Haller, il leone a Dortmund non ruggisce più. E ora la grande sfida a Kane

Non segna da due mesi e mezzo e nelle ultime 8 partite ha giocato appena un’ora. Era stato un uomo chiave per il Borussia, ma quel rigore…
Haller, il leone a Dortmund non ruggisce più. E ora la grande sfida a Kane© Getty Images

Il leone non ruggisce più. Alla vigilia della stagione di Bundesliga, Sebastien Haller sembrava essere il principale antagonista di Harry Kane nella corsa al Torkanone, il premio che viene assegnato al miglior marcatore. Dopo nove giornate, il bilancio nel testa a testa è impietoso: sabato l’inglese ha superato la doppia cifra arrivando a 12, mentre il numero 9 del Borussia Dortmund è clamorosamente ancora fermo a zero. Mai gli era successo in carriera, nemmeno durante i periodi più duri al West Ham, prima che all’Ajax si consacrasse definitivamente.

Era uno dei più attesi ai nastri di partenza, alla luce del suo contributo essenziale alla rincorsa verso il Meisterschale della seconda metà dello scorso anno, fermata proprio sul più bello, ma fino ad oggi il ventinovenne è stato forse la maggior delusione in Germania. Non segna da agosto, ha perso ogni certezza, è diventato una riserva a tutti gli effetti e domenica sul campo dell’Eintracht, di cui è un ex, è rimasto per 90 minuti interi in panchina.

Haller, la rinascita dopo il tumore

Spesso si parla di “fratello scarso”. Ecco, la versione di Haller vista nel 2023/24 non sembra neanche lontanamente parente di quella che da gennaio in poi ha rilanciato la corsa del Dortmund in campionato. Al rientro dopo lo stop nel pre Mondiale, dovuto al tumore maligno ai testicoli scoperto a luglio 2022 che ha combattuto con le sedute di chemioterapia, aveva dimostrato di avere tutte le carte in regola per essere l’erede di Haaland, che il Borussia ha ceduto al City: ha dato un riferimento a una squadra confusa ed è ben presto diventato un punto fermo.

I 9 gol e 5 assist restituiscono un disegno solo in parte fedele a quella che è stata la sua importanza nel sistema di Edin Terzic, che nel girone d’andata aveva fatto una tremenda fatica a trovare un vero nove adeguato alla sua idea di calcio, la punta del 4-3-3 su cui ha cercato di lavorare. Vuoi per l’inadeguatezza tecnica dell'esperto Modeste, preso in extremis per supplire all’assenza proprio di Haller, vuoi per l’inesperienza del giovanissimo classe 2004 Moukoko, che ha comunque caratteristiche ben diverse.

Il Dortmund aveva bisogno della sua stella, del suo uomo cardine. Per questo lo ha aspettato, non ha mai voluto forzargli i tempi durante la malattia, che ha curato ad Amsterdam allenandosi nel centro tecnico dell’Ajax. A gennaio lo ha riabbracciato. E con lui, grazie a lui, stava dirigendosi verso un titolo che è sfumato solo all’ultima giornata nel 2-2 contro il Mainz che ha dato il titolo, l’undicesimo di fila, al Bayern Monaco.

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Haller, da quel rigore... E ora arriva il Bayern

In quel pomeriggio sciagurato al Westfalenstadion Haller è stato tra i peggiori in campo, divorandosi almeno un paio di ghiotte occasioni per riaprire il match dopo lo 0-2 del Mainz nei primi 24 minuti. Soprattutto, però, ha buttato via la chance di riequilibrare subito le cose dopo lo scioccante gol ospite di Hanche-Olsen, facendosi parare da Dahmen un calcio di rigore tirato chiaramente con la paura negli occhi. 

L’inizio della fine. Sia per il Dortmund che per Seb. “Uno shock che è stato peggio del tumore”, ha confessato alcuni mesi dopo. Un trauma calcistico da cui non si è più ripreso, anche se la doppietta nella prima uscita della stagione 2023/24 in Dfb-Pokal contro lo Schott Mainz (quarta serie) lasciava pensare che la fiducia fosse ritrovata. Non è stato così. Quei due gol risalgono al 12 agosto e ad oggi sono gli ultimi che ha segnato con la maglia giallonera.

