una pessima figura sullo 0-2 a firma dello spagnolo ex Dinamo Zagabria e Barcellona, che lo ha saltato di netto con un colpo di tacco a centro area dribblandolo come un birillo, per poi concludere poi alle spalle di Ulreich. Avvio shock, poi l’uscita per far spazio a Kim Min-jae. Come d’altro canto nei successivi tre impegni di Bundesliga, nei quali Thomas Tuchel ha concesso al centrale olandese solo spezzoni nel finale, preferendo stabilmente dal primo minuto la coppia composta dall’ex Napoli e da Dayot Upamecano.

Le condizioni di De Ligt

Non si tratta solo di scelte tecniche, ma anche di questioni atletiche: «Viene da un infortunio, gli mancano ritmo e forma fisica» aveva spiegato il tecnico negli scorsi giorni, riferendosi al problema al polpaccio rimediato con la nazionale Oranje negli impegni di giugno (non prese parte alla Final Four). De Ligt ha iniziato la preparazione con il gruppo in ritardo, circa una decina di giorni dopo, e il peso dei carichi di lavoro si è fatto sentire. Ragion per cui finora i suoi minuti sono stati contingentati. «Matthijs è molto vicino a tornare al top» aveva detto Tuchel prima della sfida contro il Gladbach di sabato, nella quale l’ex Juve e Ajax ha disputato giusto un paio di minuti nel finale, subentrando a Kane per difendere l’1-2: «Quando si è al Bayern bisogna anche accettare le panchine e farsi trovare pronti, perché non tutti meritano di stare fuori, ma devo fare delle scelte, anche difficili».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Kim ha messo in panchina De Ligt

Così, dopo i venti minuti più (ampio) recupero a Brema col Werder alla prima, l’olandese è rimasto a guardare i compagni per la maggior parte del tempo.

Certo l’amore dell’allenatore per Kim, per il quale ha speso ripetutamente parole d’elogio, non faciliterà il suo rientro nell’undici titolare, ma dal canto suo il classe 1999 non nutre alcuna preoccupazione per quanto riguarda il suo ruolo nel club. Basti pensare all’amichevole contro il Monaco di inizio agosto, nella quale ha indossato al braccio la fascia di capitano per la prima volta. La sua voce in spogliatoio conta: pur essendo arrivato da un solo anno, fa parte del gruppo dei “capitani” insieme a Neuer, Kimmich, Müller, Goretzka e Coman, calciatori che fanno parte della storia del club bavarese.

Le parole di De Ligt

Intenzione nella quale si rispecchia anche Matthijs, eletto dai tifosi come uno dei migliori giocatori del 2022/23: «Le cose stanno andando molto meglio di come mi aspettassi: spero di restare qui a lungo, mi sento totalmente identificato» aveva affermato in estate. Una relativa falsa partenza non gli farà cambiare idea: nel lungo periodo la coppia con Kim può offrire al Bayern una sicurezza difensiva di cui i pluricampioni di Germania in carica hanno un estremo bisogno.

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45 minuti in Supercoppa di Germania, il tempo di finire nel poster di Dani Olmo, poi la sostituzione all’intervallo. Da lì in avanti, solo tre spezzoni in campionato, nei minuti finali.

Non si può certo affermare che la stagione di Matthijs de Ligt sia partita nel migliore dei modi e i numeri sono lì a testimoniarlo: 77 minuti in 4 presenze. Dopo, appunto, essere entrato nell’undici titolare nell’unica sconfitta stagionale, lo 0-3 incassato dal RB Lipsia che è costato il primo trofeo dell’anno. Facendo persino una pessima figura sullo 0-2 a firma dello spagnolo ex Dinamo Zagabria e Barcellona, che lo ha saltato di netto con un colpo di tacco a centro area dribblandolo come un birillo, per poi concludere poi alle spalle di Ulreich. Avvio shock, poi l’uscita per far spazio a Kim Min-jae. Come d’altro canto nei successivi tre impegni di Bundesliga, nei quali Thomas Tuchel ha concesso al centrale olandese solo spezzoni nel finale, preferendo stabilmente dal primo minuto la coppia composta dall’ex Napoli e da Dayot Upamecano.

Le condizioni di De Ligt

Non si tratta solo di scelte tecniche, ma anche di questioni atletiche: «Viene da un infortunio, gli mancano ritmo e forma fisica» aveva spiegato il tecnico negli scorsi giorni, riferendosi al problema al polpaccio rimediato con la nazionale Oranje negli impegni di giugno (non prese parte alla Final Four). De Ligt ha iniziato la preparazione con il gruppo in ritardo, circa una decina di giorni dopo, e il peso dei carichi di lavoro si è fatto sentire. Ragion per cui finora i suoi minuti sono stati contingentati. «Matthijs è molto vicino a tornare al top» aveva detto Tuchel prima della sfida contro il Gladbach di sabato, nella quale l’ex Juve e Ajax ha disputato giusto un paio di minuti nel finale, subentrando a Kane per difendere l’1-2: «Quando si è al Bayern bisogna anche accettare le panchine e farsi trovare pronti, perché non tutti meritano di stare fuori, ma devo fare delle scelte, anche difficili».

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