Favola Heidenheim: dalla 4ª serie all’Europa con lo stesso allenatore

In 15 anni la squadra di un piccolo paese sui colli tedeschi è passata dai dilettanti alla Conference League, grazie all’8° posto in Bundesliga
Favola Heidenheim: dalla 4ª serie all’Europa con lo stesso allenatore© EPA

Heidenheim an der Brenz, 50mila abitanti, al confine tra il Baden-Württemberg e la Baviera, non è propriamente una città a tradizione calcistica. Anzi, si potrebbe dire che non ne ha proprio mai avuta. Eppure l’anno prossimo sarà una delle 8 città della Germania in cui si giocheranno partite internazionali, perché grazie alla vittoria del Bayer Leverkusen in Dfb-Pokal contro il Kaiserslautern l’1.FC Heidenheim ha trasformato il suo 8° posto in Bundesliga in un piazzamento valido per la Conference League. 

Si tratta della prima qualificazione europea per il piccolo club, la cui incredibile storia aveva già fatto il giro del mondo l’anno scorso, quando era stata conquistata una promozione nella massima serie che sembrava già il massimo traguardo raggiungibile. Invece no, perchè sulle rive del fiume Brenz tutto è possibile. Persino passare in 15 anni dalla quarta serie all’Europa con lo stesso allenatore in panchina: Frank Schmidt.

Frank Schmidt, una leggenda vivente

Avete capito bene: l’Heidenheim ha lo stesso allenatore da un decennio e mezzo. Anzi, a voler essere precisi dal 2007. Aveva iniziato da vice di Dieter Märkle, dopo 6 partite lo ha sostituito. Nei quattro anni precedenti era stato giocatore. Al suo arrivo nel 2003 il club allora militava addirittura in quella che era la quinta divisione del calcio tedesco. Al momento del passaggio in panchina di Schmidt era in quarta divisione, poi nel 2009 è stato promosso in terza, nel 2014 in seconda e appunto nel 2023 in prima divisione. Dalla retrocessione in 6ª serie del 1994 non è mai più sceso di categoria, ma soltanto salito.

Più della metà di questo percorso è stato fatto proprio con lo stesso tecnico, che ad Heidenheim ci è nato, prima che il calcio lo portasse in giro per la Germania (Norimberga, Fürth, Aachen, Mannheim) e per l’Austria, prima del ritorno a casa. Non se n’è mai più andato e nessuno ha mai pensato di cacciarlo. La continuità che paga.

L’escalation dell’Heidenheim

Fino a cinque o sei anni fa sembrava comunque impensabile arrivare in Bundesliga, poi però lo spareggio disputato nel 2020 perso con il Werder ha riacceso le speranze. Fino alla cavalcata trionfale dello scorso anno, a cui è seguito un’altrettanto incredibile stagione in massima serie, chiusa senza mai sostare in zona retrocessione, se non dopo due giornate, proponendosi come squadra delle rimonte con un gioco iper offensivo e tra i più divertenti dell’intero campionato.

Tra i risultati di maggior prestigio c’è il pareggio strappato al Dortmund davanti agli 80mila del Westfalenstadion, ma soprattutto l’incredibile 3-2 contro il Bayern del 6 aprile, ribaltando l’iniziale 0-2 di Kane e compagni. Un’impresa ottenuta senza nomi di grido, senza investimenti pesanti, ma scegliendo i giocatori giusti. Come l’attaccante turco-tedesco Dinkci, classe 2002, in passato seguito dalla Juve e prossimo giocatore del Friburgo, o l’ala Beste (nel mirino della Fiorentina) e l’attaccante Kleindienst, acquisti fatti in Zweite e portati al piano di sopra. Presto diventeranno plusvalenze da urlo, per una squadra che la costanza, in ogni caso, sa di trovarla in panchina.

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