Un digiuno di due mesi e mezzo nei quali le occasioni sciupate non si contano, così come gli errori grossolani. Si ricorda in particolare modo un pallone controllato male e perso dentro la propria area nei minuti finali del match col neopromosso Heidenheim in casa, terminato 2-2 proprio a causa della sua distrazione a cui è seguito un fallo altrettanto ingenuo e il rigore segnato da Kleindienst.

L’ultima partita giocata da titolare è datata 16 settembre col Friburgo (sostituito al 59'). Da lì in avanti ha sempre fatto panchina a Niclas Füllkrug, acquistato a fine agosto dal Bvb e concorrente più che credibile in quanto capocannoniere della scorsa Bundesliga e punta della nazionale tedesca. Nei suoi camei però Haller non ha fatto nulla per provare a soffiargli il posto. Ha messo insieme appena un’oretta in campo in 8 partite, 3 le ha passate interamente in panchina, e la prossima giornata al Westfalenstadion arriva il Bayern di Kane...

Gli unici gol li ha trovati con la sua Costa d’Avorio, con cui a gennaio sarà impegnato nella Coppa d’Africa che si giocherà proprio nel suo paese. Un’occasione di riscatto per ritrovare sé stesso e la fiducia nei suoi mezzi. Quella che a Dortmund, in questo momento, non sembra in grado di avere.

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Il leone non ruggisce più. Alla vigilia della stagione di Bundesliga, Sebastien Haller sembrava essere il principale antagonista di Harry Kane nella corsa al Torkanone, il premio che viene assegnato al miglior marcatore. Dopo nove giornate, il bilancio nel testa a testa è impietoso: sabato l’inglese ha superato la doppia cifra arrivando a 12, mentre il numero 9 del Borussia Dortmund è clamorosamente ancora fermo a zero. Mai gli era successo in carriera, nemmeno durante i periodi più duri al West Ham, prima che all’Ajax si consacrasse definitivamente.

Era uno dei più attesi ai nastri di partenza, alla luce del suo contributo essenziale alla rincorsa verso il Meisterschale della seconda metà dello scorso anno, fermata proprio sul più bello, ma fino ad oggi il ventinovenne è stato forse la maggior delusione in Germania. Non segna da agosto, ha perso ogni certezza, è diventato una riserva a tutti gli effetti e domenica sul campo dell’Eintracht, di cui è un ex, è rimasto per 90 minuti interi in panchina.

Haller, la rinascita dopo il tumore

Spesso si parla di “fratello scarso”. Ecco, la versione di Haller vista nel 2023/24 non sembra neanche lontanamente parente di quella che da gennaio in poi ha rilanciato la corsa del Dortmund in campionato. Al rientro dopo lo stop nel pre Mondiale, dovuto al tumore maligno ai testicoli scoperto a luglio 2022 che ha combattuto con le sedute di chemioterapia, aveva dimostrato di avere tutte le carte in regola per essere l’erede di Haaland, che il Borussia ha ceduto al City: ha dato un riferimento a una squadra confusa ed è ben presto diventato un punto fermo.

I 9 gol e 5 assist restituiscono un disegno solo in parte fedele a quella che è stata la sua importanza nel sistema di Edin Terzic, che nel girone d’andata aveva fatto una tremenda fatica a trovare un vero nove adeguato alla sua idea di calcio, la punta del 4-3-3 su cui ha cercato di lavorare. Vuoi per l’inadeguatezza tecnica dell'esperto Modeste, preso in extremis per supplire all’assenza proprio di Haller, vuoi per l’inesperienza del giovanissimo classe 2004 Moukoko, che ha comunque caratteristiche ben diverse.

Il Dortmund aveva bisogno della sua stella, del suo uomo cardine. Per questo lo ha aspettato, non ha mai voluto forzargli i tempi durante la malattia, che ha curato ad Amsterdam allenandosi nel centro tecnico dell’Ajax. A gennaio lo ha riabbracciato. E con lui, grazie a lui, stava dirigendosi verso un titolo che è sfumato solo all’ultima giornata nel 2-2 contro il Mainz che ha dato il titolo, l’undicesimo di fila, al Bayern Monaco.

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